Didascalico e lievemente inquietante (se sei padre capisci l'angoscia degli eventi narrati), prende spunto (o pretesto) da un fatto di cronaca del secolo scorso per articolare una lunga riflessione sul ruolo e sui limiti dell'essere genitore, che mette in secondo piano la descrizione dei luoghi. Il grande nord diventa metafora delle difficoltà e degli imprevisti nell'avere la responsabilità di un figlio: un momento può essere bellissimo, l'istante dopo può essere l'inizio di una tragedia piccola o enorme.
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