29 maggio 2010

Giù nel fango di Ala di Stura (SuperEnduro MTB).

Preso da una leggera scimmia da freeride, di buon'ora sono andato alla seggiovia di Ala di Stura, la risalita meccanizzata più vicino a casa. Non è un bike park, ma in occasione della gara di SuperEnduro di domani gli organizzatori hanno deliminitato due tracciati (già allestiti con passerelle e paraboliche in legno, tanto di cappello). Se non si vuole pedalare si possono fare due tracciati, (PS2 "direttissima" e PS4 "longimala") che differiscno nella parte iniziale ma condividono quasi i 2/3 del percorso a valle (metro più mentro meno). Il tracciato era aperto per le prove libere, quindi c'era un sacco di gente che domani sarà lì a gareggiare.
Qui sotto la mappa dei tracciati.

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Il problema è stato il diluvio universale di ieri sera che ha reso (per me certamente, ma ero abbastanza in buona compagnia) il tracciato impegnativo. Complici vegetazione fitta e una giornata nuvolosa (ergo, qui non asciuga niente), il fondo era un fantastico mix di terriccio smosso tipo quello che si compra nei sacchi da Castorama (però inzuppato per bene), foglie e pezzi di corteccia marci, sassi e pietre. Per la serie, ci vuole un po' di manico a scendere, cosa che io non ho e quindi il primo tentativo è stato fantozziano. Mi aspettavo di arrivare alla seggiovia in tarda serata trascinato dai ragni. Più o meno sono arrivato alla fine, senza l'aiuto dei ragni, e risalito in seggiovia per la seconda tragica manche.

Che però è andata miracolosamente bene e scorrevole fino al ripidone bastardo: trattasi di discesa lunga, ripida e fangosa, divisa in due da un albero, che termina in una curva a gomito provvista di recinzione. Tre tentativi su tre non sono andati bene, per usare un eufemismo. Mal comune mezzo gaudio, sono stato raggiunto da un gruppo di 6-7 persone che hanno avuto il mio stesso disagio, chi più chi meno, nell'affrontare il ripidone e la curva.

Qui sotto alcune immagini del ripidone.

Un biker (anonimizzato) impegnato nella discesa

Il ripidone visto dal basso

particolare della sponda della curva in fondo al ripidone

Alla terza discesa ho incontrato un paio di compagni di merende a Superga (loro sì molto bravi) che ho seguito per una variante nella strada di collegamento: una allegra pietraia con sassi grossi così. Va be', posso dire di aver fatto anche questa.
Da riprovare con fondo più asciutto. Divertente.
Ed ecco altre immagini della risalita e del percorso.





25 maggio 2010

Caldirola Downhill.

Seconda gita al bike park di Caldirola con l'allegra compagnia discesista. Tra un drop e una contropendenza, le battute e le risate rendono indimenticabili giornate come queste.
C'è anche qualche piccolo miglioramento tecnico e si scende più veloci. Ma pure facendo DH (vabbe', provandoci) si può trovare il tempo per annusare l'aria profumata di resina, guardare il bosco di larici e castagni, asoltare il canto di un cuculo.


18 maggio 2010

13 maggio 2010

Quanto petrolio c'è in mare?



Inserisci il valore che vuoi, intanto nessuno sa veramente quanto greggio esce dal pozzo e quanto se ne disperde nel Golfo del Messico (via PBS).

Per rendersi conto delle dimensioni della tragedia l'eccezionale,  basta guardare l'eccezionale (come sempre, d'altronde) reportage pubblicato in The Big Picture del Boston Globe.

Copyright REUTERS/Daniel Beltra

I soliti 4 accordi



Sacrosanto.
Ma quello in mezzo è il fratello di Jack Black?

03 maggio 2010

Quincinetto, Stra di Ciapii

clicca per visualizzare l'album di foto

Poco fuori Quincinetto, dall'autostrada A5 Aosta Torino in direzione sud, è possibile scorgere un piccolo villaggio rurale con case e manufatti in pietra, apparentemente abbandonato.
Attratto da quel luogo, sempre scorto di passaggio dal finestrino dell'auto, ho deciso di visitarlo di persona e di fare un breve reportage fotografico. Ho scoperto che è il toponimo è Via dei Chiappetti o Stra di Ciapii, ed è la strada che porta alla centrale idroelettrica di Quincinetto.Sotto una pioggia insistente e per nulla aiutato da una luce lattiginosa, ho messo insieme qualche scatto in questo album.

26 aprile 2010

Caldirola Downhill & Bike Park.

Fantastica domenica al bike park di Caldirola con qualche amico che mi ha dispensato pazientemente utili consigli per migliorare nella tecnica della discesa.
E' stata un'esperienza esaltante perché era la prima volta che potevo provare tanti tracciati diversi e con molto tempo a disposizione. I tracciati sono quattro: 1 di freeride e 3 di downhill.
La situazione meteo è stata buona ma il sole non è stato sufficiente per asciugare il terreno che, in presenza di vegetazione, era molto umido, a tratti fangoso, quasi sempre smosso e coperto di foglie. Ma alla fine meglio così, è stato un ottimo allenamento per migliorarmi in velocità, curva, assaggi tecnici, ripidoni ecc.
Drop ancora copiati, per i salti non ho tutta questa fretta. La soddisfazione è stata rendersi conto dei miglioramenti progressivi dalla prima discesa (fiato corto, rigido come un bastone, le dita sempre sui freni) a fine gioranata quando cominciavo a scendere più sciolto e veloce. Quando, al secondo tentativo, ho azzeccato il "toboga" di saliscendi della DH2 oppure sono uscito da una curva stretta dopo un ripido senza finire a terra, avevo un sorriso da orecchia a orecchia. La traccia freeride è divertente perché tecnica, guidata, sempre in mezzo al bosco; ma anche le downhill le ho trovate stupende, e soprattutto hanno il vantaggio di portarti un po' più avanti, ad aumentare la velocità.
Ci sono ancora un sacco di situazioni che mi rendono insicuro, soprattutto drop e pedane. Ma giusto per citarne due.
La Stinky si è comportata egregiamente ma, man mano che la uso, mi rendo conto che dovrei intervenire in due o tre punti, a cominciare dal ritorno troppo veloce della forcella e dalla molla del Fox DHX che è troppo dura rispetto al mio peso.
Inutile dire che il livello di chi girava era altissimo, tra pro e dilettanti. Si vedevano passaggi e salti un po' oltre le leggi della fisica.
Forse l'unica pecca di Caldirola (manutenzione a parte, sono sicuro che ci penseranno) è il tratto finale sul praton, dove convergono i tracciati: c'è l'immissione in contropendenza su una pietraia che impegna non poco.
Ma è stato grandioso al 100%, soprattutto la compagnia. E ovviamente non poteva mancare l'album fotografico. Qui sotto qualche preview.

Pronti per salire.

La seggiovia.

L'ultima neve!

Pausa pranzo.

Foto di gruppo con bici.