16 settembre 2024

Perché non mi fido più dei meccanici di bici (e non solo quelli)...

 ...e perché cerco di non andarci mai.

Qualche settimana fa ho avuto un problema di per sé banale alla mountain bike: il pompante del freno Shimano XT perdeva un po' d'olio, la leva aveva una corsa lunga e la frenata era compromessa. Un po' inusuale siccome è successo all'improvviso. Ma può capitare. 

Non avendo in quel momento né tempo né attrezzi, mi sono rivolto ad un meccanico di montagna (non dirò chi), che ha tentato senza riuscirvi di fare uno spurgo, ha attribuito il problema al pompante stesso, e suggerito di comprarne uno nuovo. Cosa che, visto il costo comunque contenuto, ho fatto, e l'indomani si è occupato del montaggio e dello spurgo, chiedendomi una cifra ragionevolissima: 25 euro. 

Tutto contento del mio freno messo a nuovo, sono partito per un giro lungo.

Purtroppo, dopo un'ora di discesa, anche con il pompante nuovo di zecca, eravamo daccapo: stessi sintomi. Difficile capire il motivo, stavolta.

Sostitito il pompante in garanzia, sono andato, previo appuntamento concordato telefonicamente in anticipo (perché mi hanno insegnato a rispettare il lavoro altrui), da un meccanico piuttosto famoso della zona in cui abito (non farò il nome ma è uno grande). Per chiedere esattamente il medesimo servizio: montare il pompante nuovo e spurgare. Perché non l'ho fatto da solo? Sempre per la mancanza di tempo.

Quando stasera sono andato a ritirare la bici, non sono mancate le sorprese. Amare. 

  1. Diagnosi: non è colpa dei pompanti, ma di chi ha spinto le pastiglie forzando la mano (eh, chi?)
  2. Diagnosi 2: no, in realtà nel tubo c'era anche un pezzetto di flangia che non faceva funzionare bene il ritorno dell'olio (il tubo sta lì credo dal 2022) - il tutto spiegato assumendo che io sia un povero idiota che non può capire un concetto più complesso dello scaccolarsi al semaforo. 
  3. Commento: questo meccanico non ha potuto esimersi dal riferirsi al collega che lo ha preceduto con il termine "caprone". Sempre bravi a sputare sugli assenti. Che gentleman. 
  4. Già che c'era, ha cambiato le pastiglie, perché quelle che c'erano (Galfer con 1 mese di vita, tipo al 50%) non avrebbero "consentito di fare un lavoro fatto bene". Poi è seguita una supercazzola tarapia tapioco che se non avessi 50 anni di cui gli ultimi 15 anni in MTB mi avrebbe quasi affascinato.  "E che pastiglie hai messo?", mi permetto di chiedere. "Ah, quelle originali", risponde.
No. Hai montato queste. Le Shimano autoventilanti, che NON sono il montaggio standard né dell'impianto né del costruttore della bici, e costano 40 euro. E al posteriore poi hanno meno senso di quel sorriso che hai sulla faccia. Lo hai fatto senza chiederlo, senza un colpo di telefono di cortesia, senza proporre opzioni, solo perché hai più margine. E se monto le Galfer è perché ho i dischi Galfer e voglio quelle. 


Per la cronaca: le Shimano ventilate le trovate qui a 28 euro, e qui a 26 euro. Due link a caso. Ma no, lui te le vende a 37. Pardon, 36.99.

Veniamo al conto: su un foglietto ha scarabocchiato 81.99 euro (credendo per un attimo di essere l'Ikea che mette sempre i prezzi psicologici). Quindi, 82 euro sostanzialmente per montare un freno e uno spurgo ed eseguire un lavoro non concordato e sulla cui necessità sono disponibile a sedermi ad un tavolo per discutere. 

Alle mie pacatissime rimostranze, perché il pane a tavola non mi manca, siamo poi finiti nel grottesco. 

"Va bene, lasciami la bici, che te le smonto". Bravo, così le metti , già usate, al prossimo pirla che entra in negozio, a prezzo pieno. 

Per mostrarsi caritatevole, decide uno sconto. 75 euro. Se non fosse chiaro: io non ho chiesto nulla. Consegno il bancomat, e qui tocchiamo vette altissime.

"Eh, ma tanto il bancomat non funziona". Allora gli propongo (devo proprio essere un coglione) di pagarlo con bonifico istantaneo, e mi dice di no. 

Eccoci. Siamo allo stallo: lavoro non concordato effettuato, da pagare. 

"Il POS non ti funziona, il bonifico non lo vuoi, appena ripristinano il baratto mi fai sapere?"

Non coglie la battuta e rimane a guardarmi. Pareva una scena dei Simpson, di quelle che duranno apposta a lungo. Allora tiro fuori dal portafoglio, gli do 2 biglietti da 50 euro sul bancone, che non vede, gli confermo che l'ho pagato, forse capisce, fa uno scontrino e mi dà il resto. 

Esco. Provo la bici. Frena poco e male. La leva non va a fondo ma la corsa è lunga. Rientro per farlgielo notare. Naturalmente dice che no, è perfetta e che, se voglio, posso regolare la corsa della leva. Grazie per avermi fatto vedere la luce. 

Me ne vado, ho già capito che farò lo spurgo io e monterò le Galfer. Perché a sciacquare la testa all'asino si butta via l'acqua e il sapone. 

Che sia chiaro. E' tutto lecito. Ma c'è una linea invisibile che divide due categorie di commercianti o professionisti. Solo che il gruppo di quelli da cui tornerei volentieri e con fiducia è pressoché scomparso. 

A me 75 euro non cambiano la vita. Ma a voce, di persona, il nome di questo campione lo faccio volentieri.