Le macchine complesse sono fatte di parti piccole. Che a volte, per usura o incidente, si rompono o smettono di funzionare. Cose che capitano, no? Già. Però fanno incazzare, e vediamo perché.
- I ricambi costano uno sproposito. Ieri la mia V-Strom 650 è caduta, quasi da sola. Boh, avrò posizionato male il cavalletto laterale, chi lo sa. In una frazione di secondo, è passata dalla posizione eretta a quella supina. Conta dei danni: poca roba, grazie al cielo. Leva della frizione e freccia anteriore. E che sarà mai, ho pensato. Carrozzeria intatta, niente graffi. Va là, con 20 euro me la cavo. Sti bei cazzi. Freccia di plastica 42 euro, leva in alluminio 22 euro. 120.000 del vecchio conio per due affarini inconsistenti che ho dovuto pure recuperare dall'altro capo della città. Se non altro la sostituzione non è tra le più difficili.
- I progettisti meccanici sono dei sadici che si divertono a farti impazzire per sostiuire un pezzo. La pila dell'orologio dVespa di mia moglie si è scaricata. Ovviamente l'orologio non può prendere la sua beata corrente dalla batteria della Vespa, ci macherebbe. Ha una sua piletta di cui nessuno, a parte un santo di Motoforniture, conosce l'esatta dimensione. Quindi se si ha il culo di trovarla, poi bisogna anche montarla. Allora, per mongtare una cazzo piletta da 2 euro è necessario smontare in mille pezzi tutta la parte anteriore della Vespa, scollegare cavo del contachilometri e quasi tutta la cavetteria elettrica, nominare santi noti ed ignoti per arrivare finalmente ad una fessurina microscopica all'interno della quale bisogna armeggiare come un orologiqaio (anzi, un genetista al microscopio) per togliere la pila vecchia e mettere quella nuova. Poi si deve anche rimontare tutto. Ce la fate in meno di un'ora? Io non ci sono riuscito. Però ora l'orologio funziona. A Natale le regalo uno swatch.