09 febbraio 2007

DRM sì, no, forse. (Ma per ora sì).

In questi ultimi giorni il web si è animato (succede ciclicamente) con un bel dibattito sulla protezione dei contenuti digitali, in particolare sul DRM per brani musicali.
Il bello è che gli animatori non sono i soliti oscuri geek, o qualche pasionario del tutto libero-tutto subito, ma i veri grandi della digital era.
Inizia le danze, e lo si è letto ovunque, Mr. Jobs che dice Cari amici, vorrei tanto non mettere il DRM nelle canzoni che comprate su iTunes, ma le major mi obbligano a farlo.
E le major - c'era da aspettarselo - non se ne sono state zitte né si sono cosparse il capo di cenere ammettendo che sì, in effetti, col DRM hanno un po' esagerato. Macché: gli hanno tirato le orecchie, a Mr. Jobs.
Poi ha alzato la mano un signore che di MP3 ne sa qualcosina, visto che è tra i sui inventori, per dire che un po' di DRM servirebbe, magari in forma più aperta e flessibile come propongono i ragazzi di Creative Commons, e non solo come appannaggio delle major.
Dulcis in fundo - almeno per ora - il fondatore di MP3.com Mr. Robertson è intervenuto per dire la sua contro Apple: il signor Jobs si lamenta del DRM imposto dalle major? E che allora inizia lui ad aprire iPod e iTunes.
Non fa una piega.
E mentre l'ala oltranzista, non meno caustica, conserva intatte le proprie idee, nascono nuove iniziative per regolamentare senza incatenare le informazioni digitali.
Who's next?

05 febbraio 2007

Tornando a Genova.

Stavo scrivendo nel titolo Tornando a casa, come se continuassi ad associare Genova alla mia idea di casa, come se l'alloggio per cui pago un mutuo e litigo con la società dell'acqua potabile ancora non fosse casa mia. Poi ho scritto Tornando a Genova, forse è più discreto così. Casa.
E' venerdì sera e me ne sto qui, accovacciato su un sedile di un Intercity sporco come un diretto e costoso come un Eurostar, con La versione di Barney sulle ginocchia, seguendo il corso dei miei pensieri. Sto andando a casa, me ne sto andando da casa.

Mi accorgo di un'altra associazione di idee piuttosto ricorrente nella mia testa matta: se penso al passato, penso al '95-'96. Questi due anni, non pirma né dopo. Ho la consapevolezza che anche il 1993 o il 1982 appartengono al mio passato, ma li considero anni di passaggio, non di svolta. Dal 1995 ho cominciato a dare una svolta alla mia vita, sperimentando fin dove poteva arrivare non tanto il mio autolesionismo quanto la mia mancanza d'amor proprio - una mancanza d'amore che naufrangava nell'odio. Non posso stare a scrivere qui in che cosa la metà dei '90 era diversa da oggi. Posso solo dire né Internet né la Fluoxetina erano alla portata dei poveri cristi come me. Eppure si arrivava a fine giornata lo stesso.
Casa.

Mentre il treno si avvicina a Brignole, mi avvicino alla porta e mi dedico ad origliare i discorsi dei passeggeri. In uno scompartimento di donne sole (non di sole donne, si badi bene), una zitella piena di sé sta tenendo una lezione sul tema Come ho sconfitto l'emicrania trasferendomi a Casale Monferrato. La poveretta dice teatralmente di aver vissuto 7 anni a Genova e di aver sofferto, per ogni giorno che il Signore mandava sulla terra, di una terribile emicrania dovuta al vento. Proprio così. La vecchia zitella era ossessionata dal vento, e ora nella sua cascina di Casale ( 500 mq su 3 piani più 1000 m di giardino, informa la pettegola) trascorre un'esietnza felice e senza mal di testa. Vorrei avere un briciolo di coraggio per prenderla per il collo e dirle che il vento ripulisce l'aria, porta via le polveri sottili e le nuvole, alza la qualità della vita. Ma no, lasciamola marcire nella sua amata nebbia, e chi se ne frega.

Casa, dicevo. Ultimamente sento il peso degli anni. Non i quasi 32 anni sulla mia schiena, ma gli anni dei miei genitori. Quando si vive lontani da casa, il tempo perde il suo andamento lineare e si trasforma in una sequenza di eventi che si succedono ad intervalli non sempre regolari. Tra un evento e l'altro passano generalmente un numero sufficiente giorni perché mi accorga che il tempo ha lasciato qualche segno. Ovviamente, in questo film io sono solo uno spettatore in terza fila: osservo da seduto e, quando le luci si riaccendono, mi alzo ed esco dalla sala. Altro non posso fare.

Vorrei solo avere più tempo.

Ho divagato. Ho iniziato scrivendo di uno dei miei ritorni a casa, ma in realtà sono andato fuori tema. Non importa. Non c'è più una frustrata insegnante di lettere a mettermi un 4 sul foglio protocollo. Questa, anche questa, è casa mia.

01 febbraio 2007

I panni sporchi lavateveli in famiglia/2.

Ecco, ora che lui ha chiesto scusa, è possibile liberare Repubblica dai loro scazzi personali?
O domani ci sarà il servizio esclusivo dei bacini di riconciliazione?
Che vomito.

31 gennaio 2007

I panni sporchi lavateveli in famiglia.

Sinceramente me ne frego se uno fa il cascamorto e l'altra la parte della cornuta.
Lanciatevi un sacrosanto servizio di piatti, e smettetela di rompere le palle su Repubblica.

30 gennaio 2007

Joe R. Lansdale, Freddo a luglio.

Ieri notte ho finito questo romanzo di Lansdale, a metà strada tra un poliziesco e i miei ricordi dei vecchi Stephen King, che leggevo il pomeriggio nella casa dei miei.

Allora, com'è questo libro? Domanda difficile. Credo che la traduzione, non tanto nella scelta delle parole quanto nella resa dei dialoghi e delle atmosfere, non renda pienamente giustizia al plot, che di per sé è intrigante e non del tutto scontato.

La scrittura resta comunque scorrevole e si rimane coinvolti nella narrazione abbellita da quel grandissimo dono di Lansdale, la capacità di creare metafore irriverenti e tremendamente suggestive.

I personaggi sono ben tratteggiati, e ognuno ha il proprio ruolo: Richard il corniciaio sotratto alla propria vita routinaria, Jim Bob il detective privato dalla parlata rude e i modi spicci, Russell il galeotto in cerca di redenzione attraverso un finale catartico.

È nel complesso un racconto gradevole, senza alcuna pretesa artistica o didascalica: è poco più di una storia raccontata intorno al fuoco, ma intrattiene e coinvolge, senza fronzoli. E, cosa assai rara, è (presumibilmente, causa la traduzione) ben scritto, con lo stile asciutto e immediato di questo ragazzaccio del Texas.

Difficile e forzato il paragone con i Drive-in o con Maneggiare con cura: In Freddo a luglio, Lansdale sceglie la realtà, magari un po' amplificata da qualche scena splatter, ma tutto sommato roba buona per un telefim poliziesco. Insomma, da leggere per occupare piacevolmente 3-4 giorni.

28 gennaio 2007

Pedalboard finita!



Ho appena finito di assemblare la pedalboard artigianale.
Come si vede dalle immagini, ospita 4 stomp box standard, un wah e un alimentatore (all'interno della scatola rialzata).
I pedali sono fissati alla pedana con fascette da elettricista nere e sono molto fermi grazie alla base di gomma.
Ho utilizzato legno d'abete da 14 mm di spessore che ho fatto taglare seguendo il progettino già pubblicato qui. In pratica si tratta di una base con una scatola a base rettangolare avvitata sopra. Il legno è stato verniciato con spray acrilico nero opaco, e le varie parti fissate con viti parker autofilettanti brunite.
Svitando tre viti sul fond della base, si stacca la parte rialzata e si accede all'alimentatore senza muovere altro.
Vantaggio ecologico: non devo più comprare e buttare batterie da 9V.
In definitiva, mi sembra abbastanza coerente con l'idea iniziale:

27 gennaio 2007

Today is that day.

Il mio sabato comincia con un Minoli che dice Tenco è stato un elemento di rottura, Tenco è stato una vittima del sistema. Dice proprio così.
Ieri è stata una giornata di quelle che non vedi l'ora che cali la notte per dormirci su. Ma mi ha insegnato che una nota stonata si corregge con un po' di esercizio, mentre una vita meschina uno se la porta fin dentro la tomba. Per una volta sono felice di aver messo un sol al posto di un la.
Oggi è sabato, e c'è un bel sole fuori. Adesso esco, vado alle poste a origliare i discorsi dei clienti in coda, poi in garage ad assemblare la mia fottuta pedalboard. E poi qui, con metronomo e piede sinistro. Vediamo di mettere a posto anche questa piccola, irriverente nota fuori posto.
Dai, che le cose in fondo vanno benone.

24 gennaio 2007

Offerte di lavoro.

Capita ogni tanto di dare un'occhiata al mercato del lavoro. Si sente sempre dire che è tutto fermo, che non si trova niente, che è scoppiata la bolla della net economy, che se non conosci un sottosegretario puoi lasciar perdere e via discorrendo.

Ma sarà proprio vero? È davvero così difficile trovare o cambiare lavoro?

Allora io mi sono un po' guardato in giro, e pubblico qui le migliori offerte di lavoro di Torino e provincia di questa settimana.
  • Multinazionale dell'est europeo leader nel furto di rame ricerca per consolidare il proprio organico n° 2 addetti alla ricerca materie prime. Il candidato ideale ha dai 17 ai 35 anni, è dinamico, intraprendente e ha abbastanza fiato per correre 20 minuti nei boschi del canavese; è in grado di gestire il lavoro in maniera autonoma (se ti beccano, noi non ci conosciamo) e di parlare due lingue, meglio se in presenza di un avvocato. La retribuzione sarà commisurata all'esperienza pregressa. Uno o più precedenti penali costituiscono titolo preferenziale. Lasciare il curriculum presso il binario 4 della stazione di Chivasso dalle 2 alle 5 di mattina. Un nostro HR representative sarà lieto di recuperarlo.
  • Importante realtà nel settore metallurgico cercherebbe impiegato amministrativo per ufficio acquisti. Scriviamo "cercherebbe" perché in realtà il posto è già stato preso da Sandrino, il nipote dell'amministratore delegato, ma pareva brutto mettere tutto a tacere. Per il curriculum, beh, fate voi: noi nemmeno li leggiamo.
  • Vuoi entrare nel mondo del lavoro? Vuoi essere vincente? Sei dinamico, automunito e con una buona paghetta settimanale? PubliYes, agenzia di promozione, marketing, viral marketing e comunicazione, ti offre la fantastica opportunità di partecipare ad uno stage semestrale retribuito(*)! Invia il tuo curriculum e il numero della tua carta di credito a PubliYes, CP1717/bis, Torino. (*) Ovviamente con retribuito si intende che PubliYes viene retribuita dallo stagista per pagare la carta delle fotocopie che farà per sei mesi.
  • Soldi facili, subito e lavorando da casa! Guadagna fino a 10.000 euro al mese con noi! Come? È semplice: inviaci assegno non trasferibile di soli 999 euro + spese di spedizione e riceverai comodamente a casa tua il nostro kit per infilare fantastiche e allegre collane di perline, che potrai vendere a 10 euro l'una. Hai capito bene! Se ne vendi mille al mese sono proprio 10.000 euro! E se ci presenti un amico, lui non paga le spese di spedizione. Non farti scappare questa opportunità! Chiama ora 166.171.171 (2 euro al minuto, durata massima della chiamata 60 minuti).
  • Canne Mozze, branch agency della società finanziaria Cravattari, ricerca per il proprio territorio n° 5 candidati da inserire nella struttura recupero crediti. Il candidato ideale pesa almeno un quintale e ha esperienza pluriennale come buttafuori. Non è richiesta la conoscenza del computer, dell'inglese, e a pensarci bene nemmeno dell'italiano: meno parole, più fatti. Previsti numerosi benefit: auto aziendale, cellulare aziendale, tirapugni aziendale. Presentarsi soli e senza armi nel parcheggio dell'Auchan di Corso Giulio Cesare, a mezzanotte. Ci faremo riconoscere noi con gli abbaglianti: due flash corti e uno lungo.
E poi non si dica che a Torino non c'è lavoro.

Costruzione pedalboard.

Più o meno ho consolidato un setup per suonare in sala prove. Solo che a collegare e scollegare tutte le volte mi sto un po' rompendo i maroni. Idem per lo spreco di batterie da 9V.
Così con PowerPoint mi sono messo a progettare (parola grossa) una pedalboard essenziale per alloggiare 4 stomp standard, 1 wah e 1 alimentatore (in apposito vano).
Ecco la sequenza di immagini.





Nell'immagine sottostante, una simulazione in quasi 3D
Chissà quando passerà dalla carta al legno.