08 giugno 2005

Qualcosa non va.



Il sonno è disturbato dall'ansia.
Anche la veglia, spesso, lo è. Mi inchioda sovente alle mie fatiche quotidiane. Mi ferma. Sono brividi che vorrei evitare, è sudore sprecato, senza motivo.
La gente. La vedo scorrere accanto a me. Acqua sporca: non riflette il mio volto, non mi disseta. Scorre, urtandomi.
Di alcuni penso: "Si ritrova con un pugno di mosche", ma nella mia mano non rimane molto di più, a sera.
Sento che non ho tempo. Correre non serve: corro in tondo, mi ritrovo al punto di partenza. Ho il fiato corto.

02 giugno 2005

L'infermiera del dentista.



Due volte l'anno il dentista mi dimostra il suo affetto invitandomi nel suo studio per la pulizia dei denti.

Lo scherzetto costa quei cento euro la botta, ma tant'è. Lui è abbronzato, dimostra dieci anni di meno della sua età. Come fai a dirgli di no? E poi le sue infermiere sono tutte bellissime. Dice che le sceglie così apposta, per far piacere ai pazienti.

I pazienti. Con l'infermiera K. è proprio il caso di chiamarli così. Perché K. parla, pontifica, interrompe il lavoro, racconta, riprende con i suoi strumenti.

Non di rado, intenta nel descriverti il suo ultimo weekend senza omettere particolari sentimentali, ti conficca l'aspiratore nel palato.

Mentre ti rimuove un granellino di tartaro ti chiede: "Dove va in ferie quest'estate?" ma tu non puoi rispondere perché hai quattro batuffoli di cotone in bocca, e allora monopolizza la convesrazione.

"Io ancora devo decidere, Luca mi ha regalato un viaggio in Thailandia ma, dico io, stiamo insieme da due mesi, che cosa si crede quello? Sì, è carino, gentile, ma io ne esco da una separazione, voglio dire, vorrei sentirmi più libera, perché, poi, lui è così, nel senso, oggi mi regala un viaggio, domani -- chissà? -- me lo trovo in casa che mi chiede se si può fermare per qualche giorno".

Quindi entra in scena la segretaria del dentista. Si rivolge ammiccante a K., fanno battute a voce alta su "come ci siamo divertite ieri sera, forse abbiamo bevuto un po' troppo". Si promettono di vedersi nel weekend "così conosci Luca", dice K. e sottolinea: "Sì, ma guarda, per ora lo tengo un po' sulla crosta (sulla crosta? Ma cosa significa, perdio?) che se no si mette in testa certe idee!"

Le due, nei loro camici immacolati, ridono maliziose. Al collo hanno lo stesso ciondolo della Breil.

Tu sei sempre lì, con la bocca aperta, indolenzita. Uno strumento appuntito sta facendo non sai cosa tra un dente e l'altro. Meglio non saperlo. A te, mortale, è dato sapere solo tre cose:
  1. sei lì per la pulizia periodica dei denti
  2. ti costerà come un weekend al mare
  3. un certo Luca è così cretino da spendere 2000 euro per portare in Thailandia un'infermiera rompipalle e quando si accorgerà del tragico errore, per lui sarà troppo tardi: lei gli avrà già chiesto: "Posso fermarmi da te per qualche giorno?"

01 giugno 2005

La Cina è vicina.


Click to zoom

Mentre noi ci lambicchiamo il cervello per escogitare trucchetti e mezzucci per contrastare la concorrenza cinese, quelli sono ancora una volta un passo avanti.

Fino a qualche anno fa, effetto del regime comunista, in Cina non esisteva il concetto di ricevuta o scontrino che dir si voglia. Si andava a ristorante, si mangiava e si pagava. Stop.

Poi il governo ha introdotto l'uso della ricevuta per l'acquisto di beni e servizi. Ma, come spesso accade in queste situazioni, i cinesi non ne volevano sapere tanto di richiederla quanto di rilasciarla.

Il govero ha pensato: come possiamo incentivarne l'uso? Semplice: abbinando alla ricevuta un gioco a premi tipo gratta&vinci.

Detto fatto. Le ricevute hanno una parte argentata da grattare rimossa la quale appare invariabilmente la scritta NON HAI VINTO PROPRIO NULLA COMPAGNO CHEN ma intanto sono tutti lì a chiedere scontrini e grattarli, perché sognare non costa niente.

Grazie a Silvio N. per il contributo e a Beppe U. per la voce.


30 maggio 2005

Mercati online, comportamenti offline.



Siccome vorrei la porta blindata per il mio alloggio, la scorsa settimana ho fatto una ricerca su Paginegialle di tutti i rivenditori e installatori nella mia zona.

Ho scoperto con soddisfazione che la maggior parte di loro ha un indirizzo email e/o un sito web con form Richiesta preventivo. I titoli recitano generalmente: inviateci i vostri dati, saremo lieti di fornirvi un preventivo.

[Ora, per chi non lo sapesse, una porta standard modello base misura 85 cm x 210 cm (esattamente quello che mi serve), ha un telaio che deve essere murato e una parte esterna che deve assomigliare a quelle già presenti nel condominio. Stop. Le altre cose -- tipo serratura, maniglie, spioncino -- sono opzioni.]

Forte di questa nozione, ho inviato più di 15 email e form ad altrettante aziende che pubbicizzavano il proprio contatto on-line con la cortese richiesta di un preventivo di fornitura e posa di una porta blindata standard.

Risultato: ho ricevuto una sola risposta che recitava laconicamente: non abbiamo abbastanza informazioni per fornirle un preventivo.

Mi chiedo che cosa volessero sapere ancora. Forse se mi sono ricordato di buttare quelle due mozzarelle scadute che ho nel frigo. Oppure se quando sono al telefono ho l'abitudine di scarabocchiare su un bloc notes.

Non c'è dubbio: al momento molti mercati NON sono ancora conversazioni. Piuttosto, sono tentativi goffi di stare al passo coi tempi.

26 maggio 2005

Elogio di Tonon Raffaello.



Un tempo non lo avrei mai fatto, ma ormai sono allo sbando e non ho più alcuna remora né a farlo né ad ammetterlo di averlo fatto.

Ho seguito molte puntate della Fattoria. Ma per un solo motivo: c'era Raffaello Tonon.

Io Tonon l'ho apprezzato dall'inizio, quando è entrato in combutta con l'onnipotente cancelliere Costanzosciò, che lo faceva parlare a ruota libera, col noto vocione roco e la cadenza meneghina.

Quando è andato alla fattoria è diventato l'icona dei miei desideri mai realizzati. Ecco perché:
  1. Ha un sacco di capelli mentre io tendo allo stempiato-con-riportino.
  2. Ha 26 anni e si dichiara opinionista senza essersi mai laureato mentre io l'università l'ho finita ma a tarda sera tendo a non avere un'opinione su quasi nulla
  3. Ha passato abbracciato a Patrizia Rossetti lo stesso tempo che io ho trascorso in coda al semaforo, al supermercato, sul treno, alle poste e dal dottore. Per inciso, io sono innamorato di Patrizia da sempre. Quanti di voi hanno visto la prima e unica puntata del telefilm in cui era protagonista?
  4. Ha trascorso 3 mesi con Eva Henger mentre io mi sono limitato a qualche ora, e per di più in VHS.
  5. Ha pronunciato la frase: "L'unica volta che ho lavato i piatti, mi è venuta la cervicale e ho portato il collarino per 40 giorni", mentre io i piatti li lavo ogni giorno e il collare l'ho portato per un incidente.
Direi che basta così. Vincitori e vinti, poco m'importa.

A Tonon aspetta un futuro roseo sulle poltrone del califfo Mauriziocostanzo. E gli faccio gli auguri, tutti i miei migliori auguri: perché sono un po' invidioso, ma, alla fine, sono felice per lui.




24 maggio 2005

Una rondine non fa primavera.



Due, però, fanno molta cacca.

Parola mia: le due rondinelle che hanno da poco nidificato nella grondaia del mio terrazzo si danno parecchio da fare.

La fortuna ha voluto che scegliessero un angolo sufficientemente lontano dalle corde del bucato, sfrattando una comunità di vespe che occupava un favo.

Considerando che le vespe non fanno il miele ma pungono e che le rondini non nuociono alla salute (era vera la storia che mangiavano le zanzare? o forse erano i gerani a tenerle lontane?), lo scambio è stato abbastanza vantaggioso.

23 maggio 2005

Settimo: non fumare.



I miei vicini di casa - poveri ma onesti, per ammissione del caposcala - hanno un senso tutto loro del concetto di regolamento.

Prendiamo l'ascensore, ad esempio. Un anno fa ha fatto la propria apparizione un foglio formato A4, diligentemente stampato a getto d'inchiostro in rosso e nero, e protetto da una cartellina di plastica trasparente, che recitava:

PER IL QUIETO VIVERE E IL RISPETTO ALTRUI IN ASCENSORE E' VIETATO FUMARE.

La norma fa leva sul concetto di comunità. Pertanto, misteriosi e solerti inquilini hanno subito provveduto ad aggiungere, con penna a sfera e grafia incerta, la postilla SIGARETTE, ad intendere che altri tipi di prodotti da fumo sarebbero stati ben accetti dalla piccola ma efficiente comunità.

Meno cortesemente, qualcuno ha usato poi l'accendino per sciogliere la cartellina di plastica che conteneva il cartello.

Reso inservibile dal tentativo piromane, il cartello è stato sostituito da un nuovo divieto cartaceo (trafugato in qualche ufficio pubblico e opportunamente ritagliato) che, questa volta, fa leva sulla salute privata come bene inalienabile del singolo e della comunità.

Curioso il bisticcio diacronico di parole COMINCIARE / SMETTERE / CONTINUARE.



Che cosa escogiteranno i fantasiosi vicini al prossimo tentativo di deturpare il divieto di fumo? Pagherei per avere il neon animato con il cowboy della Marlboro, non tanto per par condicio, ma per sostituire l'orribile plafoniera che illumina di una luce giallastra la cabina dell'ascensore.

20 maggio 2005

Le mani sulla città.



Le mani sulla città sono quelle dell'amico Delio che, sfidando i ghiacci torinesi, i tagliagole di Genova, il coprifuoco di Settimo e le finestre a ghigliottina di Nuova York, ha prodotto una serie di scatti di grande valore, portando sovente l'occhio dello spettatore sulla scena di un thriller inquietante.

Il Maestro Fulvio ci ha messo a sua volta le mani, e il risultato è la mostra The Hand: La mano, metonimia quanto mai diretta dell'Io, si muove come un'entità aliena dotata di vita autonoma in cerca di appigli... (F.B.)

Online anche le foto della serata inaugurale al Soundtown di Torino.

Foto dell'amico Romano. Courtesy of Nippon Kogaku, Tokyo, Japan.

17 maggio 2005

iPodder e Proxy authentication.



Se vi connettete da una rete aziendale che richiede l'autenticazione su un proxy per uscire sulla Internet, è probabile che il vostro client iPodder non funzioni.

Infatti, esso prevede di poter configurare manualmente il proxy ma non le credenziali di autenticazione sullo stesso; il risultato sarà che il client non riuscirà a scaricare nuovi podcast dai feed RSS sottoscritti.

Cercando un po' in rete, ho scoperto che è sufficiente utilizzare la seguente sintassi nel campo Use a proxyserver delle impostazioni di rete (Network settings) di iPodder:

http://user:pwd@111.222.333.444


dove user e pwd sono le credenziali di autenticazione (username e password) e 111.222.333.444 è l'indirizzo IP del server proxy.

16 maggio 2005

Toponomastica.



Sabato, controllando una lista di indirizzi, riflettevo sul fatto che nelle città italiane (almeno, nelle città che conosco) NON esistono strade, piazze, corsi o viali che abbiano il nome di città straniere o di Paesi dei continenti Asia, Africa e Oceania, anche importanti.

Avete mai comprato un gelato in Corso Parigi? Una ragazza vi ha mai dato buca un pomeriggio d'estate, lasciandovi aspettare per ore in Piazza Joahnnesburg? Ricordate di un compagno delle elementari che abitava in Viale New York e la mamma non voleva accompagnarvi in auto perché non c'era parcheggio? E da ragazzini avete mandato per scherzo dieci pizze Largo Cina o un taxi in Via Finlandia?

Se ci pensate, è assurdo.