Nino Vascon, Golpitalia, Rizzoli Editore, Milano, 1975.
Valgono, innanzitutto, le parolette spese a priori nel mio precedente post. In un'Italia divisa da anni di guerra civile (perché non è parer mio che quella dopo il '68 fu a tutti gli effetti guerra civile) ancora da dichiararsi conclusa, Vascon ci ride su con questo Golpitalia, che è la seconda delle avventure di Carmine Bellezza, funzionario del Servizio che racchiude in sé la summa dei difetti del popolo italiano (se mai ve n'è stato uno).
Sempre fedele al Servizio, da qualunque parte vada il Governo che lo foraggia, tra una missione e un incotro galante, Bellezza ci racconta gli anni di storia recente del nostro Paese: ed è una storia con la s minuscola, forse per colpa dello spessore dei personaggi che si muovono, fieri, arroganti e indisturbati, sul palcoscenico dell'Italia repubblicana.
Ma Bellezza la sa lunga, e agli slanci eroici preferisce, italianissimo, un conveniente comandi signorsì rivolto a quella Sua Eccellenza che incarna, pittoresca e inossidabile, generazioni di burocrati ed eminenze grigie che hanno retto le sorti (avverse) della Nazione.
E dal suo esilio parigino, tra una battuta e una riflessione amara, Bellezza allude, neanche troppo nascostamente, all'Italia dei colonnelli, al consenso fascista e fascistoide ancra vivo e vegeto nei pubblici apparati, ad un sistema che si affida più al caso che al rigore. E' questa la piccola e tardiva vendetta del funzionario Bellezza: spifferare tutto, nomi e cognomi, di chi l'ha traviato e coinvolto in sordide congiure.
Un libro che si legge in un soffio e che strappa più di un sorriso, almeno tra chi conosce qulche dettaglio della storia contemporanea. Peccato che non si trovi altra traccia di Vascon. Chissà che fine ha fatto.
Addendum: i libri a puntate andrebbero letti in ordine, e io non l'ho fatto: sto finendo ora il primo capitolo della saga di Bellezza (Ricordo perfettamente. Memorie di un funzionario), e ne renderò presto conto.