17 gennaio 2008
14 gennaio 2008
Thyssen. La versione del padrone.
La Thyssen, non fossero abbastanza 7 operai morti sul lavoro, vuole denunciare il sopravvissuto.
D'altronde lo cantava De André più di 30 anni fa, e quanto aveva ragione.
E in una notte senza luna
truccò le stelle ad un pilota
quando l'aeroplano cadde
lui disse "È colpa di chi muore
comunque è meglio che io vada "
ed il pilota lo seguì
senza le stelle lo seguì
sulla sua cattiva strada.
Fabrizio De André, La cattiva strada, Vol. 8 (1975)
D'altronde lo cantava De André più di 30 anni fa, e quanto aveva ragione.
E in una notte senza luna
truccò le stelle ad un pilota
quando l'aeroplano cadde
lui disse "È colpa di chi muore
comunque è meglio che io vada "
ed il pilota lo seguì
senza le stelle lo seguì
sulla sua cattiva strada.
Fabrizio De André, La cattiva strada, Vol. 8 (1975)
10 gennaio 2008
Stefano, questa canzone è per te.
Ogni anno, il 24 dicembre, il caporale di fanteria Stefano Arrighi mi mandava un SMS di auguri, col suo tono scherzoso, ironico. Mi sembra di averlo davanti, quel ragazzone alto due metri, paziente, saggio. Quegli otto mesi trascorsi gomito a gomito, sopportando i nonni e i marescialli, le zanzare e il freddo, e senza mai dormire una notte tutta intera, mattinate a imbrattare scartoffie inutili e pomeriggi a spazzare foglie, quegli otto mesi in mimetica e in drop mi sono parsi una vacanza.
Ricordo che una notte i nonni erano particolarmente maneschi, e ci fecero sdraiare a terra e ci bagnarono con secchi pieni d'acqua. Volavano pugni e calci con gli anfibi. Non ero proprio tranquillo. Stefano, sdraiato accanto a me, si voltò e semplicmente mi disse: "Dai, Pier, che tra poco è tutto finito."
Le guardie fatte insieme al caporale Arrighi, notti passate nella tranquillità del cortile della caserma, passavano in un lampo, tra mille discorsi, battute sui commilitoni ruspanti, sogni per il futuro.
Già, il futuro. Quello che ci attendeva la mattina congedo, ritti e con la divisa in ordine, dopo l'ultimo silenzio fuori ordinanza, gli ultimi passi di marcia, per gridare "FINITA!"
Come spesso succede, succede che ci perdiamo un po' di vista. Io cambio città, Stefano si laurea. Sì, gli SMS scherzosi: quelli non sono mancati. Per dirsi buon Natale, per ricordare qualche testa calda o il nostro gergo. Solo un anno non mi ha scritto. E io -- se solo potessi tornare indietro -- lascio passare i mesi.
Ma non sono mesi buoni. Quel ragazzone alto e pieno di salute ha un male che pian piano gli toglie le gambe, il sorriso, quella luce negli occhi, e poi la vita.
Succede in un giorno d'estate, afoso, con le strade vuote.
E non è più trascorso giorno senza pensare a lui, dapprima incredulo per tanta ingiustizia, poi rassegnato, e più solo. Queste mattine di Natale a fermarmi sul suo numero memorizzato in rubrica, e non potendo scrivere una frase di conforto, perché nessuno può più leggerla. Gli anni non servono. Ho dentro questo rimorso, di non averlo salutato un'ultima volta.
Un anno fa ho ascoltato In This River, il pezzo che Zakk Wylde ha scritto per la morte di Dimebag. Era l'immagine che cercavo: un fiume, io su una sponda, e Stefano su quella opposta.
Ho provato a ricordare Stefano come potevo, registrando questo brano, che usa gli accordi e qualche riff di River. Sono in debito con questa canzone.
Sì, dentro ci sono errori, timing pellegrino, bending calanti. Ma c'è anche altro, dentro, in mezzo alle note.
Stefano, ti dedico questa canzone, la dedico al tuo sorriso, alla tua vita troppo breve. Perdonami se non è molto. Perdonami.
clicca per scaricare il file
Ricordo che una notte i nonni erano particolarmente maneschi, e ci fecero sdraiare a terra e ci bagnarono con secchi pieni d'acqua. Volavano pugni e calci con gli anfibi. Non ero proprio tranquillo. Stefano, sdraiato accanto a me, si voltò e semplicmente mi disse: "Dai, Pier, che tra poco è tutto finito."
Le guardie fatte insieme al caporale Arrighi, notti passate nella tranquillità del cortile della caserma, passavano in un lampo, tra mille discorsi, battute sui commilitoni ruspanti, sogni per il futuro.
Già, il futuro. Quello che ci attendeva la mattina congedo, ritti e con la divisa in ordine, dopo l'ultimo silenzio fuori ordinanza, gli ultimi passi di marcia, per gridare "FINITA!"
Come spesso succede, succede che ci perdiamo un po' di vista. Io cambio città, Stefano si laurea. Sì, gli SMS scherzosi: quelli non sono mancati. Per dirsi buon Natale, per ricordare qualche testa calda o il nostro gergo. Solo un anno non mi ha scritto. E io -- se solo potessi tornare indietro -- lascio passare i mesi.
Ma non sono mesi buoni. Quel ragazzone alto e pieno di salute ha un male che pian piano gli toglie le gambe, il sorriso, quella luce negli occhi, e poi la vita.
Succede in un giorno d'estate, afoso, con le strade vuote.
E non è più trascorso giorno senza pensare a lui, dapprima incredulo per tanta ingiustizia, poi rassegnato, e più solo. Queste mattine di Natale a fermarmi sul suo numero memorizzato in rubrica, e non potendo scrivere una frase di conforto, perché nessuno può più leggerla. Gli anni non servono. Ho dentro questo rimorso, di non averlo salutato un'ultima volta.
Un anno fa ho ascoltato In This River, il pezzo che Zakk Wylde ha scritto per la morte di Dimebag. Era l'immagine che cercavo: un fiume, io su una sponda, e Stefano su quella opposta.
Ho provato a ricordare Stefano come potevo, registrando questo brano, che usa gli accordi e qualche riff di River. Sono in debito con questa canzone.
Sì, dentro ci sono errori, timing pellegrino, bending calanti. Ma c'è anche altro, dentro, in mezzo alle note.
Stefano, ti dedico questa canzone, la dedico al tuo sorriso, alla tua vita troppo breve. Perdonami se non è molto. Perdonami.
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08 gennaio 2008
Xerox reloaded.
La mia vecchia azienda, ovvero l'azienda per cui ho lavorato (altrimenti qualcuno potrebbe chiedermi se ero nel management board), ha deciso di sostituire il vecchio logo (quello che potete ancora leggere sulla risma di carta da fotocopie) dopo 40 anni di onorato servizio. Il nuovo luogo è scritto in minuscolo, arrotondato e accompagnato da una pallina che rimbalza.
In questo modo, Xerox svecchia un po' l'immagine dell'azienda nota sì per l'attività di R&D, ma anche per una linea e una comunicazione aziendale abbastanza tradizionali e seriosi.
Forse hanno rinnovato anche i servizi e la gamma di prodotti, ma in fin dei conti si tratta di office automation e document managament: miracoli non se ne possono fare.
Ma se aveste nostalgia del vestito vecchio di quest'azienda, non dovete far altro che cercare un lavoro da agente di commercio: lì è tutto come prima.
Via Mashable.
In questo modo, Xerox svecchia un po' l'immagine dell'azienda nota sì per l'attività di R&D, ma anche per una linea e una comunicazione aziendale abbastanza tradizionali e seriosi.
Forse hanno rinnovato anche i servizi e la gamma di prodotti, ma in fin dei conti si tratta di office automation e document managament: miracoli non se ne possono fare.
Ma se aveste nostalgia del vestito vecchio di quest'azienda, non dovete far altro che cercare un lavoro da agente di commercio: lì è tutto come prima.
Via Mashable.
07 gennaio 2008
Mostra fotografica TOMOVE.
Torinesi e non, vi segnalo una mostra fotografica organizzata da dieci15 in cui esporrà anche il nostro grande Bortolozzo, l'eroe sabaudo del 10x12.
Inaugurazione: venerdì 1 febbraio alle 4 del pomeriggio presso la galleria Il Chiostro di via Po 45.
Chi non ci va, non saprà mai cosa si è perso. Molto, ve lo assicuro io.
Inaugurazione: venerdì 1 febbraio alle 4 del pomeriggio presso la galleria Il Chiostro di via Po 45.
Chi non ci va, non saprà mai cosa si è perso. Molto, ve lo assicuro io.
06 gennaio 2008
Sunday blues.
E' domenica e sono solo. No, non c'è tristezza né i pensieri amari degli scorsi giorni.
C'è solo voglia di stare bene, e tirare fuori queste quattro note, sperando che non siano stonate.
Così ho preso la chitarra e ho registrato questo piccolo Sunday blues.
Spero che vi piaccia. Graditi commenti e critiche.
clicca per scaricare il file
C'è solo voglia di stare bene, e tirare fuori queste quattro note, sperando che non siano stonate.
Così ho preso la chitarra e ho registrato questo piccolo Sunday blues.
Spero che vi piaccia. Graditi commenti e critiche.
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03 gennaio 2008
La neve fa quello che può.
Il 2008 inizia così, con una bella spruzzata di neve sulla periferia di Settimo Torinese (come in molti altri luoghi del centro nord). Ovviamente la foppa di cui sopra non ha alcuna velleità artistica (ci mancherebbe): sono due scatti fatti in fretta e furia mentre la caffettiera era sul fuoco. Mi bastavano per ricordare questo risveglio.
La neve ha sempre avuto il compito ingrato di mascherare gli errori e le brutture dell'uomo. Ma non è nevicato abbastanza, a Settimo, questa notte. Camminando verso l'auto parcheggiata per strada, i miei passi scoprivano l'asfalto coperto da uno strato troppo sottile di neve, mostrando il bitume bagnato, scabroso e grigio.
Non mi interessa né intendo scrivere uno bilancio dell'anno passato. Dio me ne scampi. Ci sono stati eventi personali troppo belli e importanti per stilare una banale lista a mo' di servizio di fine anno della CNN.
Tuttavia, la neve che per poche ore ricopre le strade le case le auto in sosta, e si spazza via con la suola delle scarpe, continua a tornarmi in mente. Sta diventando una piccola ossessione. Molti aspetti della mia vita di migrante possono essere riassunti e descritti con la metafora della neve sottile. Ho dovuto rassegnarmi di fronte all'evidenza di una rete sociale di amicizie che va via via riducendosi per dimensione, portata e affidabilità, come se le maglie diventassero progressivamente più larghe perché alcuni nodi stano cedendo o si sono già rotti. Così, un'amara solitudine di fondo ha preso il posto delle belle parole del passato.
Penso di avere, in alcuni momenti, mitizzato e idealizzato la mia provenienza: la città dove sono nato e vissuto, le persone che ancora sono là perché vi sono tornate o non si sono mai mosse. Ho a lungo sperato che tutto ciò per cui ho speso impegno e energia - principalmente mantenere in vita amicizie geograficamente remote - avrebbe dato, un giorno, i suoi frutti. Già: come il grano sotto la neve. Avevo la speranza che, una volta disciolta la neve, il grano uscisse dalla terra e portasse frutto, e con il frutto il pane. Invece, spostando di poco la neve, non è sempre terra fertile quella che si vede, ma asfalto e cemento. Duro, grigio, senza vita.
La neve fa quello che può, e rende tutte le cose uguali per forma e per colore: coperta di bianco, la mia vecchia auto non è così dissimile dalla Lexus parcheggiata accanto; le strade della periferia dove vivo sono bianche come quelle del centro. E' già pomeriggio, e continua a scendere, lenta e silenziosa. È tutto bello, qui intorno, finché non si scioglie.
La vita, la vera vita senza speranze ingenue, inizia quando il sole o i passi portano via lo strato sottile della neve di gennaio, e scoprono le cose per quello che sono. Asfalto, rifiuti, e qualche erbaccia.
27 dicembre 2007
Auguri via SMS: ha funzionato!
Eccellente. Questo Natale ho ricevuto solo 3 o 4 SMS con auguri generici (peraltro da mittenti all'oscuro o quasi del mio blog).
Ne deduco due opzioni possibili:
Ne deduco due opzioni possibili:
- tra gli amanti del VUOI INVIARE QUESTO MESSAGGIO A TUTTA LA TUA RUBRICA? ci devono essere quei 5-6 lettori del mio blog; oppure:
- quest'anno sto sul cazzo ad un numero di persone superiore all'anno scorso, per cui in pochi si sono presi la briga di augurarmi UN SERENO NATALE E UN FELICE ANNO NUOVO.
21 dicembre 2007
Auguri via SMS: manca poco...
Come ogni anno, come ogni vigilia di ogni Natale, tra poche ore inizieranno gli invii massivi di SMS con auguri generici e preconfezionati del tipo "one size fits all": un bel testo del tipo:
nome lui + nome lei + nome eventuale/i figlio/i augurano un Sereno Natale e un Felice 2008!!
inviato al 85% dei contatti sulla rubrica, con grande generosità di maiuscole (Sereno, Felice... ma perché? gli aggettivi si scrivono minuscoli, in italiano...) e fregandosi le mani per l'eccezionale affare fatto comprando quella bella carta auguri timvodafonewindtrechiamatuttiscriviatutti.
I più sbrigativi, e ci sono sempre, useranno lo stesso messaggio già inviato l'anno precedente e salvato nella cartella Modelli. Sbadatissimi, invieranno gli auguri per un Felice 2007 o 2006, Dio solo sa.
E come ogni anno, come ogni vigilia di Natale, il sottoscritto leggerà ed eliminerà, senza rispondere, tutti questi bei messaggi, alla stregua delle tante email con l'allegato in Powerpoint e Oggetto:
che ogni giorno transitano direttamente dalla Posta in arrivo al Cestino (sì, maiuscoli, per compiacere i più), senza passare dal via né ritirare le 20.000 lire (pari a 10,32 €).
È Natale (maiuscolo, perché festività religiosa) e siamo quasi tutti più buoni. Io sono lo stronzo polemico pignolo di sempre, e anzi: un po' più rincoglionito per il passare degli anni. Un conservatore: eliminerò quest'anno i vostri auguri di cui sopra proprio come l'anno scorso.
Perché se non trovate nemmeno 10 secondi per pensare a me, a chi io sono esattamente, a quello che penso, alle mie speranze, alla mia vita, me lo spiegate che cazzo mi scrivete a fare?
PS: ho appena ricevuto una email di auguri del tipo NataleGioiaFelicità da una certa Maria ma firmata Francesco. Cazzo, almeno togliere il precedente mittente...
I più sbrigativi, e ci sono sempre, useranno lo stesso messaggio già inviato l'anno precedente e salvato nella cartella Modelli. Sbadatissimi, invieranno gli auguri per un Felice 2007 o 2006, Dio solo sa.
E come ogni anno, come ogni vigilia di Natale, il sottoscritto leggerà ed eliminerà, senza rispondere, tutti questi bei messaggi, alla stregua delle tante email con l'allegato in Powerpoint e Oggetto:
FW:I:I:FW:FW:FW Bellissima!!!!!! Fatela circolare!!!!!
che ogni giorno transitano direttamente dalla Posta in arrivo al Cestino (sì, maiuscoli, per compiacere i più), senza passare dal via né ritirare le 20.000 lire (pari a 10,32 €).
È Natale (maiuscolo, perché festività religiosa) e siamo quasi tutti più buoni. Io sono lo stronzo polemico pignolo di sempre, e anzi: un po' più rincoglionito per il passare degli anni. Un conservatore: eliminerò quest'anno i vostri auguri di cui sopra proprio come l'anno scorso.
Perché se non trovate nemmeno 10 secondi per pensare a me, a chi io sono esattamente, a quello che penso, alle mie speranze, alla mia vita, me lo spiegate che cazzo mi scrivete a fare?
PS: ho appena ricevuto una email di auguri del tipo NataleGioiaFelicità da una certa Maria ma firmata Francesco. Cazzo, almeno togliere il precedente mittente...
17 dicembre 2007
Luttazzi a teatro.
Ecco, bravo, quelle cose lì vai a dirle in teatro, davanti a 1000 cittadini liberi di spendere il proprio tempo come vogliono. Ci guadagna chi, come me, non sopporta di vederti entrare in casa dallo schermo della TV.
Se poi, caro Luttazzi, il teatro ti piace e ti permette di sfogarti, perché non parti in tournée verso, che?, tutti i teatri della Siberia e della Mongolia? Una cosetta da due-tre anni, giusto per toglierti dalle palle.
Pensaci.
Se poi, caro Luttazzi, il teatro ti piace e ti permette di sfogarti, perché non parti in tournée verso, che?, tutti i teatri della Siberia e della Mongolia? Una cosetta da due-tre anni, giusto per toglierti dalle palle.
Pensaci.
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