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03 febbraio 2025

DIY. Riparazione caricabatterie e-bike

Qualche settimana fa ho collegato la mia ebike al caricabatteria e qualche ora dopo il livello di carica non era cambiato: non stava funzionando. Ho notato che la guaina del cavo del caricabatteria, vicino al connettore, si era ritratta e si potevano intravedere i fili elettrici. 
Muovendo il cavo verso l'altro, il caricabatteria riprendeva a funzionare (si sentiva il suono del relè eccitato), segno che c'era un falso contatto in qualche punto vicino al connettore, probabilmente uno dei fili danneggiato. 



Il costruttore ha negato l'assistenza essendo scaduta la garanzia, trattandosi di un componente a loro avviso danneggiato dall'uso o dall'usura. Secondo me, invece, si tratta di una fragilità costruttiva perché questo caricabatterie è sempre stato trattato bene, facendo attenzione a non sollecitare i cavi. 

Mi sono rivolto ad un laboratorio di riparazione di batterie ebike, ma hanno preferito non intervenire perché ritenevano l'operazione complessa, rischiosa e antieconomica. 

Anche un concessionario del marchio di ebike ha confermato che sarebbe stato meglio acquistarne uno nuovo perché vedeva difficile e rischiso ripararlo. 

Ovviamente il connettore è proprietario, un pezzo unico termoformato. Un nuovo caricabatteria costa 136 euro. Non pochissimo. 

Prima di ordinarne uno, ho deciso di fare un tenativo di riparazione, considerando che non avrei potuto fare molti danni. 

Il corpo del connettore è costituito da un corpo di gomma dura che, avrei scoperto dopo, in qualche modo può scorrere e si può sfilare, ma la caratteristica non era così evidente, quindi ho iniziato a tagliarlo lungo la circonferenza. 

L'idea, e la speranza, era di trovare subito i cavi saldati alla base dei pin del connettore. 


Le cose non sono andate come sperato. Sotto alla copertura di gomma, si trova in sostanza una calotta in plastica termoformata in cui sono letteralmente affogati i 5 fili che portano corrente e segnali ai pin del connettore. 

Non c'era altra soluzione che continuare a segare la calotta di plastica sperando di tranciare i 5 fili in una posizione buona sia per avere una lunghezza minima per rifare le saldature che per trovare una zona non danneggiata. 

Ecco come si presenta il cablaggio tagliato. 


Non banalissimo. I 5 monconi sono proprio brevi ma per fortuna le guaine colorate sono intatte, il che facilita l'identificazione dei cavi e le saldature. 


Ho preparato il cavo principale, tagliando i primi centimetri e scoprendo una sezione dei 5 fili nuovi. Una volta spelati, ho inserito piccoli ritagli di guaina termorestringente, ed iniziato le saldature con una stazione saldante di precisione a bassa potenza. 

Le saldature non sono belissime, ma sono solide. Ho fatto scorrere le guaine fino a coprire e poi con la punta del saldatore, le ho scaldate per termorestringerle.


Poiché il cavo si è danneggiato presumibilmente per movimenti e flessioni, ho fatto una bella colata di colla a caldo alla base del connettore per sigillare e fermare i 5 fili appena saldati. 


Quindi ho richiuso il connettore e l'ho nastrato generosamente. 

Una volta collegato il trasformatore alla presa di corrente domestica, il led verde si è acceso lampeggiante, il che è un buon segnale: per lo meno significa che non ho creato un corto circuito. 

Ma per sapere se la riparazione funziona, l'unico modo è collegarlo ad una batteria ( o alla bici) ed iniziare il processo di carica. 

Ammetto che, vedendo i led di stato lampeggiare, un po' di sorpresa e soddisfazione le ho provate. La batteria ha risposto e ha iniziato a caricare. 


Dopo qualche ora, come da specifiche, era quasi carica. 


E questa la prima immagine che mi è venuta quando ho capito che sono riuscito a riparare il caricabatterie. 


Almeno per ora, posso risparmiare 136 euro. 

Ma ovviamente non c'è solo questo. C'è la soddisfazione di essere riuscito dove gli altri non volevano rischiare, ci sono ricordi alle ore trascorse, adolescente, a imparare i rudimenti di elettrotecnica con l'aiuto degli amici dell'ITIS, c'è la mia attitudine al riparare anziché buttare e sostituire, quando è possibile.

06 gennaio 2025

MTB Bardonecchia: Gleise - Foens - Suppas

Iniziamo bene il 2025 con un percorso studiato "a tavolino", ovvero messo insieme collegando, sulla mappa Fraternali, alcuni spezzoni di sentieri che si percorrono tipicamente in estate in zona Foens, prediligendo i tratti potenzialmente più puliti e meno innevati. L'idea originale era , saliti da Gleise, arrivare a grange Suppas e da qui ridiscendere all'altezza di Millaures lungo i tanti sentieri. 

Ma, come spesso accade nei giri studiati sulla mappa, e soprattutto grazie alla compagnia del local dottor Paradiso, alla fine ha prevalso il "ma sì, allunghiamolo un po'"; per cui abbiamo ignorato la traccia sulla nostra destra e , un po' pedalando e un po' spingendo, siamo arrivati alla località Foens (1713 m slm), che si trova circa 150 m sotto il pianoro sove sorge il forte Foens. 

Alla fine si è rivelato un bel giro, un po' faticoso in alcuni tratti che normalmente si percorrono in senso opposto scendendo dal Foens, ma comunque quasi tutto fattibile in quanto il bosco ha impedito l'innevamento della maggior parte della traccia ma, al contempo, ha regalato scorci invernali molto suggestivi. 

La traccia, disponibile alla fine come di consueto integra questa descrizione.

La salita a Gleise

La salita a Gleise


L'arrivo alla cappella di Maria Ausiliatrice

Particolare della porta della cappella di Maria Ausiliatrice


Molti alberi caduti interrompono il sentiero


Andrea sul passaggio del rio









L'arrivo a grange Foens



La fontana di Foens. Da qui, volendo , si può prendere un sentiero che arriva a Savoulx







L'arrivo a Suppas


03 gennaio 2025

MTB Val Susa - Caprie Celle

Bel giro invernale, quasi sempre esposto al sole, quindi fattibile anche in giornate fredde purché soleggiate. 


Si articola in due salite e due discese: la prima da Caprie a Peroldrado, la seconda da Celle a Torre del colle e quindi di nuovo Caprie. 
Sentieri puliti e non troppo impegnativi. 

31 dicembre 2024

Valle Stretta in MTB, sulla neve.

Chiudo il 2024 con una classicissima invernale - la Valle Stretta (Bardonecchia/Nevache) fino la Lago Verde (non raggiungibile in bici, quindi ci si ferma al ponte sul torrente).

La valle in inverno è quasi tutta in ombra già da fine mattinata quindi le temperature erano abbastanza rigide (-2 al rientro) ma non proibitive. 

Il percorso al ritorno non offre molte varianti se non qualche taglio della strada principale, passando quindi per i sentieri battuti nel bosco. 


La traccia del giro

08 dicembre 2024

Cercando la neve: Grange Rho (Bardonecchia) MTB

Con poco tempo a disposizione e il meteo incerto, la salita alla Grange de la Rho è una certezza. Salita ripida che consente di arrivare alle Grange in un'oretta e la sicurezza che il percorso è praticamente sempre percorribile tutto l'anno: sia la salita, che rimane pedalabile anche se molto innevata, che la discesa, che offre tre opzioni a seconda delle condizioni del fondo: la facile strada dell'andata, il single track che incrocia il sentiero Bonatti (la mia opzione preferita) o la direttissima via Crucis, una pietraia che ho fatto anche con neve fresca. 

Si sale verso mezzogiorno, con un po' di speranza di trovare ancora un po' della neve caduta nei giorni precedenti. Il sole scalda l'aria. Fa caldo, basta una maglia termica, e già si suda con questa. In breve, le nuvole e il vento freddo fanno calare la temperatura lungo la salita. 

All'arrivo alla fontana, breve tappa prima di scendere, è chiaro che la neve è ormai un ricordo. Rimane qualche chiazza ghiacciata all'ombra, ma l'erba è gialla e quasi asciutta sui prati e sui sentieri. Solo nei tratti all'ombra nei pressi dei rii il fondo è bagnato, con un po' di fango. 

Sono nel bosco quando si alza un vento più freddo ed inizia a nevischiare. Cercavo la neve su cui mettere le gomme, la neve invece inizia a cadere.La discesa è, come sempre, rapida. Una manciata di minuti e si è a Borgo vecchio. 

Qualche foto di questa classicissima. 





La fontana delle Grange.

Il sentiero che porta al tunnel e al Colle della Rho

La strada verso Mont Serrat

A sinistra della fontana inizia la discesa "direttissima" o Via Crucis

Le Grange

Autoscatto prima della discesa

Il tratto intermedio della discesa