Se per voi che state leggendo Internet è Facebook o un'app installata sul vostro smartphone, allora questo post NON è per voi né lo capireste.
Ma se, come il sottoscritto, siete connessi dagli anni 90 e avete attraversato molti dei paradigmi della rete (non sto qui a citarli tutti, ma partiamo dai BBS per arrivare al web semantico), allora per favore, andate avanti con la lettura.
Perché questa piccola storia è una di quelle storie che raccontano più e meglio di tanti libri e presentazioni su slideshare.com, che cosìè davvero la rete.
La storia inizia in una piovosa sera di febbraio, nel piazzale antistante uno studio di registrazione con sale prove. Ci si affretta verso la sala, si monta velocemente il rig (nello specifico, un amplificatore
Kustom Sienna 35, compressore e chitarra acustica; impianto voce su mixer; basso e amplificatore), ci si predispone anche mentalmente per provare la scaletta.
Accendo l'amplificatore, il mio Kustom per chitarra acustica, regolo volume, attacco e riverbero, le solite cose, insomma, ma qualcosa va storto: l'amplificatore si spegne, non senza emettere un rumore poco confortante. Inutili i tentativi di riaccenderlo. La spia rimane sempre spenta.
Inizia quindi quel complocato processo che è la diagnosi. Ora, se avete un minimo di dimestichezza con l'elettrotecnica, sapete che la prima cosa da fare con un amplificatore a transitor (Dio benedica le valvole l'hand wiring, ma qui siamo sulla produzione economica) è scaricare e leggere il manuale d'uso, aprire l'amplificatore, individuare il fusibile sul circuito primario e sostituirlo. Cosa che faccio e che, tristemente, non sortisce gli effetti sperati: l'ampli pare defunto.
La vera storia inizia qui. Inizia con ricerche molto mirate in rete, per vedere se qualcuno, nei vari forum DIY, elettronica, musica ecc., ha già avuto tra le mani un caso simile. Esito negativo.
Il passo successivo è chiedere, con il consueto pudore di chi sa di aver chiesto molto ma dato poco. Il luogo è
i.a.m.s.c., il newsgroup di chitarra della rete usenet. Un
newsgroup non è un forum, non è un blog né tantomeno un'app. E' comunque uno spazio su cui discutere un argomento. Per me, è anche
i.a.m.s.c. è anche il luogo dove ho conosciuto persone con cui ho stretto legami di simpatia ed amicizia. Ed è lì che racconto il problema.
Mi viene incontro un
veterano del NG, chitarrista finissimo ma anche tecnico navigato, ed inizia un fitto scambio di messaggi per analizzare il guasto, effettuare una diagnosi strumentale ed individuare la causa del malfunzionamento. Non sto a dilungarmi con i dettagli tecnici, ma alla fine Strait è giunto alla conclusione che il colpevole altri non poteva essere che il circuito integrato di potenza, consigliandomi di sostituirlo con uno nuovo.
Qui nasce un ulteriore intoppo. Perché ST Microelectronics ha cessato la produzione di quell'integrato. Ne esiste in produzione uno molto simile la cui sigla differisce per una lettera, mentre i due datasheet, ai miei occhi, sembrano uguali. Iniziano quindi le indagini verso l'assistenza tecnica Kustom. Il tentativo verso quella italiana fallisce miseramente: una mia mail a Gold Music srl finisce, probabilmente, nel loro cestino.
Ho invece più fortuna (e ti pareva) con alcuni laboratori di assistenza americani (Los Angeles e Cincinnati) nonché con la stessa form di richiesta assistenza sul sito Kustom, e in breve ricevo tre email rassicuranti che spiegano perché posso utilizzare il nuovo integrato ST.
Sempre via Internet, sul sito
RS Components, acquisto l'integrato che mi viene recapitato con corriere espresso in 48 ore. Il passo successivo è dissaladare dalla board i 15 pin del componente *probabilmente* guasto e saldare il nuovo. Per male che vada, più danno di così non si può fare.
E poi viene la prova del 9: rimontare la board nello chassis, collegare la board effetti e i circuiti primario e secondario, richiudere il tutto e collegare alla 220V.
Ecco, un attimo di pausa. Di suspence. Ci vuole. Qui la domanda, retorica, è: si accenderà? Funzionerà? Avrò saldato correttamente? Avrò sostituito il pezzo giusto?
Poi la luce. Una piccola luce blu che si accende nella penombra della stanza. Una luce che è la metafora di Internet, una rete conversazionale, un luogo dove ci si confronta e ci si aiuta, senza riserve.
Una piccola luce blu, poi collego la chitarra acustica, formo il primo, tremante accordo, ed è musica. La stessa musica che si era interrotta in una piovosa sera di febbraio.
Amplificatore riparato. La soddisfazione mi allarga un sorriso da orecchia a orecchia. Urge telefonata a Strait per condividere la gioia. E devo dirlo anche a Matt, Jason e gli altri tech guys che, dagli USA, mi hanno dato una mano.
Jason, this blurry picture is my way so say thank you so much for helping me: the amplifier has been fixed and works. Regards.
Ecco. Fine della piccola storia. Lieto fine.
Avete capito, ora, che cos'è Internet?