30 agosto 2020

I forti della Val di Susa in offroad

Uno degli ultimi percorsi in quota della stagione, un classicissimo che consente di visitare e conoscere le strade e le fortificazioni militari della Valle di Susa.

Il percorso si articola, anche con varianti, lungo la strada militare Fenil Praman Jaffreau e, con uno sviluppo di 55 km e un dislivello di 2500 m, consente di arrivare alla caserma Seguret, al forte Pramand, al forte Jaffreau e al forte Foens. 

Impegnativo in alcuni tratti (la salita allo Jaffreau sulla neve, la discesa dallo Jaffreau su fondo particolarmente scavato e smosso, il trasferimento al forte Pramand a causa delle cattive condizioni della strada), ha regalato enormi soddisfazioni e panorami mozzafiato, e l'emozione di vedere la prima neve della stagione. 

Qui sotto la traccia caricata su Wikiloc.

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Anche se la giornata non era iniziata con le migliori premesse (forti piogge a Torino), il tempo è migliroato costantemente in Val di Susa durante la giornata.


Partenza da Exilles


L'inizio della strada militare








Pause frequenti perché il meteo migliora.





L'ampia area di sosta. Da qui si può andare verso il forte Pramand e verso la galleria Seguret.
Opteremo per la seconda destinazione, lasciando il forte come ultima tappa. 






Imboccata la strada per la galleria dei Saraceni



Il notissimo ingresso. 
L'incontro a metà galleria di un gruppo di fuoristrada provenienti in senso opposto ha reso il passaggio un po' complicato.


Fuori dal tunnel.

E' sempre emozionante uscire dal buio più completo e rivedere la luce del sole. 

I panorami sulla strada militare dopo la galleria. 


Caserma Seguret.




La Samurai tiene sempre un basso profilo, ma non si arrende. 

La prima neve sulle cime. 





Le piogge hanno reso il terreno compatto (qualche pozzanghera e fango, ma nulla di che), con l'enorme vantaggio di azzerare la polvere. 

Proseguendo sulla strada per lo Jaffreau, si incontra la linea della nevicata. 

Le temperature si abbassano. Cade qualche fiocco di neve. E' la prima neve della stagione. 



La salita si fa impegnativa. Il vento è molto forte, fra feddo, e il fondo è scivoloso per la neve e il fango. 




Un meraviglioso arcobaleno appare nella valle sottostante.






Verso il colletto, guardando giù.



L'arrivo al colletto.




La discesa dal colletto Jaffreau verso Bardonecchia. 
La strada è molto impegnativa, con pendenze marcate, sfondo smosso e tornanti stretti.



Si guida con estrema cautela sulle grosse pietre. 




Si devia quindi per Forte Foens. 

L'arrivo al forte Foens. 



La strada di rientro verso Salbertrand è chiusa al traffico, per cui si rientra ripassando dalla galleria del Seguret. 



L'attraversamento della galleria. 







Da qui, si decide di deviare al Forte Pramand. 
La strada è impegnativa: il fondo è scavato dalla pioggia, serve grande prudenza. 


L'arrivo sul tetto del forte. 




E infine la discesa verso Exilles. 

17 luglio 2020

Strada dell'Assietta off road: da Sestriere a Pian dell'Alpe.

Una escursione programmata a lungo. Una promessa, quasi, durante il buio del lockdown. Una promessa di speranza che ne saremmo venuti fuori, sani e salvi, e avremmo attraversato la strada sterrata più lunga d'Europa tra i più magnifici paesaggi alpini.
Le promesse si mantengono. 
L'itineriario è il più classico: partenza da Sestriere, arrivo al pian dell'Alpe sopra Usseaux. 



Tutto nel migliore dei modi. 
Un meteo che si trova 4-5 volte l'anno, con un cielo blu quasi scuro, l'aria leggera e fredda al mattino presto e nemmeno una nuovola.



La strada, con il fondo reso compatto dalla recente pioggia, si snoda dolce tra i prati verde smeraldo.


Siamo combattuti tra l'entusiasmo di guidare per questa straordinaria opera di ingegneria militare e la voglia di fermarci per annusare l'aria e scattare qualche foto. 



Una delle prime tappe è quella il cui toponimo, sulla mappa Fraternali, è galleria non agibile. 



Nessuna immagine riesce a rendere l'emozione di condividere tanta bellezza tra discorsi di vita, motori, trasmissioni, futuro dell'auto, lavoro. E silenzio. Il tipico silenzio tra amici. Non è che si deve sempre parlare. Basta guardare oltre il vetro polveroso del parabrezza. 



La qualità degli autoscatti, altresì chiamati selfie, è inversamente proporzionale all'età dei soggetti.




La piccola e anziana Samurai, di recente messa a punto, si arrampica sorniona per la strada. Quasi tutta la salita, tornanti inclusi, è stata percorsa con la sola trazione posteriore. 
Trazione integrale e ridotte si sono ingaggiate nell'ultimo tratto ma solo per dire: "ehi, abbiamo una trasmissione con ridotte, usiamola".





Pubblicità ad alta quota al caro Seve 4x4 di Castiglione. 








Col Lauson, 2500 m. A pochi metri dal forte Gran Serin. Eravamo così emozionati che ce lo siamo persi. Saremmo stati dei pessimi soldati dell'esercito francese.



Siamo al giro di boa. Direzione Usseaux.


Ci fermiamo al rifugio Casa Assietta per un caffè e la loro torta di mele. Cerchiamo una nuvola ma senza successo.



Testa dell'Assietta, con il monumento e un uccello non identificato che vola nel cielo blu.




Arrivo al Colle dell'Assietta. Le bici non erano nostre perché noi ci siamo arrivati con la Suzuki, ma pareva brutto chiedere ai proprietari di spostarle per una foto. 


Folla eccezionale al Colle. Qui non si vede, anzi l'ho tagliata fuori dalla foto, ma sotto al cartello c'erano 20 moto e 15 auto più bici, Quad, pedoni. Targhe di mezza Europa. Un sacco di sorrisi, giuro. 
Se non ci fosse il Covid penso che ci saremmo abbracciati tutti, tra sconosciuti.





C'è bisogno di una didascalia di fronte a tanta bellezza?




Sì, c'era traffico. Possiamo farci domande e sentirci in colpa per aver portato grossi e vecchi motori a gasolio a 2500 m dove i nostri antenati hanno camminato, calvalcato, galoppato, combattuto.
Però è stato un traffico rispettoso, ordinato, senza nervosismi. 



Quando sei cresciuto guardando Hazzard e ti credi Luke Duke ma la schiena ti ricorda che non te lo puoi permettere.