Sinceramente m'importa poco sapere se questo scemotto di nome Raffaele Sollecito è o non è il carnefice della ragazza inglese. L'idea mi fa paura, è vero. Ma ci lavorano giudici e sbirri, e io qui mi concentro sulle cose marginali.
Che poi, forse, tanto marginali non sono.
Ad esempio, leggendo il
Corriere questa mattina, ho l'opportunità di apprendere la giornata tipo, le attitudini, i valori, le aspirazioni e i sogni di questo studente di 23 anni. Ecco alcune massime del nostro:
Dalla sera in cui l'ho conosciuta lei ha cominciato a dormire a casa mia.
Il primo novembre mi sono svegliato verso le 11, ho fatto colazione con Amanda, poi lei è uscita e io sono tornato a letto
Sono andato a casa, mi sono fatto una canna, ho cenato, ma non ricordo che cosa ho mangiato
Non ricordo bene come [Amanda] fosse vestita e se era vestita allo stesso modo di quando ci siamo salutati prima di cena. Non ricordo se quella sera abbiamo consumato un rapporto sessuale
[...] ci siamo svegliati verso le 10 e lei [...] è uscita verso le 10.30 e io mi sono rimesso a dormire.
Caspiterina, che persona impegnata e consapevole della propria vita. Ecco, quindi, il mio messaggio a Raffaele Sollecito:
Ciccio bello, chi ti scrive a 23 anni era già laureato e si faceva un mazzo tanto. Se non ti becchi l'ergastolo per omicidio, te lo meriti per il parassita che sei.
Amen.