01 febbraio 2022

Lusernetta - Rorà offroad (Val Pellice)

Gennaio si apre sorprendentemente con un giro in quota dai panorami e dai colori quasi autunnali per l'assenza di innevamento, ma con alcuni tratti (ruscelli ghiacciati) che ci ricordano che siamo in mezzo all'inverno. 
In una giornata dal clima perfetto e in assenza di nuvole nel cielo (nonostante la nebbia alla partenza non promettesse bene), si parte seguendo una traccia Wikiloc che si articola per oltre 40 km tra le strade sterrate e i boschi della Val Pellice.
La partenza è da Luserna San Giovanni e compie un giro ad anello attraversando i dintorni di Montoso, Rucas e Rorà, per tornare a Luserna. 


Il percorso, in condizioni eccellenti per assenza di fango (dato il prolungato periodo secco) e i pochi tratti ghiacciati, presenta tittavia alcuni passaggi impegnativi -- in particolare fondo molto sconnesso con pietre, salite ripide, tornanti stretti, passaggi su piccoli corsi d'acqua -- per i quali sono consigliate trazione integrale, ridotte e buona altezza da terra. 

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Percorsi pochi kilometri di asfalto, la strada è interrotta da una sbarra e dopo una deviazione, inizia il lungo tratto sterrato che si percorrerà fino alla fine dell'anello. 

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Uno dei passaggi impegnativi del percorso: attraversamento di un ruscello, poi una salita molto ripida

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La salita ripida



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Una delle tante borgate incontrate lingo il percorso

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Lastre di ghiaccio sulla carrareccia


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Di seguito alcuni video del percorso che si articola in un bosco fitto. 







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In alcuni tratti, il fondo è particolarmente sconnesso. Trazione integrale e ridotte sono necessarie.



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L'inizio del passaggio attraverso le cave di pietra. La strada è quasi interamente ricoperta di polvere bianca di pietra di Luserna. 



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Ancora un passaggio su una lastra di ghiaccio


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L'uscita dalla zona delle cave di pietra. 
Il sentiero  prosegue in costa 

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L'arrivo nel pianoro dell'Aia delle Balme


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Un ruscello ghiacciato


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La strada verso Borgata Rumer



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La segnaletica del comune di Rorà.



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L'arrivo a Pounta Cournour, il punto più elevato dell'escursione, in località Aia delle balme, Rorà.


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Uno dei tanti torrentelli ghiacciati incontrati lungo il percorso 


Da qui la strada prosegue fino al punto di partenza a Luserna San Giovanni, completando il percorso ad anello. 

In definitiva, un percorso lungo, bellissimo, divertente che sembra essere percorribile tutto l'anno, ad eccezione di periodi successivi a piogge abbondanti. 

12 dicembre 2021

Restauro orologi Zenith (anche Stellina)

UPDATED! 01/02/2022

Ho aggiornato questa guida aggiungendo alcuni riferimenti utili per procedere con la riparazione o il ripristino del vostro orologio vintage. 


Dopo che qualche anno fa ho pubblicato tra gli speciali un articolo di come ho affrontato il restauro e la revisione di un vecchio Zenith cal. 126, dono di un parente scomparso, sono stato subissato di richieste di consigli, su come procedere e, soprattutto, a chi rivolgersi.




Per cui ecco una breve guida che segnalerò a tutti quelli che mi scriveranno, che sostituisce le mie risposte alle vostre email.

1. Orologiai, artigiani e riparatori.
Vorrei, con questo aggiornamento, condividervi il riferimento del laboratorio orologiaio, gestito da persone serie e competenti a cui mi rivolgo con fiducia per le mie riparazioni.

Orologica Torino

Orologica è un laboratorio attrezzato e gestito con competenza e professionalità che saprà senz'altro aiutarvi nel vostro progetto. E' situato a Torino, per cui se siete in zona potete recarvi di persona, ma sono attrezzati anche per lavorare da remoto: grazie alle comunicazioni via Whatsapp, potrete mettervi in contatto con il personale e accordarvi per la spedizione a mezzo corriere.
Chiedete preventivi e chiarimenti, spiegate chiaramente qual è il vostro obiettivo di restauro e quale il budget. Piuttosto dipenderà da voi decidere se la spesa è sostenibile in rapporto al valore affettivo dell'oggetto.
La mia solita raccomandazione: fatelo con intenzioni serie, senza sprecare il tempo degli altri. 
In alternativa, rivolgetevi agli orologiai della vostra città: è il loro mestiere e sapranno aiutarvi.

2. Come e cosa fare. 
In generale vale il punto 1: l'orologiaio saprà consigliarvi nel vostro interesse. 
Ma ecco due o tre cose che ho imparato. 
Quando mi mostrate le foto dei vostri Zenith, in genere si presentano con quadrante macchiato, cassa con perdite di cromatura, vetro plastica graffiato e movimento da revisionare. È normale. Il mio consiglio è sempre lo stesso per cui lo metto qui. Fate revisionare il movimento, sostituire il vetro plastica (no, non vale la pena lucidarlo) e montare un bel cinturino di pelle. Se la corona è usurata o sbagliata, chiedete di montarne una adeguata alla cassa. Le sfere in genere è sufficiente raddrizzarle. Se uno o più indici applicati si sono staccati, in genere possono essere riapplicati dall'orologiaio.  
Non toccate il quadrante a meno che sia completamente compromesso perché la pulizia spesso ne porta via lo smalto residuo peggiorando la situazione mentre la ristampa è onerosa e non accresce il valore (non sarebbe coevo, posto che questi Zenith non hanno valore commerciale apprezzabile). Ad ogni modo sono soldi vostri per cui se volete spenderne un po' per ristamparlo (e in Italia abbiamo dei maestri) otterrete sicuramente un risultato esteticamente appagante. 
Le casse che ho visto finora sono quasi tutte in ottone cromato, e spesso la cromatura è un po' rovinata. Sì, è possibile ripristinare la cromatura ma chiedetevi sempre se ne vale la pena. 

3. Dove reperire le prime informazioni tecniche.
Mi chiedete sempre che modello è il vostro Zenith (Stellina e non) e di che anno è. La risposta breve è che non lo si può dire con certezza. Tutti i casi esaminati si rifericano a comuni esemplari a carica manuale con piccoli secondi a ore 6 e alimentati da calibri 126 e derivazioni.  Non sono a conoscenza di un catalogo con nomi di modelli specifici con numeri o nomi. In genere, questi economici segnatempo a carica manuale rientravano in denominazioni tipo Stellina se hanno una stella sul quadrante. 
Cìè tuttavia un modo per saperne qualcosa di più. Se potete aprire il fondello (usando un coltellino) e con una lente ispezionate la platina dove dovrebbero essere incise due informazioni: il calibro (es 126 e varianti) e il numero di serie (utile per capire l'anno di produzione). Andate sul sito del dottor Ranfft e fate le vostre ricerche. È un archivio straordinario, ricchissimo. 


Nella mia esperienza, c'è ancora abbondanza di ricambi. Sia specifici per il movimento (spirali, pignoni, bilancieri, corone e tige) che generici (vetri e ovviamente cinturini di tutti i tipi). Non dovreste avere difficoltà , voi o il vostro orologiaio, a reperire ricambi di fornitura anche se l'orologio non fosse marciante. 

4. Comunicazioni con Zenith.
Lasciate perdere, non rispondono alle mail. Ma il vostro orologiaio potrebbe, cosa che sconsiglio, proporvi di inviare il vostro orologio direttamente alla casa madre Zenith. I costi di revisioni e ripristino sono sempre più elevati rispetto agli orologiai indipendenti, quindi è sempre questione del vostro budget.

Nota conclusiva.
Sono contento che vi siate appassionato del vostro antico segnatempo e spero che abbiate trovato questa guida utile per iniziare un restauro che riporti in vita l'orologio. 
D'ora in poi questo articolo sarà inviato a tutti quelli che mi scriveranno per chiedere informazioni. E' quello che vi avrei risposto per email vedendo, tra l'altro, cadere nel vuoto il mio impegno per voi.

30 novembre 2021

Torbjørn Ekelund, il bambino e la montagna.


Didascalico e lievemente inquietante (se sei padre capisci l'angoscia degli eventi narrati), prende spunto (o pretesto) da un fatto di cronaca del secolo scorso per articolare una lunga riflessione sul ruolo e sui limiti dell'essere genitore, che mette in secondo piano la descrizione dei luoghi. Il grande nord diventa metafora delle difficoltà e degli imprevisti nell'avere la responsabilità di un figlio: un momento può essere bellissimo, l'istante dopo può essere l'inizio di una tragedia piccola o enorme. 

24 novembre 2021

Simenon, un secolo dopo

In queste settimane ho letto tre (dei circa 400) romanzi di George Simenon:
La casa dei Krull
La neve era sporca
L'uomo che guardava i treni.

E , come frequentemente mi accade, devo riconoscere che occorre andare indietro di un secolo, anno più anno meno, per trovare narrativa ben scritta, storie avvicenti e significative, personaggi memorabili, e un messaggio che rimane. 
Non sarebbe male che accadesse anche oggi.
Ma invece ci toccano Le otto montagne di Cognetti e mille altri bluff. 
Peccato.