L'altra sera ho affittato il DVD de Le conseguenze dell'amore, di cui mi era stato parlato molto bene.
Non è un film facile da vedere così come deve essere stato piuttosto difficile girarlo. Tutta la storia, poverissima di dialoghi, si regge su una sceneggiatura davvero granitica che ha lo scopo di svelare, con estrema lentezza e parsimonia, i tasselli di un mosaico complesso.
Titta di Girolamo, un indifferente moraviano, vive da anni solo e segregato in un anonimo albergo svizzero. Ogni tanto deposita cifre da capogiro in una banca. Lo spettatore dovrà attendere molto tempo prima di capire chi è veramente quell'oscuro, silenzioso e anaffettivo commercialista che trascorre le giornate a fumare e osservare le persone che incontra, pur tuttavia senza concedersi la minima confidenza. Sarà solo la perseveranza di una bella cameriera a mitigare la durezza del suo animo e a fargli riscoprire il tepore di un sentimento. Il finale, seppure tragico, lascia entrare un raggio di speranza in questo film dalle tinte buie.
Il film è tutto giocato, come detto, sulla sceneggiatura, sulle inquadrature (azzeccatissime), sulla fotografia fredda e chiaroscurale e sulla mimica del bravissimo Toni Servillo.
E' un film angosciante, claustrofobico ma girato con maestria dal giovane Paolo Sorrentino. La fotografia, quasi tutta in interni, è davvero di grande qualità, con un uso sapiente dell'illuminazione artificiale e delle penombre.