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Come si suol dire, vi aspetto numerosi!
09 giugno 2011
Google commemora Les Paul.
Con un doodle memorabile: una chitarra stilizzata le cui corde suonano se toccate con mouse o tastiera (realizzato in HTML5 e non in Flash).
Cliccando sul doodle, ovviamente, una ricerca sul mitico chitarrista e inventore della chitarra che ha fatto il rock.
Cliccando sul doodle, ovviamente, una ricerca sul mitico chitarrista e inventore della chitarra che ha fatto il rock.
08 giugno 2011
::senzainnocenza:: sul tuo smartphone!
Novità per il tuo smartphone!
Da oggi puoi seguire il mio blog e leggere i post anche sul tuo smartphone o cellulare connesso ad Internet:
collegandoti al sito http://gpiersantelli.blogspot.com/?m=1 potrai accedere ad una versione "light" del mio blog ::senzainnocenza::, veloce da caricare e agevole da leggere. Aggiungi l'indirizzo ai tuoi preferiti anche sul tuo smartphone per leggere i post in mobilità!
06 giugno 2011
Giacomo Pacini, Le organizzazioni paramilitari nell'Italia Repubblicana (1945-1991).
Desideravo da tempo approfondire la conoscenza sulla genesi e sulla organizzazione delle strutture paramilitari sorte nell'Italia repubblicana, in genere in funzione anticomunista. Il volume di Pacini, edito da Prospettiva nel 2008, è un progetto ambizioso e davvero ben documentato che però non raggiunge completamente l'obiettivo prefisso né soddisfa le mie aspettative di lettore.
Il pregio di questo libro è senz'altro la vastissima ed organica ricerca documentale che va ben oltre i testi consueti reperibili nelle bibliografie dei saggi in tema di Gladio e strutture Stay behind affini. La quantità di fonti consultate e verificate con impeccabile metodo scientifico è uno sforzo encomiabile e dubito esistano trattazioni così dettagliate sulle formazioni di origine partigiana che presero vita nel dopoguerra per contrastare l'influenza e il pericolo del regime comunista jugoslavo ai nostri confini orientali.
Tuttavia, il testo ha due principali difetti o mancanze. La prima, più grave, è una incompiutezza, per così dire, sulle vicende più recenti relative a Gladio: se, da un lato, le informazioni sulla nascita di questa struttura sono moltissime e davvero dettagliate, dall'altro ho trovato poco approfondita l'analisi della sua evoluzione, della sua organizzazione, dei rapporti con la politica interna ed estera, delle effettive attività svolte durante la Guerra Fredda. Mi aspettavo rivelazioni o conferme sulla vita e sulla condotta dei suoi membri effettivi, o per lo meno sulle attività di reclutamento, addestramento e preparazione in caso di crisi internazionale.
Il secondo aspetto che ho trovato, alla lunga, un po' ostico è l'eccessiva prudenza delle affermazioni: ogni frase, ragionamento, ricostruzione è corredata da una serie di periodi ipotetici, verbi al condizionale, avverbi dubitativi, quasi l'autore volesse sempre mettere le mani avanti su quanto affermato. Lo reputo un atteggiamento scientificamente corretto ma praticamente discutibile poiché la lettura risulta eccessivamente faticosa e l'autore titubante e poco sicuro delle proprie (documentatissime, verificatissime) tesi.
Le organizzazioni paramilitari ha un po' deluso le mie aspettative (almeno quelle nate dalla lettura della sinossi in quarta di copertina) sulle attività sotto copertura delle organizzazioni Stay behind in Italia, e sulla effettiva influenza esercitata sui delicati equilibri degli anni 50, 60 e 70; è invero un testo eccellente per comprendere il contesto storico e geopolitico della genesi di tali organizzazioni.
Scheda
Giacomo Pacini
Le organizzazioni paramilitari nell'Italia Repubblicana (1945-1991)
ISBN: 978-88-7418-532-0
Pagine 219
Euro 12,00
Prospettiva Editrice ed. 2008
Link all'editore
Il pregio di questo libro è senz'altro la vastissima ed organica ricerca documentale che va ben oltre i testi consueti reperibili nelle bibliografie dei saggi in tema di Gladio e strutture Stay behind affini. La quantità di fonti consultate e verificate con impeccabile metodo scientifico è uno sforzo encomiabile e dubito esistano trattazioni così dettagliate sulle formazioni di origine partigiana che presero vita nel dopoguerra per contrastare l'influenza e il pericolo del regime comunista jugoslavo ai nostri confini orientali.
Tuttavia, il testo ha due principali difetti o mancanze. La prima, più grave, è una incompiutezza, per così dire, sulle vicende più recenti relative a Gladio: se, da un lato, le informazioni sulla nascita di questa struttura sono moltissime e davvero dettagliate, dall'altro ho trovato poco approfondita l'analisi della sua evoluzione, della sua organizzazione, dei rapporti con la politica interna ed estera, delle effettive attività svolte durante la Guerra Fredda. Mi aspettavo rivelazioni o conferme sulla vita e sulla condotta dei suoi membri effettivi, o per lo meno sulle attività di reclutamento, addestramento e preparazione in caso di crisi internazionale.
Il secondo aspetto che ho trovato, alla lunga, un po' ostico è l'eccessiva prudenza delle affermazioni: ogni frase, ragionamento, ricostruzione è corredata da una serie di periodi ipotetici, verbi al condizionale, avverbi dubitativi, quasi l'autore volesse sempre mettere le mani avanti su quanto affermato. Lo reputo un atteggiamento scientificamente corretto ma praticamente discutibile poiché la lettura risulta eccessivamente faticosa e l'autore titubante e poco sicuro delle proprie (documentatissime, verificatissime) tesi.
Le organizzazioni paramilitari ha un po' deluso le mie aspettative (almeno quelle nate dalla lettura della sinossi in quarta di copertina) sulle attività sotto copertura delle organizzazioni Stay behind in Italia, e sulla effettiva influenza esercitata sui delicati equilibri degli anni 50, 60 e 70; è invero un testo eccellente per comprendere il contesto storico e geopolitico della genesi di tali organizzazioni.
Scheda
Giacomo Pacini
Le organizzazioni paramilitari nell'Italia Repubblicana (1945-1991)
ISBN: 978-88-7418-532-0
Pagine 219
Euro 12,00
Prospettiva Editrice ed. 2008
Link all'editore
17 maggio 2011
Mimmo Franzinelli, Il piano Solo.
Da tempo desideravo approfondire la mia conoscenza sui fatti dell'estate del '64, segnata da vicende politiche che sono state a lungo avvolte nel piu' fitto mistero e, successivamente, oggetto di interpretazioni non sempre pertinenti. Il riferimento e' al piano di emergenza realizzato e portato avanti dal generale De Lorenzo in funzione anticomunista, e lo spunto lo ha dato il completo e documentatissimo saggio dello storico Mimmo Franzinelli, gia' autore di validissimi testi sul tema dell'eversione nera e dei servizi segreti.
Il sito di Franzinelli raccoglie una vasta rassegna stampa con le recensioni pubblicate su quotidiani nazionali, e rimando a questa pagina chi volesse conoscere nel dettaglio i contenuti del libro e i contorni della vicenda in oggetto.
Mi preme, invece, evidenziare qualche considerazione personale.
La prima e' relativa alla effettiva gravita' delle attivita' segretamente tramate da un ristretto gruppo di potere cui facevano parte il presidente della Repubblica, il citato generale, capi di Stato Maggiore delle Armi, politici di solida (ed enfatizzata) fede anticomunista. Se da un lato, come documentato da Franzinelli, si e' trattato senz'altro di una discutibile e spregiudicata iniziativa lesiva delle liberta' costituzionali di cittadini, soggetti politici, organizzazioni, un'iniziativa che va ben al di la' della consuetudo ad excludendum negli strumenti di democrazia rappresentativa; dall'altro, il saggio mitiga i toni accesi di tanta letteratura che ha sempre descritto il piano Solo come un colpo di stato, sebbene non attuato. Tuttavia, la lettura della vasta selezione documentale, mette in evidenza anche la fragilita' e l'organizzazione un po' approssimativa del piano. Senza citare il solito e comodo "golpe da operetta", e' tuttavia lecito domandarsi quali effetti sarebbero scaturiti da questa azione se il piano fosse stato realmente messo in atto seguendo le disposizioni dello zelante generale. Certo e', ma questo si e' sempre saputo, che la forza dirompente del progetto era insita nella presenza territoriale e nella affidabilita' degli uomini dell'Arma a cui - solo e soltanto - spettavano le manovre.
Il secondo aspetto che emerge con forza dal saggio e' il confronto tra le personalita' dei tre uomini chiave del periodo: de Lorenzo, ufficiale persuasivo, energico e camaleontico; il presidente Segni, quasi ossessionato dal pericolo comunista (ma si dovrebbe rivivere quegli anni per formulare un giudizio piu' corretto), e indubbiamente soggetto all'influenza del generale; infine Aldo Moro, di cui emergono, al di la' delle convinzioni sull'alleanza con socialisti e comunisti, tratti di fragilita' se non addirittura debolezza, un'indole piu' meditativa che attuativa. Il saggio non lesina descrizioni, analisi e ritratti di molti uomini testimoni o rappresentanti, per parte politica, civile o militare, ella crisi del centro sinistra dei primi ani Sessanta.
Il piano Solo e' un testo equilibrato e coerente, corredato da una moltissimi documenti e riferimenti storici e bibliografici, ed da il pregio di dare la giusta dimensione alla vicenda senza trovare facili giustificazioni e senza mai negare il carattere illecito di molti dei suoi aspetti.
Scheda del libro
Titolo: Il piano Solo. I servizi segreti, il centro-sinistra e il «golpe» del 1964
Autore: Franzinelli Mimmo
Editore: Mondadori
Collana: Le scie
Data di Pubblicazione: 2010
ISBN: 8804526629
ISBN-13: 9788804526629
Pagine: 381
Il sito di Franzinelli raccoglie una vasta rassegna stampa con le recensioni pubblicate su quotidiani nazionali, e rimando a questa pagina chi volesse conoscere nel dettaglio i contenuti del libro e i contorni della vicenda in oggetto.
Mi preme, invece, evidenziare qualche considerazione personale.
La prima e' relativa alla effettiva gravita' delle attivita' segretamente tramate da un ristretto gruppo di potere cui facevano parte il presidente della Repubblica, il citato generale, capi di Stato Maggiore delle Armi, politici di solida (ed enfatizzata) fede anticomunista. Se da un lato, come documentato da Franzinelli, si e' trattato senz'altro di una discutibile e spregiudicata iniziativa lesiva delle liberta' costituzionali di cittadini, soggetti politici, organizzazioni, un'iniziativa che va ben al di la' della consuetudo ad excludendum negli strumenti di democrazia rappresentativa; dall'altro, il saggio mitiga i toni accesi di tanta letteratura che ha sempre descritto il piano Solo come un colpo di stato, sebbene non attuato. Tuttavia, la lettura della vasta selezione documentale, mette in evidenza anche la fragilita' e l'organizzazione un po' approssimativa del piano. Senza citare il solito e comodo "golpe da operetta", e' tuttavia lecito domandarsi quali effetti sarebbero scaturiti da questa azione se il piano fosse stato realmente messo in atto seguendo le disposizioni dello zelante generale. Certo e', ma questo si e' sempre saputo, che la forza dirompente del progetto era insita nella presenza territoriale e nella affidabilita' degli uomini dell'Arma a cui - solo e soltanto - spettavano le manovre.
Il secondo aspetto che emerge con forza dal saggio e' il confronto tra le personalita' dei tre uomini chiave del periodo: de Lorenzo, ufficiale persuasivo, energico e camaleontico; il presidente Segni, quasi ossessionato dal pericolo comunista (ma si dovrebbe rivivere quegli anni per formulare un giudizio piu' corretto), e indubbiamente soggetto all'influenza del generale; infine Aldo Moro, di cui emergono, al di la' delle convinzioni sull'alleanza con socialisti e comunisti, tratti di fragilita' se non addirittura debolezza, un'indole piu' meditativa che attuativa. Il saggio non lesina descrizioni, analisi e ritratti di molti uomini testimoni o rappresentanti, per parte politica, civile o militare, ella crisi del centro sinistra dei primi ani Sessanta.
Il piano Solo e' un testo equilibrato e coerente, corredato da una moltissimi documenti e riferimenti storici e bibliografici, ed da il pregio di dare la giusta dimensione alla vicenda senza trovare facili giustificazioni e senza mai negare il carattere illecito di molti dei suoi aspetti.
Scheda del libro
Titolo: Il piano Solo. I servizi segreti, il centro-sinistra e il «golpe» del 1964
Autore: Franzinelli Mimmo
Editore: Mondadori
Collana: Le scie
Data di Pubblicazione: 2010
ISBN: 8804526629
ISBN-13: 9788804526629
Pagine: 381
10 maggio 2011
09 maggio 2011
27 aprile 2011
Populismo, razzismo, etnocentrismo: un commento condivisibile.
La sig.ra Palombelli firma oggi un brillantissimo e pacato commento sulle tendenze involutive sul rapporto con stranieri e migranti, tendenze che accomunano Italia, Finlandia, Francia e USA.
Vi è un passaggio che merita di essere citato:
Cittadino europeo, appunto: la possibile revoca o rinegoziazione del trattato di Schengen costituisce, più idealmente che formalmente, una delusione amara, un pesante passo indietro nella costruzione, lunga e faticosa, di una integrazione europea che possa andare al di là dell'adozione della moneta unica: si tratta invero della costruzione di una cultura dell'integrazione che nasce dalla rinuncia a confini e barriere.
Nel delicato Big Game imperialista, per quanto obsoleto suoni questo aggettivo, si doveva tenere conto, quale conseguenza del nostro benessere di lunga data (risorse, manodopera), di movimenti migratori dettati non più dalla ricerca della fortuna ma dalla fuga da un destino infausto. Le reazioni istintive portano alla difesa del proprio territorio, dei propri agi; ma una vera politica comunitaria dovrebbe intervenire a riportare la luce sopra il crepuscolo della nostra ragione, non ad erigere nuovi muri e nuove barriere.
Vi è un passaggio che merita di essere citato:
La brama di radici, ancora una volta, impedisce il camminare dell'uomo e lo sguardo oltre la propria persona, il proprio recinto.Mi pare una nota pertinente, corretta: in tempi di grandi cambiamenti, di cui noi cittadini europei (cittadini del benessere e della sicurezza) siamo artefici e vittime al contempo, è forte e presente la tentazione di aggrapparsi a valori di cui si fa un uso strumentale per difendere i privilegi acquisiti o conquistati.
Cittadino europeo, appunto: la possibile revoca o rinegoziazione del trattato di Schengen costituisce, più idealmente che formalmente, una delusione amara, un pesante passo indietro nella costruzione, lunga e faticosa, di una integrazione europea che possa andare al di là dell'adozione della moneta unica: si tratta invero della costruzione di una cultura dell'integrazione che nasce dalla rinuncia a confini e barriere.
Nel delicato Big Game imperialista, per quanto obsoleto suoni questo aggettivo, si doveva tenere conto, quale conseguenza del nostro benessere di lunga data (risorse, manodopera), di movimenti migratori dettati non più dalla ricerca della fortuna ma dalla fuga da un destino infausto. Le reazioni istintive portano alla difesa del proprio territorio, dei propri agi; ma una vera politica comunitaria dovrebbe intervenire a riportare la luce sopra il crepuscolo della nostra ragione, non ad erigere nuovi muri e nuove barriere.
18 aprile 2011
Bussoleno - Rif. Amprimo - Rif. Valgravio.
Giro davvero gratificante in mezzo agli scenari mozzafiato del parco naturale Orsiera Rocciavré, con soste ai rifugi Amprimo e Valgravio.
La discesa sui sentieri 512 e GTA è stato semplicemente fantastico, con lunghi tratti in mezzo al bosco e molto vario con pietre smosse, fogliame, terriccio, ma comunque in condizioni molto buone: quindi godibilissimo dall'inizio alla fine.
Qui sotto il percorso animato realizzato con la traccia GPX di Glaucos.
Ed ecco il video.
La discesa sui sentieri 512 e GTA è stato semplicemente fantastico, con lunghi tratti in mezzo al bosco e molto vario con pietre smosse, fogliame, terriccio, ma comunque in condizioni molto buone: quindi godibilissimo dall'inizio alla fine.
Qui sotto il percorso animato realizzato con la traccia GPX di Glaucos.
Bussoleno - Rif. Val Gravio
Ed ecco il video.
07 aprile 2011
Questa piccola luce accesa è Internet.
Se per voi che state leggendo Internet è Facebook o un'app installata sul vostro smartphone, allora questo post NON è per voi né lo capireste.
Ma se, come il sottoscritto, siete connessi dagli anni 90 e avete attraversato molti dei paradigmi della rete (non sto qui a citarli tutti, ma partiamo dai BBS per arrivare al web semantico), allora per favore, andate avanti con la lettura.
Perché questa piccola storia è una di quelle storie che raccontano più e meglio di tanti libri e presentazioni su slideshare.com, che cosìè davvero la rete.
La storia inizia in una piovosa sera di febbraio, nel piazzale antistante uno studio di registrazione con sale prove. Ci si affretta verso la sala, si monta velocemente il rig (nello specifico, un amplificatore Kustom Sienna 35, compressore e chitarra acustica; impianto voce su mixer; basso e amplificatore), ci si predispone anche mentalmente per provare la scaletta.
Accendo l'amplificatore, il mio Kustom per chitarra acustica, regolo volume, attacco e riverbero, le solite cose, insomma, ma qualcosa va storto: l'amplificatore si spegne, non senza emettere un rumore poco confortante. Inutili i tentativi di riaccenderlo. La spia rimane sempre spenta.
Inizia quindi quel complocato processo che è la diagnosi. Ora, se avete un minimo di dimestichezza con l'elettrotecnica, sapete che la prima cosa da fare con un amplificatore a transitor (Dio benedica le valvole l'hand wiring, ma qui siamo sulla produzione economica) è scaricare e leggere il manuale d'uso, aprire l'amplificatore, individuare il fusibile sul circuito primario e sostituirlo. Cosa che faccio e che, tristemente, non sortisce gli effetti sperati: l'ampli pare defunto.
La vera storia inizia qui. Inizia con ricerche molto mirate in rete, per vedere se qualcuno, nei vari forum DIY, elettronica, musica ecc., ha già avuto tra le mani un caso simile. Esito negativo.
Il passo successivo è chiedere, con il consueto pudore di chi sa di aver chiesto molto ma dato poco. Il luogo è i.a.m.s.c., il newsgroup di chitarra della rete usenet. Un newsgroup non è un forum, non è un blog né tantomeno un'app. E' comunque uno spazio su cui discutere un argomento. Per me, è anche i.a.m.s.c. è anche il luogo dove ho conosciuto persone con cui ho stretto legami di simpatia ed amicizia. Ed è lì che racconto il problema.
Mi viene incontro un veterano del NG, chitarrista finissimo ma anche tecnico navigato, ed inizia un fitto scambio di messaggi per analizzare il guasto, effettuare una diagnosi strumentale ed individuare la causa del malfunzionamento. Non sto a dilungarmi con i dettagli tecnici, ma alla fine Strait è giunto alla conclusione che il colpevole altri non poteva essere che il circuito integrato di potenza, consigliandomi di sostituirlo con uno nuovo.
Qui nasce un ulteriore intoppo. Perché ST Microelectronics ha cessato la produzione di quell'integrato. Ne esiste in produzione uno molto simile la cui sigla differisce per una lettera, mentre i due datasheet, ai miei occhi, sembrano uguali. Iniziano quindi le indagini verso l'assistenza tecnica Kustom. Il tentativo verso quella italiana fallisce miseramente: una mia mail a Gold Music srl finisce, probabilmente, nel loro cestino.
Ho invece più fortuna (e ti pareva) con alcuni laboratori di assistenza americani (Los Angeles e Cincinnati) nonché con la stessa form di richiesta assistenza sul sito Kustom, e in breve ricevo tre email rassicuranti che spiegano perché posso utilizzare il nuovo integrato ST.
Sempre via Internet, sul sito RS Components, acquisto l'integrato che mi viene recapitato con corriere espresso in 48 ore. Il passo successivo è dissaladare dalla board i 15 pin del componente *probabilmente* guasto e saldare il nuovo. Per male che vada, più danno di così non si può fare.
E poi viene la prova del 9: rimontare la board nello chassis, collegare la board effetti e i circuiti primario e secondario, richiudere il tutto e collegare alla 220V.
Ecco, un attimo di pausa. Di suspence. Ci vuole. Qui la domanda, retorica, è: si accenderà? Funzionerà? Avrò saldato correttamente? Avrò sostituito il pezzo giusto?
Poi la luce. Una piccola luce blu che si accende nella penombra della stanza. Una luce che è la metafora di Internet, una rete conversazionale, un luogo dove ci si confronta e ci si aiuta, senza riserve.
Una piccola luce blu, poi collego la chitarra acustica, formo il primo, tremante accordo, ed è musica. La stessa musica che si era interrotta in una piovosa sera di febbraio.
Amplificatore riparato. La soddisfazione mi allarga un sorriso da orecchia a orecchia. Urge telefonata a Strait per condividere la gioia. E devo dirlo anche a Matt, Jason e gli altri tech guys che, dagli USA, mi hanno dato una mano.
Ecco. Fine della piccola storia. Lieto fine.Jason, this blurry picture is my way so say thank you so much for helping me: the amplifier has been fixed and works. Regards.
Avete capito, ora, che cos'è Internet?
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