che ora si chiama Vodafone Friends e non e' piu' gratis.
Facciamo un passo indietro. Nel 2001-2002 ha avuto un certo successo la mobile community di Omnitel mvillage: registrazione gratuita da web, wap e sms, update del profilo con foto, chat via sms, per qualche tempo anche instant messenger per PC, ricerca dei contatti per luogo, eta', sesso eccetera. I costi erano quelli degli sms, mentre da web era tutto gratis.
Una cosa tranquilla. Che pare sia stata fermata per un baco. O almeno cosi' mi e' stato detto. La fonte e' attendibile.
Siccome la chat da web a mobile generava messaggi di testo gratuiti, qualcuno si era inventato uno scriptino che generava ennemila chiamate HTTP che corrispondevano ad ennemila messaggi da un account web a un account mobile, entrambi intestati allo stesso utente. Utente furbo, che aveva sottoscritto uno di quei piani tariffari kamikaze con autoricarica per sms ricevuti.
Per farla breve: da un PC si lasciava girare un batch che simulava una chat e nel frattempo il credito di un'utenza mobile si ingrassvaa come un maiale prima di Natale. A spese di Omnitel.
Vodafone non ha gradito il baco, e presto o tardi - la data non la so - mvillage e' stata chiusa. Il dominio www.mvillage.it punta ora a Vodafonefriends, una mobile community con look and feel assolutamente allineato allo stile Vodafone e soprattutto, con gli stessi servizi di mvillage ma tutti a pagamento. Anzi, in abbonamento -- settimanale (5 euro) o mensile (2 euro) -- come si addice al mercato dei mobile value added services.
31 dicembre 2008
30 dicembre 2008
C'e' stato un po' di silenzio, e' vero.
...nonche' alcuni problemi tecnici, come si evince dall'uso difficoltoso di apostrofi ed accenti. Il laptop che uso abitualmente mi ha piu' volte tradito e anche ora fa le bizze.
Ma queste sono scuse. Ci sono altre spiegazioni, ben piu' plausibili.
La prima e piu' importante e' che la blogosfera italiana mi ha veramente rotto le palle. Nata come una sottocultura alternativa, e' adesso una casta di caporaletti e maresciallini che giocano a fare i grandi generali; tra i vezzi piu' disgustosi delle blogstar locali, come ho avuto modo di scrivere, quello di citarsi l'un l'altro, usando il solo nome perche' tutti sanno che Luca e' Luca Sofri, per dirne una. I temi? Sempre gli stessi: si va dal commento politico ad uso Bar Sport alle riflessioni personali ad uso tram 52 ecc. ecc. Una carica innovativa pari al grammofono. Benissimo.
La seconda e' il mio mutato stile di vita, una vita appesa ormai tra Venezia e Torino. Al Future Centre si lavora e tanto; da qualche settimana ho cominciato a scrivere sul nuovo blog del Future Centre (in English only, e al momento ancora privato, per cui non fornisco URL) e il tempo per curare il mio blog personale e' diminuito.
La terza ragione e' una solenne incazzatura professionale che mi porto dietro da un paio di settimane; non posso ne' voglio divulgarne motivi e dettagli. Diciamo che alcune circostanze mi hanno fatto sentire, per usare un'espressione odiosa e inflazionata, nel posto sbagliato al momento sbagliato. Non mi ha certo aiutato nella mia attivita' di blogger-non-blogstar. Vediamo al prossimo giro.
Qualunque sia la ragione, ho scritto di meno. Guardandomi intorno, nel desolante panorama delle nostre blogstar, scrivere di meno e' un atto di onesta'. Facendo la media, equivale a scrivere meno sciocchezze, meno ovvieta'. Ne sono quasi fiero.
Chiusura. Probabilmente questo e' l'ultimo del 2008. Mai fatti bilanci di fine anno, per cui anche a questo giro nix. Idem per i propositi, tanto non si mantengono mai. Quel che avro' da dire, lo diro' qui.
Ma queste sono scuse. Ci sono altre spiegazioni, ben piu' plausibili.
La prima e piu' importante e' che la blogosfera italiana mi ha veramente rotto le palle. Nata come una sottocultura alternativa, e' adesso una casta di caporaletti e maresciallini che giocano a fare i grandi generali; tra i vezzi piu' disgustosi delle blogstar locali, come ho avuto modo di scrivere, quello di citarsi l'un l'altro, usando il solo nome perche' tutti sanno che Luca e' Luca Sofri, per dirne una. I temi? Sempre gli stessi: si va dal commento politico ad uso Bar Sport alle riflessioni personali ad uso tram 52 ecc. ecc. Una carica innovativa pari al grammofono. Benissimo.
La seconda e' il mio mutato stile di vita, una vita appesa ormai tra Venezia e Torino. Al Future Centre si lavora e tanto; da qualche settimana ho cominciato a scrivere sul nuovo blog del Future Centre (in English only, e al momento ancora privato, per cui non fornisco URL) e il tempo per curare il mio blog personale e' diminuito.
La terza ragione e' una solenne incazzatura professionale che mi porto dietro da un paio di settimane; non posso ne' voglio divulgarne motivi e dettagli. Diciamo che alcune circostanze mi hanno fatto sentire, per usare un'espressione odiosa e inflazionata, nel posto sbagliato al momento sbagliato. Non mi ha certo aiutato nella mia attivita' di blogger-non-blogstar. Vediamo al prossimo giro.
Qualunque sia la ragione, ho scritto di meno. Guardandomi intorno, nel desolante panorama delle nostre blogstar, scrivere di meno e' un atto di onesta'. Facendo la media, equivale a scrivere meno sciocchezze, meno ovvieta'. Ne sono quasi fiero.
Chiusura. Probabilmente questo e' l'ultimo del 2008. Mai fatti bilanci di fine anno, per cui anche a questo giro nix. Idem per i propositi, tanto non si mantengono mai. Quel che avro' da dire, lo diro' qui.
16 dicembre 2008
12 dicembre 2008
Qualche parola su Digital Photography as a social fabric.
Che, per chi non lo sapesse, è il titolo del progetto a cui sto lavorando presso Telecom Italia Future Centre.
Qui una video intervista al sottoscritto che cerca di non fare smorfie e di condividere i propri 0,02 cent sulle attività di progetto e sul futuro della fotografia digitale.
Qui una video intervista al sottoscritto che cerca di non fare smorfie e di condividere i propri 0,02 cent sulle attività di progetto e sul futuro della fotografia digitale.
11 dicembre 2008
A spasso con gli stivali.
10 dicembre 2008
27 novembre 2008
In partenza per New Orleans.
Foto di Robert Polidori
dalla mostra New Orleans After the Flood: Photographs by Robert Polidori
Metropolitan Museum of Art di New Orleans.
dalla mostra New Orleans After the Flood: Photographs by Robert Polidori
Metropolitan Museum of Art di New Orleans.
Sono quasi in partenza per New Orleans, dove andrò per tenere uno speech all'IEEE Globecom 2008 (titolo del paper: Use of 2D Barcode to access Multimedia Content and the Web from a Mobile Handset)
Quest'esperienza mi emoziona molto sia per la conferenza che per la mia prima volta a New Orleans. Non ci sono stato prima di Katrina, e quindi mi sarà difficile capire in pieno le trasformazioni.
Così ho cercato velocemente un paio di immagini della città, fino a che ho trovato l'immagine pubblicata qui sopra.
Ci ho messo un po' a capire il valore di questa foto, scattata da Robert Polidori ed esposta al Metropolitan Museum; sulle prime mi sembrava solo un'auto parcheggiata di fronte ad una casa. Formalmente perfetta, paesaggisticamente americana, ma poco di più.
Poi mi sono reso conto che la sua forza sta in quel segno orizzontale che corre lungo la facciata della casa e il parabrezza dell'auto: il segno lasciato dal livello dell'acqua.
23 novembre 2008
Montaggio ciclocomputer Trelock FC 510 su MTB.
Da Decathlon ho comprato alla modica cifra di 10 euro un ciclocomputer (Trelock FC 510) abbastanza completo e semplice, ma evidentemente studiato per forcelle non ammortizzate o bici da corsa. Infatti la distanza tra sensore (da montare su uno stelo della forcella) e magnete (da montare su uno dei raggi della ruota anteriore) deve essere al massimo 5 mm, mentre la distanza tra una forcella ammortizzata (specialmente se con freno a disco) e i raggi è di alcuni centimetri.
Ergo, l'accrocchio non funzionava,
Poi ho avuto l'idea di montare il sensore su uno dei due attacchi del V-Brake il che mi ha consentito di accorciare di molto le distanze tra sensore e magnete.
Con una dozzina di fascette autobloccanti (la misura più piccola) ho completato il fissaggio del sensore e del cavetto lungo il cannotto e il manubrio.
Quindi ho posizionato il ciclocomputer.
Funziona tutto che è una meraviglia.
Ergo, l'accrocchio non funzionava,
Poi ho avuto l'idea di montare il sensore su uno dei due attacchi del V-Brake il che mi ha consentito di accorciare di molto le distanze tra sensore e magnete.
Con una dozzina di fascette autobloccanti (la misura più piccola) ho completato il fissaggio del sensore e del cavetto lungo il cannotto e il manubrio.
Quindi ho posizionato il ciclocomputer.
Funziona tutto che è una meraviglia.
21 novembre 2008
Il futuro della fotografia e le possibilità infinite.
L'amico Otto mi ha segnalato questo interessante articolo di Dan Wallach sugli scenari della prossima fotografia digitale. Il testo è interessante anche perché ci sono collegamenti al pensiero e al lavoro di Vicent Laforet.
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