16 giugno 2008

Cavalera Conspiracy, Inflikted. Il ritorno di Max e Iggor Cavalera.

Dopo una lunga assenza dalla scena metal e non poche peripezie, tornano i creatori dei Sepultura, i fratelli Max e Iggor Cavalera con un nuovo progetto: Cavalera Conspiracy.

Il CD era in offerta speciale alla FNAC e l'ho comprato sulla fiducia, senza saperne nulla né averne letto uno straccio di recensione, ed è stato un acquisto fortunato.

Inflikted è un album potente, granitico, che unisce il meglio del sound etnico e a tratti tribale dei Sepultura con un metal pesante e veloce. Mark Rizzo (ex chitarrista Ill Nino) è entrato a far parte della line up e contribuisce con soli ultra tecnici che si incastrano alla perfezione nelle ritmiche di Max Cavalera.

Consigliato a tutti gli headbangers che si sono sentiti orfani dei Sepultura.

Track list

  1. "Inflikted" - 4:32
  2. "Sanctuary" - 3:23
  3. "Terrorize" - 3:37 (Dedicated to the memory of Jesse Pintado, of Terrorizer and Napalm Death, in the lyric booklet)
  4. "Black Ark" - 4:54
  5. "Ultra-Violent" - 3:47
  6. "Hex" - 2:37
  7. "The Doom of All Fires" - 2:12
  8. "Bloodbrawl" - 5:41
  9. "Nevertrust" - 2:23
  10. "Hearts of Darkness" - 4:29
  11. "Must Kill" - 5:56

All lyrics written by Max Cavalera, except "Black Ark", written by Max Cavalera and Ritchie Cavalera. All music written by Max Cavalera, except "Ultra-Violent"", written by Max Cavalera and Joe Duplantier.

14 giugno 2008

Ian McEwan, Chesil beach/2




Quasi dispiaciuto per la recensione negativa che avevo scritto su questo romanzo breve e nel timore di aver formulato un giudizio superficiale frutto di una lettura non meticolosa, ho deciso di rileggerlo. Mi sono soffermato sulle parti che meno mi avevano persuaso, specialmente sui brevi flashback descrittivi che l'Autore inserisce ogni tanto per farci capire, dato l'esile corpo di questo testo, qualcosa in più dei protagonisti, delle loro vite. Una sorta di quadro psicosociologico al fine di meglio contestualizzare le loro esistenze nella società anglosassone dei primi anni 60.
Ebbene, dopo questa seconda lettura, vorrei riformulare il mio giudizio.
Questo libero è una inutile vaccata. Prima era solo una vaccata.
Devo anche mettere il voto in stelline? Aspetta che lo cerco. No, c'è solo il pollice. Eccolo qui:

13 giugno 2008

Murderdog, God Red Rum.

Dopo un lungo periodo di assenza dalla scena metal italiana, il nocciolo duro dei Detestor (Alessandro e Paola) è tornato in studio con il gruppo Murderdog per incidere 8 micidiali tracce di genuino death metal, caratterizzato da suoni aggressivi e ritmi incalzanti. God Red Rum, pubblicato dall'etichetta Dracma di Torino, è un lavoro maturo e altamente professionale, frutto dell'indubbio talento musicale dei ragazzi e della loro lunga esperienza, onstage e in studio, che affonda le proprie radici negli anni 90.

Rispetto ai precedenti lavori dei Detestor, nel lavoro dei Murderdog si apprezzano senz'altro una maggiore creatività compositiva nei riff di chitarra di Paola, una struttura più complessa e varia dei brani e il cantato melodico alternato al growl. Personalmente avrei visto bene anche qualche solo di chitarra tra un riff e l'altro.

Ma più di tutto mi colpisce la ricercatezza e la qualità generale dei suoni strumentali, dalle chitarre che abbandonano le distorsioni estreme per un bel drive potente e definito, alla batteria, equilibrata e precisissima. Una nota sul missaggio: nell'ascolto in cuffia sembrano un po' sacrificate le parti di basso che richiedono altoparlanti di dimensioni generose per emergere nella loro dinamica.

God Red Rum è un ascolto interessante, a tratti impegnativo per la complessità di alcuni brani, senz'altro gratificante. Il suo maggior pregio è forse la varietà degli stili compositivi (sempre nell'ambito del genere) e la citata alternanza tra parti melodiche e parti decisamente più dure, con un giusto equilibrio tra adrenalina e introspezione.

Infine, il packaging è abbastanza curato, con una grafica di stampo professionale che non eccede in dettagli truculenti (che spesso abbondano in queste pubblicazioni); il booklet è molto parsimonioso di informazioni: non sono presenti i testi dei brani e nella line-up, come di consueto, troviamo i soli nomi (o soprannomi) dei musicisti.

God Red Rum è in vendita presso Masterpiece Distribution ad un prezzo più che popolare. Supportate la scena!


Murderdog, God Red Rum (Dracma 2007)

Tracklist:

01-STOMACH FORCEPS
02-TOOTH INERTIA
03-FISTFUCK
04-MOSQUITO BITE
05-ST. PETER'S KEYS
06-THE RED LINE
07-I'M NOTHING
08-VIBRO

Line-up:

Ale: vocals
Paola: guitar
Ale: bass
Teto: drums

La piccola biblioteca delle trame occulte.

L'emblema dell'organizzazione segreta stay behind Gladio

Da qualche mese sto cullando un'idea abbastanza ambiziosa: realizzare una bibliografia ragionata, commentata e critica dei saggi in tema di equilibri atlantici, massoneria e servizi deviati, strutture stay behind.

I tre argomenti - per citare solo questi, ma ve ne sarebbero alcuni altri meritevoli di menzione - hanno molti collegamenti, vicende e personaggi in comune.

Da quando ho iniziato ad interessarmi di trame occulte, il che si perde nella notte del 1990, praticamente all'indomani delle dichiarazioni del sen. Giulio Andreotti sull'esistenza di Gladio, ho acquistato, reperito e letto una quantità consistente di documenti e saggi (alcuni mancano ancora all'appello), spendendo molto tempo tra scaffali di librerie, ricerche in Internet, consultazioni bibliografiche .

Non essendo un ricercatore di storia, ho faticato non poco a scovare, nel mare magnum delle pubblicazioni di carattere storico-politico, libri che trattassero questi argomenti; mi sono imbattuto in lavori di grande valore scientifico-documentale ma anche di pubblicazioni dal contenuto scadente, approssimativo o, peggio, difficilmente verificabile (per non dire falso).

Da questa fatica è nata l'idea di mettere a disposizione dei lettori un compendio, il più obiettivo possibile, per orientarsi nella letteratura scientifica che affronta gli aspetti meno noti (e spesso torbidi) della storia italiana del dopoguerra.

Facendo tutt'altro lavoro nella vita, non posso permettermi di impormi un termine temporale, anche perché la lettura di molti di questi saggi è impegnativa e richiede tempo e concentrazione.

Inizierò con un compito facile: stilare l'elenco delle opere attualmente in mio possesso compilandone la relativa scheda. Vorrei quindi proseguire con una classificazione delle opere per argomento (ancora da stabilire con precisione) e fornire per ogni opera sinossi, commento, punti di forza, collegamenti con altri testi.

Vorrei mettere in chiaro da subito che non ho la la pretesa di rubare il lavoro agli storici e agli scienziati politici (benché su quest'ultimo mestiere qualche titolo ce l'avrei) né tanto meno di scrivere un saggio sull'argomento: non è il mio scopo, non ne avrei le capacità.

Potrei già ritenermi soddisfatto se questo lavoro permettesse ai lettori appassionati degli aspetti misteriosi della cronaca e della storia, di risparmiare un po' del tempo che mi è occorso per capirci qualcosa (non tutto, eh).

10 giugno 2008

Steve Jobs svela il nuovo iPhone 3G.


Al WWDC Steve Jobs ha raccontato a lungo il nuovo modello di iPhone descrivendone caratteristiche, applicazioni, vantaggi e prezzi.
Su CNET la cronaca minuto per minuto del grande evento di casa Apple.

Ovviamente non potevo restare indifferente a Band, il nuovo software per musicisti.

Ian McEwan, Chesil beach


Ian McEwan, Chesil beach

Tra un saggio e l'altro ho letto l'ultimo del mio paladino McEwan.
Mettiamo subito le cose in chiaro. Questo libero è una vaccata. Sono 140 pagine o giù di lì ma 20 sarebbero state sufficienti. O anche una presentazione in powerpoint. Sinossi: Inghilterra, primi anni 60, uno sposa una e scopre che a lei fa schifo il sesso. Fine.
Benissimo. Cos'era, un'edizione ridotta della Storia della società inglese? Un Non vedo l'ora che arrivi il 68? Mistero.
Alla quarta ripetizione della frase "spostando un capello immaginario" (una rappresentazione descrittiva dell'imbarazzo di uno dei protagonisti) ho capito che ne avevo avuto abbastanza.
Piatto, superficiale, pure un po' svogliato, questo libretto butta fango sui capolavori di McEwan, come Cani neri e il Giardino di cemento, che ho letto e amato moltissimo.
Peccato.

09 giugno 2008

La chiamavano Bocca di Losa ovvero Albaro massaggi.

foto by P. Piersantelli, 08/06/2008

La chiamavano Bocca di Losa
Metteva l'amole Metteva l'amole
La chiamavano Bocca di Losa
Metteva l'amole sopla ogni cosa

Per la serie la Cina è vicina, in questo caso è vicinissima, a pochi passi da casa dei miei a Genova.
Credo che una nutrita compagine di insospettabili professionisti stiano incrociando le dita perché la masseuse orientale non passi l'agenda degli appuntamenti a qualche giornalista ficcanaso.

Se la pungente prosa del quotidiano genovese non vi bastasse, pure Bruno Vespa si è scomodato per commentare la notizia.

Compagni di scuola -- Le foto.

C'è sempre un sentimento di emozione misto a timore, speranza, gioia e inquietudine quando capita di incontrare dopo un lungo periodo (in questo caso quasi 15 anni) le persone con cui hai trascorso gli anni delle scuole superiori.

Ora posso confessare che, dopo aver letto il mail che proponeva una cena di classe, per giorni non ho pensato ad altro. Febbrilmente. Domandandomi come sarebbe stato quest'incontro.

Penso di aver condiviso con non pochi il timore di trascorrere una serata un po' imbarazzante, aggrappandosi ai ricordi per l'incertezza del momento presente: quindici anni di vuoto non sono facili da colmare. Da un lato le aspettative di ritrovare lo spirito con cui si sono affrontati gli anni del liceo fino all'esame di maturità, dall'altro la paura del vuoto e del confronto.

Ma le paure si sono dissolte nel tempo di dirsi ciao e abbracciarsi. Abbiamo fatto posto alla voglia di riscoprirci e alla curiosità di conoscere le strade percorse, senza malinconia.

Vabbe', basta girarci intorno. Andiamo alle cose facete.

Come in ogni rimpatriata che si rispetti, non potevano mancare:
  • l'organizzatrice tipo ragionier Filini che tiene le fila, prenota, chiama, scrive, chiede conferma, sollecita
  • gli entusiasti che si presentano con mezz'ora di anticipo, passeggiano nervosamente davanti alla pizzeria e incredibilmente non si riconoscono per vari motivi (generalmente barba, pinguedine, calvizie incipiente)
  • l'irrintracciabile, di cui si ipotizzano le sorti più fantasiose, dall'arruolamento nella legione straniera al rapimento alieno (peraltro ampiamente documentato)
  • l'assente per malattia all'ultimo minuto
  • gli assenti perché non ce n'avevano voglia o sono rimasti traumatizzati da una battuta fatta in quarta liceo
  • il ritardatario coerente (ingresso a campanella suonata per 5 anni, come tradire le proprie radici?)
  • l'irriconoscibile (ma davvero sei proprio tu?)
Io mi sono collocato tra gli emozionati entusiasti e gli irriconoscibili.

Credo che meglio di così non potesse andare. L'organizzazione Filini ha fatto centro. Le 5000 lire della quota se l'è proprio meritate.

Un successo che non poteva non essere suggellato dall'album fotografico, compresa la foto di classe su due file. Per coerenza, le foto rispettano tutti i criteri del low quality e della tradizione "pizze di classe": abbondano, quindi, senza censura o ritocco alcuni, occhi chiusi, espressioni ebeti, bottiglie di acqua minerale, corna fatte da dietro e sagome di camerieri. Per vero, una piccola censura c'è, ma era proprio necessaria.

PS: La prossima reunion la organizziamo tra meno di 14 anni?

clicca sulla foto per andare all'album

Lunga coda (alla vaccinara)


Mercoledì prossimo sarò ospite del CATTID presso l'Università La Sapienza per tenere un intervento (lezione è una brutta parola) in tema di nuovi servizi video su IP. L'audience è la classe di un master in Tecniche per la multimedialità.
Ovviamente attingerò a piene mani dagli articoli di Chris Anderson, soprattutto il bellissimo pezzo sulla Free Economy e l'ormai fondamentale contributo sulla long tail.
Spero di essere più fortunato di Mantellini.

08 giugno 2008

Antonella Beccaria, Uno bianca e trame nere

Ho appena concluso il saggio Uno bianca e trame nere, di Antonella Beccaria (Stampa Alternativa, 2007), una lettura breve ma non per questo priva di complessità. L'autrice,
cui va riconosciuto il merito di aver raccolto ed elaborato una quantità notevole di testimonianze, notizie, atti e articoli, cerca di far luce su uno dei più inquietanti misteri della cronaca italiana.

Le rapine della banda della Uno bianca, i cui membri erano cinque poliziotti e un camionista, passano dai caselli autostradali alle banche ai supermercati, con azioni rapide e feroci, senza incertezze. Per anni risulteranno imprendibili, insospettabili. Fino a che altri due poliziotti, grazie ad un buon lavoro investigativo o a una soffiata, cominciarono a capire che i banditi andavano cercati in Questura, tra le facce dei loro colleghi.

Fin qui la cronaca. Ma c'è anche la famosa domanda che venne posta a Roberto Savi: "Che cosa c'è dietro la Uno bianca?" "Dietro la Uno bianca - rispose Savi - ci sono la targa, i fanali e il paraurti".

La risposta non ha convinto tutti e, ovviamente, nemmeno l'autrice.

Come suggerisce il titolo, il volume presenta l'ipotesi secondo la quale la banda della Uno bianca fosse qualcosa di più di un semplice gruppo di malavitosi dediti alle rapine e agli omicidi e che, in particolare, fosse legata ad ambienti della destra eversiva, dei cosiddetti servizi deviati, di organizzazioni stay behind e, infine, di una quinta colonna della criminalità organizzata di stampo mafioso.

Si delinea così l'ipotesi suggestiva di una banda armata organizzata militarmente e dedita a seminare terrore e morte, un manipolo di uomini espressione ed emanazione di un potere forte ed occulto, impegnato a mantenere un equilibrio e a contrastare l'ascesa di forze politiche comuniste o filocomuniste.

Un'azione terroristica volta a creare e mantenere un clima simile a quello che la strategia della tensione aveva provocato anni prima con le tante e irrisolte stragi degli innocenti? Un continuum di azioni efferate che sembravano godere, se non di una connivenza, di una certa protezione da parte delle istituzioni che per prime avrebbero dovuto indagare, scoprire, punire?

Uno bianca e trame nere non offre tuttavia la risposta univoca e definitiva all'interrogativo "Che cosa c'è dietro la Uno bianca?" Offre molte notizie, collegamenti, spiegazioni di avvenimenti complessi, ma non la risposta certa. E forse questo è il suo pregio, l'indice della serietà di questa scrittrice che non si innamora della propria tesi né cede alle facili soluzioni dei "servizi segreti deviati".

Tanto che alle ultime pagine del libro si finisce con l'essere persuasi dalle sardoniche parole di Savi: la targa, il paraurti. Una compagine di balordi , vigliacchi e assassini cresciuti in seno alle istituzioni che uccidevano e depredavano per pagare qualche debito arretrato, permettersi un lusso e sfogare istinti repressi di violenza e di morte.

Il difetto del volume, se così si può dire, di questo saggio è la mancanza di un profilo approfondito (biografia, esperienze, stato di servizio) dei componenti della banda: ad esempio, Eva Mikula, figura comunque centrale in questa storia, appare solo nelle ultime pagine e di lei è fornita una descrizione sommaria che lascia molti interrogativi.

Si tratta comunque di una lettura consigliata per chi vuole ricordare e riflettere su uno dei periodi più bui della storia recente.

Il libro, pubblicato (finalmente) con licenza Creative Commons, può essere acquistato in libreria o scaricato gratuitamente.