Esterni: ripristino della capote (soft top)
Un altro aspetto trascurato di questa macchina è la capote.
Sporca e maleodorante all'interno, sporca e non più impermeabile all'sterno. Non rimane che smontarla e pulirla accuratamente.
La cosa buffa è che, nonostante le cabrio in Italia siano abbastanza diffuse, non ci sono informazioni chiarissime su come fare manutenzione ad una capote. Mi sono rivolto a tre autolavaggi a mano, ma nessuno mi ha convinto in quanto proponevano di lavarla con l'idropulitrice ad alta pressione (metodo che la può potenzialmente distruggere).
Ancora una volta, fai da te.
Mi sono quindi organizzato come segue:
- un paio di guanti da cucina
- una bottiglia di Chante Clair sgrassante al bicarbonato di sodio
- due spazzole a setole morbide
- un tavolino
- acqua corrente
- olio di gomito e pazienza
Il lavaggio della capote è un lavoro che, disponendo di uno spazio adeguato, di acqua e di un po' di pazienza, può fare chiunque. Ma appunto richiede tempo e fatica.
Da queste foto si vede bene il confronto delle parti prima e dopo il lavaggio a mano.
Potete immaginarvi il colore dell'acqua saponata che veniva giù dalla capote, sia dalla parte interna che da quella esterna.
Lato pulito e lato sporco.
Il posto ideale dove lavarla è su un tavolino da giardino che consente di larorare da una posizione comoda.
Un dettaglio a lavoro finito.
Finalmente pulita e profumata, la capote è pronta per la fase successiva: piccole riparazioni interne ed impermeabilizzazione interna ed esterna.
Procediamo con ordine.
Il problema principale è rappresentato dal fatto che entra acqua quando piove, specialmente dalle cuciture sulla parte superiore, e dalla presenza di un paio di buchetti in corrispondenza dell'arco superiore della cabina.
Il lavoro di ripristino consiste quindi nel posizionare un nastro telato trasparente ad alta resistenza, specifico per tessuti, lungo tutte le cuciture.
Dopo le riparazioni interne del telo, è venuto il momento di rimontare la capote, pulita e profumata, ed iniziare il trattamento protettivo.
Il propdotto scelto è Renovo Ultraproofer, che si compra presso alcuni autoricambi oppure su Amazon.
Io ne ho preso un litro, ma 500 ml sono sufficienti. Si versa il prodotto -- che non va agitato ma mescolato, proprio come il Martini Dry di James Bond -- in un contenitore, ed applicato con un pennello da 5 cm a setole morbide.
Il prodotto va steso dall'interno verso l'esterno, senza esagerare nella quantità, e rapidamente. Io consiglio di ripetere l'operazione appena la prima mano si è asciugata , ed insistere molto lungo la linea delle cuciture.
Dopo alcune passate , è sufficiente lasciare asciugare la tela all'ombra.
Chiudere un po' meglio la capottina.
Una delle caratteristiche della capottina in tela della Suzuki è che, soprattutto nella parte posteriore, fa entrare molta polvere all'interno dell'abitacolo quando si percorrono strade sterrate. Qiesto perché il retrotreno alza polvere, e generalmente la capote non aderisce bene alla carrozzeria (è fissata con bottoni e ganci, ma tra un gancio e l'altro il telo si solleva con gli anni).
Per ovviare a questo piccolo problema, ho iniziato un lavoro per sigillare la capote alla carrozzeria. Sigillare è una parola grossa: l'obiettivo è ridurre il più possibile gli spazi tra capote e lamiera, quelli da cui la polvere si insinua, e lo condivido qui perché potrebbe essere utile a qualcuno.
L'occorrente è tutto su questo tavolino:
- strisce di velcro adesivo, reperibile in merceria, fai da te o nei negozi cinesi (deve essere di buona qualità)
- alcool
- un asciugacapelli
- morsetti e piastrine per tenere in pressione le strisce di velcro durante l'incollaggio
- un rotolo di biadesivo (opzionale: nel caso in cui quello delle strisce sia scadente)
Si inizia liberando la parte posteriore della capote dai ganci e smontando la ruota di scorta dal supporto.
Verificare che l'interno della capote sia pulito. Nel dubbio fregare uno straccio imbevuto di alcool per sgrassare e rimuovere lo sporco
Con l'asciugacapelli, scaldare ed ammorbidire i bordi della capote. Questa fase è essenziale e deve essere ripetuta più volte durante l'intero lavoro per assicurarsi che la tela sia appiattita, senza pieghe, e sia facile da trattare.
La parte dietro la ruota di scorta è la più difficile perché la tela è piegata.
Inizare a tagliare le strisce della lunghezza corrispondente alla distanza tra un gancio e l'altro. Sono tutte misure diverse, quindi fatele una per una.
Incollare la prima striscia. Consiglio: incollate la parte morbida del velcro alla capote e quella rigida alla carrozzeria. Vi sarà più facile fare aderire il velcro morbido sulla tela, e stringerlo tra due barrette di metallo o due pezzetti di legno con un morsetto per assicurare l'aderenza. Aiutatevi con il phon.
Pulire accuratamente con panno e alcool la carrozzeria. Deve essere priva di sporco e grasso.
Quindi incollare il velcro duro alla carrozzeria nella posizione idoena perché aderisca alla striscia incollata sulla capote.
Questo va ripetuto per tutta la lunghezza della capote.
E' consigliato premere forte , aiutandosi con un morsetto, tutti i pezzi di velcro, sia alla capote che alla lamiera.
Una volta fatto, si fanno aderire le strisce di velcro e si può notare che gli interstizi sono quasi spariti. In questo modo, dovrebbe entrare molta meno polvere.
La stessa operazione si può fare anche ai due lati, tra capote e lamiere dei parafanghi. Tuttavia, di lato si solleva meno polvere, ed inoltre la capote aderisce meglio perché più tesa e la lamiera è tutta dritta.
Pannelli posteriori.
Tra gli elementi assenti nella mia Samurai vi sono i pannelli dei lamierati posteriori che, almeno in teoria, dovrebbero completare un po' il nudo allestimento interno.
Dopo il restauro dei parafanghi, dall'interno si possono toccare con mano i lamierati riparati e rivestiti con durevole antirombo. Una soluzione pratica ma non bella né confortevole per i passeggeri.
Ho trovato su un gruppo Facebook un paio di (rari) pannelli posteriori originali, in condizioni non bellissime, ma abbastanza integri e dotati di buona parte dei ganci di fissaggio ai lamierati.
Uno è nudo, l'altro è rivestito in sky nero.
Diciamo che sono una buona base per un restauro.
Molti anni fa, chissà perché, acquistai un rotolo di moquette acustica della Tec precision, ditta che non credo che oggi esista più; si tratta di un tappeto acustico per rivestire pianali che possono ospitare altoparlanti o comunque altre applicazioni musicali. E' spesso, morbido, ben lavorabile.
Ho deciso quindi di usarlo finalmente per foderare e rivestire i pannelli, visto che il colore è il medesimo della tappezzieria dell'auto.
Non ho mai fatto lavori di tappezzeria prima d'ora. Ho solo visto la tappezziera cinese di Fast'nLoud e mezza pagina web, per cui sono andato pressoché ad intuito. Non che ci voglia una QI elevato, eh.
Per prima cosa ho preso forbici da elettricista (inadatte ma tagliano bene) , un foglio di polistirolo leggero da imballi da usare come imbottitura, e un tubetto di mastice; poi ho sagomato un foglio di polistirolo e l'ho incollato sul pannello per avere un minimo di imbottitura.
Quindi ho steso uno dei pannelli su una grande porzione di moquette e con l'aiuto di un gessetto, ho tracciato la sagoma esterna che include i bordi da ripiegare e incollare all'interno del pannello.
Poi ho fatto la stessa cosa con il secondo pannello.
Una volta sicuro, ho tagliato le due sagome di moquette, vi ho steso un pannello sopra e ho iniziato a tagliare i bordi in segmenti più piccoli per seguire le curve e le rientranze del pannello e per incollarli all'interno dello stesso.
Pezzo per pezzo, ho incollato il bordo ripiegato all'interno del pannello.
Ed ecco il primo pannello foderato.
Via con il secondo pannello.
Qui la sagoma è meno regolare per cui ho dovuto adattare la tappezzeria in più punti.
Un po' di fatica per tendere bene la tappezzeria senza piegare il pannello in truciolato leggero, ed evitando movimenti e sfasamenti.
Non bellissimo, ma intanto sarà nascosto.
Ed ecco i due pannelli finiti, pronti per essere montati.
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