Il semaforo rosso è una perdita di tempo. Attendere il mio turno al banco gastronomia della Coop è una perdita di tempo. La sala d'attesa del dottore è un'altra, seccante perdita di tempo. Anche la gravidanza (9 mesi di attesa prima di venire alla vita) è un'attesa verso nuove attese. E siccome la nostra vita è scandita da attese (in attesa di fare qualcosa o di un'ulteriore attesa) si può trasformare i tempi morti in una forma (meglio: rappresentazione) d'arte.
Il Castello di Rivoli ospita un tentativo di performance effimera (non sono permesse fotografie né filmati: non ne rimarrà nulla se non la memoria, e poi l'oblio) dell'attesa come arte. L’opera consiste nella partecipazione di 100 donne, invitate dalla stessa Elin Wikstrom, a un’attesa di 15 minuti circa, perché, a suo dire, l’ancestrale condizione di attesa circonda il ruolo sociale della donna.
Cristina e Livia hanno partecipato. Hanno atteso. Cosa aspetto?, si chiede Cristina. Aspetto la prossima donna che a sua volta ne aspetterà un’altra.
Avvicinandomi all’anonimo tavolo che mi aspetta in un angolo qualunque del castello, mi sento un po’ delusa. Data la semplicità e genialità del concept mi aspettavo una grande stanza vuota, dove la silenziosa attesa potesse riempirne lo spazio suscitando maggior stupore negli scettici visitatori. Invece quell’ammezzato un po’ buio restituisce una dimensione talmente reale da farne perdere la spettacolarizzazione cui siamo abituati e assuefatti.
Ritornando, dunque, a quell’attesa ho compreso che forse il vero obiettivo dell’installazione tende all’introspezione (o questo è ciò cui voglio credere io). Un’opera a uso e consumo dell’individuo protagonista di se stesso e non l’ennesimo spettacolo da osservare e giudicare.
Così nelle altre attese ho visto 15 minuti di nervosi litigi con le patinate pagine di mediocri pubblicità, ho visto 15 minuti di golosi gossip dell’ultimo fashion magazine d’edicola. E poi ho vissuto i miei 15 minuti attraverso i quali ho scoperto che l’attesa può essere dolce, può rallentare la frenesia, può donare nuove energie, può suggerire uno stile di vita che punti alla qualità piuttosto che alla quantità, perché la vita, come un buon vino, può donare più sapore e maggiore persistenza se viene gustata a piccoli sorsi.
E allora la vita, come l’amore, è lentezza?
L'attesa attenua le passioni mediocri e aumenta le grandi.
F. de la Rochefoucauld
Thanks to C.P.