24 marzo 2016
Bonvissuto et al., Scena padre.
Anni fa un amico mi regalò I nutrimenti terrestri. Non è un libro per tutti, e non lo troverete tra le mani di un pendolare né su un asciugamano steso sulla spiaggia. Ci misi un bel po' a capire il motivo di quel regalo. In realtà era un messaggio: con quel libro voleva dirmi qualcosa. Ci arrivai quando gustai, riga dopo il riga il lungo, disperato, muto grido di rifiuto e di odio di Gide contro le famiglie tradizionali della società occidentale: entità atomiche, strutture chiuse, protette da profonde trincee scavate dalle convenzioni sociali che dicono, e impongono, cosa una famiglia deve e non deve fare per essere (silenziosamente) accettata e riconosciuta.
Non ho mai fatto mistero della mia scarsa empatia nei confronti del modello imperante di giovane famiglia della mia generazione, generalmente costituita da una coppia iper ansiosa impegnata a trasformare la propria prole in una sorta di feticcio da esporre, adorare, servire.
Diceva bene un mio compagno di scorribande solo pochi giorni fa: andare a cena con una coppia con figli è molto peggio che andare da soli, perché oltre ad essere ignorato, devi anche sopportare la patologica apprensione di due neo genitori con lo sguardo incollato alla culla o, peggio, ad un baby monitor.
Se non vi sembra lo spirito (il termine mindset sarebbe più appropriato) migliore per affrontare un libro che parla di padri e figli, vi sbagliate. So ancora mettere da parte i miei pregiudizi.
Poi c'era anche la fiducia e la curiosità nel nuovo contributo di Bonvissuto, scrittore che ho conosciuto, letto e riletto, e recensito per l'imprescindibile Dentro.
Scena padre, a dar seguito alle recensioni in rete (che sembrano un po' l'una scopiazzata dall'altra, ma forse è la mia consueta malizia), è descritto come un coro di voci (di padri) che parlano dell'essere genitori e dell'avere figli.
Non è un coro: se avete qualche rudimento di teoria musicale (ma in realtà è sufficiente aver visto un raduno di alpini), capirete che Scena padre somiglia più ad un confronto tra solisti.
25 gennaio 2016
MEGADETH – Dystopia
Il 2015 si era chiuso con due grandi album: Purple dei Baroness e Repentless degli Slayer; e mentre questi album uscivano, crescevano l'attesa per il quindicesimo lavoro in studio dei Megadeth: Dystopia, uscito 4 giorni fa (per la Universal) dopo mesi di annunci e teaser sui social media e sui magazine di settore. Quindi appena ho potuto l'ho acquistato in versione CDRip su Amazon, l'ho trasferito nel mio fedele iPod del 2006, ho collegato le mie auricolari AKG e ho premuto Play.
Mi è piaciuto al primo ascolto: un album potente, ben strutturato, quasi rabbioso, finalmente convincente dopo alcune uscite non esattamente memorabili (United abominations, Super collider).
I brani sono la quintessenza del thrash metal, con riff veloci, una sezione ritmica impeccabile (affidata al veterano Ellefson e a Chris Adler) e la chitarra solista di Kiko Loureiro che farà sciogliere le riserve anche ai fan più scettici (quelli che magari ancora dicono: "quando c'era Friedman...").
La title track è eccellente, con un crescendo nella parte finale che, per potenza e tiro, ci riporta alle origini del thrash metal della Bay Area. L'intro di chitarra classica di Conquer or die crea una tensione elevata; ma poi si torna con il gain a 11 e velocità supersoniche, perché questo è thrash metal, bellezza; e se al calcio preferisci la carezza, lascia perdere i Megadeth.
Tutto il CD è curato nei minimi dettagli, dalle esecuzioni ineccepibili e precisissime, al missaggio e alle scelte di registrazione (ad esempio l'elevato livello delle parti vocali), ai suoni, sicuramente molto moderni.
Una nota a parte la meritano le parti vocali, non esattamente un punto di forza di Mustaine negli ultimi anni (soprattutto nelle sue perfomance dal vivo), e per due motivi: in primo luogo, il rosso vocalist sembra aver ritrovato l'intonazione e l'estensione vocale che sembravano ormai perdute; in secondo luogo, per chiarezza dei testi; Mustaine ha sempre avuto un'ottima dizione ma in Dystopia supera se stesso come se fosse preoccupato di far comprendere immediatamente le parole e i messaggi affidati alle canzoni.
Nonostante i recenti e frequenti cambi di line up, che non poco hanno influito sul sound del gruppo, con Dystopia i Megadeth sembrano aver ritrovato la carica, la rabbia e la creatività di Youthanasia se non, addirittura, di Killing is my business.
18 novembre 2015
BARONESS – Shock Me [OFFICIAL]
Il 18 dicembre - data di uscita di Purple - si avvicina e i Baroness, dopo Chlorine & Wine, hanno lanciato un nuovo singolo su YouTube.
29 settembre 2015
I Baroness e gli omaggi a Gilmour.
Basta ascoltare le prime emozionanti note del nuovo singolo Chlorine and Wine dei Baroness (l'album Purple uscirà il prossimo 18 dicembre) per cogliere alcuni omaggi e citazioni, dapprima sommessi poi più intensi, a David Gilmour.
L'intro di pianoforte richiama atmosfere dei Pink Floyd.
L'arpeggio di chitarra ha un suono di impronta fortemente gilmouriana. Il primo solo, peraltro suonato su una Stratocaster nera con un bellissimo clean, richiama Comfortably numb.
Ma è nel testo che gli omaggi si fanno più evidenti, dalla storia stessa narrata dalla canzone (ricoveri, letti di ospedale) fino alla seconda strofa in cui Baizley canta:
The day I stopped swimming
And came out of the tide
I’d never felt so
uncomfortably dumb
Le atmosfere sono più cupe di quelle dei Floyd, e il primo riff distorto ci ricorda che, dopo tutto, i Baroness sono una delle band più heavy in circolazione. Ma, con questa canzone, confermano ancora una volta di essere il lato colto, complesso, intellettuale e melodico dello sludge metal.
Senza dubbio, Purple sarà IL disco del 2015.
L'intro di pianoforte richiama atmosfere dei Pink Floyd.
L'arpeggio di chitarra ha un suono di impronta fortemente gilmouriana. Il primo solo, peraltro suonato su una Stratocaster nera con un bellissimo clean, richiama Comfortably numb.
Ma è nel testo che gli omaggi si fanno più evidenti, dalla storia stessa narrata dalla canzone (ricoveri, letti di ospedale) fino alla seconda strofa in cui Baizley canta:
The day I stopped swimming
And came out of the tide
I’d never felt so
uncomfortably dumb
Le atmosfere sono più cupe di quelle dei Floyd, e il primo riff distorto ci ricorda che, dopo tutto, i Baroness sono una delle band più heavy in circolazione. Ma, con questa canzone, confermano ancora una volta di essere il lato colto, complesso, intellettuale e melodico dello sludge metal.
Senza dubbio, Purple sarà IL disco del 2015.
08 settembre 2015
Suzuki V-Strom: faro posteriore/stop a LED
Dopo l'installazione di lampade Osram e luci di posizione a LED, ho sostituito la luce targa con un LED ed installato un faro posteriore sostitutivo a LED che integra luci di posizione, stop e frecce.
Per questo componente la procedura di installazione (la trovate qui) è semplice ma molto lunga (ci ho messo un paio di ore) perché richiede lo smontaggio di piastra bauletto, maniglioni e parafango posteriore, nonché un cablaggio un po' diverso da quello originale (che è basato su due lampade a doppio filamento).
Alla fine il risultato è buono.
Per questo componente la procedura di installazione (la trovate qui) è semplice ma molto lunga (ci ho messo un paio di ore) perché richiede lo smontaggio di piastra bauletto, maniglioni e parafango posteriore, nonché un cablaggio un po' diverso da quello originale (che è basato su due lampade a doppio filamento).
Alla fine il risultato è buono.
05 settembre 2015
The Zutons - Valerie - Guitar Cover
Oggi mi sono cimentato a registrare una traccia di chitarra (un accompagnamento fingerstyle) per questa canzone dei The Zutons rifatta anche da Amy Winehouse.
The Zutons - Valerie - Cover from giuseppe piersantelli on Vimeo.
28 agosto 2015
[Baroness]. Musica. Ecco, qui c'è tutto.
Sono un grande fan dei Baroness. Della prima ora. Oggi hanno annunciato che il prossimo dicembre uscirà il loro nuovo album intitolato Purple. E' già possibile ascoltare il brano Chlorine & Wine.
Io l'ho ascoltata e, come da titolo, posso dire che qui, musicalmente, c'è tutto. Tutto quello che mi piace, che vorrei ascoltare e ascolterei per ore, che rende un brano grande e completo. L'arrangiamento è superbo, le chitarre sono tante (clean, distorte, acustiche) e tutte perfette, come la struttura ritmica e le voci. Un brano pieno, quasi traboccante, ma così forte da rimanere sempre sul punto di esplodere, senza farlo.
Io l'ho ascoltata e, come da titolo, posso dire che qui, musicalmente, c'è tutto. Tutto quello che mi piace, che vorrei ascoltare e ascolterei per ore, che rende un brano grande e completo. L'arrangiamento è superbo, le chitarre sono tante (clean, distorte, acustiche) e tutte perfette, come la struttura ritmica e le voci. Un brano pieno, quasi traboccante, ma così forte da rimanere sempre sul punto di esplodere, senza farlo.
09 giugno 2015
Osram Night Breaker Unlimited, prime impressioni.
Dopo aver sostituito le luci di posizione della mia V-Strom con LED, più per un fatto estetico chefunzionale, da qualche tempo avevo in mente di sostituire anche le lampade alogene anabbaglianti/abbaglianti. di primo equipaggiamento (Osram Long Life). Un punto a loro favore: sono le stesse del 2007, mai bruciate. A sfavore: colore un po' giallognolo.
Stando alle recensioni in rete, il podio delle alogene potenti ma omologate se lo contendono le Philips xTreme Vision e le Osram Night Breaker Unlimited. Ho optato per le seconde; acquistate su Amazon, pagate un terzo rispetto ai retailer (è l'e-commerce, bellezza), arrivate in qualche giorno in confezione blisterata (erano disponibili nella scatola di plastica rigida, a 2 euro in più: ha prevalso il braccino corto).
Breve inciso: sono indicate per le auto; per le moto esiste il modello specifico che costa di più e, in teoria, dovrebbe essere più resistente alle vibrazioni. E se poi cambia solo la scatola?
Se non avete capito che la Night Breaker Unlimited è montata nel proiettore destro (il sinistro per chi guarda), vuole dire che:
Un po' di differenza, soprattutto nella parte bassa della parabola c'è: la luce è un po' più bianca (non saprei dire se +20% come promette il costruttore) e sembra più intensa. Ma chiariamo le cose: queste lampade NON emettono una luce bianca fredda. Guardate le posizioni a LED da 6000° K: c'è una bella differenza.
Puntando il fascio luminoso verso una superficie scura riflettente (ad esempio la carrozzeria di un SUV nero), è possibile vedere riflessi più bianchi rispetto al proiettore di sinistra.
La prova di notte non l'ho ancora fatta ma non mi aspetto miracoli. Il vero miracolo sarebbe avvicinarsi alla durata (8 anni) delle Osram originali, ma non ci spero: è lo stesso costruttore a dichiarare una vita media abbastanza bassa.
In sintesi: uno sfizio per mitigare la differenza di temperatura rispetto alle posizioni e che (forse) offre un lieve incremento della visibilità notturna.
Alternative legali? Ci sarebbero le Cool Blue , ma le ho scartate per timore di rischiare un po' l'effetto tamarro di periferia che gira con l'autoradio a palla e il braccio fuori dal finestrino. In altre parole, se si vuole la vera luce bianca, le soluzioni sono Xenon after market (ma i proiettori non sono idonei ad ospitarli) oppure lampade full LED (ma non quelle da 10 euro, eh). I primi non sono omologati, sui secondi si capisce ancora poco.
Stando alle recensioni in rete, il podio delle alogene potenti ma omologate se lo contendono le Philips xTreme Vision e le Osram Night Breaker Unlimited. Ho optato per le seconde; acquistate su Amazon, pagate un terzo rispetto ai retailer (è l'e-commerce, bellezza), arrivate in qualche giorno in confezione blisterata (erano disponibili nella scatola di plastica rigida, a 2 euro in più: ha prevalso il braccino corto).
Breve inciso: sono indicate per le auto; per le moto esiste il modello specifico che costa di più e, in teoria, dovrebbe essere più resistente alle vibrazioni. E se poi cambia solo la scatola?
Io credo sempre poco ai dati tecnici e alle comparative perché non ti dicono mai con cosa davvero comparano un prodotto. Ma nemmeno dispongo di strumenti di misura (ad esempio per i lumen o la temperatura della luce). Ne ho montata una per confrontarla con la Osram originale vecchia di 8 anni.
Se non avete capito che la Night Breaker Unlimited è montata nel proiettore destro (il sinistro per chi guarda), vuole dire che:
- avete un monito peggiore del mio, oppure:
- non ci sono davvero differenze tra le lampade.
Un po' di differenza, soprattutto nella parte bassa della parabola c'è: la luce è un po' più bianca (non saprei dire se +20% come promette il costruttore) e sembra più intensa. Ma chiariamo le cose: queste lampade NON emettono una luce bianca fredda. Guardate le posizioni a LED da 6000° K: c'è una bella differenza.
Puntando il fascio luminoso verso una superficie scura riflettente (ad esempio la carrozzeria di un SUV nero), è possibile vedere riflessi più bianchi rispetto al proiettore di sinistra.
La prova di notte non l'ho ancora fatta ma non mi aspetto miracoli. Il vero miracolo sarebbe avvicinarsi alla durata (8 anni) delle Osram originali, ma non ci spero: è lo stesso costruttore a dichiarare una vita media abbastanza bassa.
In sintesi: uno sfizio per mitigare la differenza di temperatura rispetto alle posizioni e che (forse) offre un lieve incremento della visibilità notturna.
Alternative legali? Ci sarebbero le Cool Blue , ma le ho scartate per timore di rischiare un po' l'effetto tamarro di periferia che gira con l'autoradio a palla e il braccio fuori dal finestrino. In altre parole, se si vuole la vera luce bianca, le soluzioni sono Xenon after market (ma i proiettori non sono idonei ad ospitarli) oppure lampade full LED (ma non quelle da 10 euro, eh). I primi non sono omologati, sui secondi si capisce ancora poco.
27 gennaio 2015
Martin FX Silk and Phosphor: Recensione corde per chitarra acustica.
Negli scorsi mesi ho acquistato on line molti set di corde per chitarra acustica, quasi tutti phosphor bronze, ma di marche, scalature e tensioni diverse, sia per provare diverse sonorità che per testarne la durata e la brillantezza.
Tra queste ho comprato diverse mute di Martin FX, sigla che significa Flexible Core, caratterizzate da un'anima molto flessibile.
In questo video, un product manager Martin descrive la gamma FX.
In particolare ultimamente ho provato le FX Silk and Phopsphor, disponibili in una sola scalatura custom molto leggera: .011 - .047. Dal sito Martin:
Si tratta di corde molto particolari: grazie al mix tra scalatura leggera, anima sottile e materiali flessibili, queste corde hanno una tensione tra le più leggere di quelle che abbia provato, con un feeling molto interessante.
Suono unplugged. Per certi versi ricordano corde da elettrica: ad esempio la facilità del bending, la ridotta pressione richiesta per formare le note. Per altri aspetti hanno non poche similitudini con le corde per chitarra classica. Installate su una chitarra acustica, il tono è sì brillante e metallico come nelle folk, ma più morbido, soft, meno definito ed ovattato.
Suono amplificato. C'è da dire che le corde sono montate su una acustica equipaggiata con un piezo , per cui il suono è molto influenzato dal tipo di trasduttore. Il volume è più contenuto rispetto a corde con scalatura 0.11-0.52 e di tipo phosphor bronze, per cui occorre regolare con attenzione il volume del setup, ma soprattutto le differenze si sentono nell'attacco che in queste Martin è più morbido, meno incisivo. Il suono in generale è più delicato e sufficientemente equilibrato, con una leggera prevalenza di bassi rispetto ai canti (di nuovo, questo dipende da molti fattori dello strumento).
In sintesi: corde ottime per studiare, da tenere su una seconda chitarra e per eseguire brani "fisicamente" impegnativi; bene per il flatpciking, richiedono di modificare la dinamica nel fingerstyle.
Tra queste ho comprato diverse mute di Martin FX, sigla che significa Flexible Core, caratterizzate da un'anima molto flessibile.
In questo video, un product manager Martin descrive la gamma FX.
In particolare ultimamente ho provato le FX Silk and Phopsphor, disponibili in una sola scalatura custom molto leggera: .011 - .047. Dal sito Martin:
Martin FX Silk & Phosphor acoustic guitar strings are made with tin-plated steel core wire and phosphor bronze compound wrap wire.
Si tratta di corde molto particolari: grazie al mix tra scalatura leggera, anima sottile e materiali flessibili, queste corde hanno una tensione tra le più leggere di quelle che abbia provato, con un feeling molto interessante.
Suono unplugged. Per certi versi ricordano corde da elettrica: ad esempio la facilità del bending, la ridotta pressione richiesta per formare le note. Per altri aspetti hanno non poche similitudini con le corde per chitarra classica. Installate su una chitarra acustica, il tono è sì brillante e metallico come nelle folk, ma più morbido, soft, meno definito ed ovattato.
Suono amplificato. C'è da dire che le corde sono montate su una acustica equipaggiata con un piezo , per cui il suono è molto influenzato dal tipo di trasduttore. Il volume è più contenuto rispetto a corde con scalatura 0.11-0.52 e di tipo phosphor bronze, per cui occorre regolare con attenzione il volume del setup, ma soprattutto le differenze si sentono nell'attacco che in queste Martin è più morbido, meno incisivo. Il suono in generale è più delicato e sufficientemente equilibrato, con una leggera prevalenza di bassi rispetto ai canti (di nuovo, questo dipende da molti fattori dello strumento).
In sintesi: corde ottime per studiare, da tenere su una seconda chitarra e per eseguire brani "fisicamente" impegnativi; bene per il flatpciking, richiedono di modificare la dinamica nel fingerstyle.
26 gennaio 2015
EveryTrail.com di nuovo raggiungibile.
[update] Per circa una settimana, il sito Everytrail.com è risultato non raggiungibile. Da oggi, a quanto pare è nuovamente raggiungibile.
Everytrail è il sito che da anni uso per pubblicare le tracce gpx dei miei giri in mountain bike, creare percorsi animati ed embeddarli nel mio blog. Per questo motivo, nei miei post di bici, lo script con la traccia animata non è funzionante o visibile.Per fortuna da qualche tempo sono passato a Garmin Connect: tutti i percorsi descritti in questo blog sono anche nel mio profilo Garmin.
I motivi di questo down sono ignoti. L'account Twitter di Everytrail non è più aggiornato da 18 mesi, il forum è chiuso per spam.
Tuttavia un utente di Is it down right now segnala che Everytrail è raggiungibile ad un indirizzo alternativo: http://et2.everytrail.com/, che però non è stato aggiornato nelle applicazioni Android (lite e pro) né comunicato agli utenti. L'autenticazione funziona con le credenziali usuali e anche i dati sembrano essere disponibili (questo il mio profilo http://et2.everytrail.com/profile.php?user_id=39604); i tempi di risposta sono invece molto lenti.
Ho provato a modificare la base url dei track animati in tutti i post del mio blog per farli tornare attivi, ma senza successo: le animazioni flash non sembrano più attive.
Iscriviti a:
Post (Atom)