Questi giorni sono caratterizzati da un susseguirsi di rumors, a quanto pare molto attendibili, dell’imminente ingresso di Amazon nell’agguerrito e affollato mercato degli smartphone.
La notizia, per la verità, rimbalzava già da qualche settimana, e non sono mancate analisi particolarmente puntuali e condivisibili: ma ora un articolo pubblicato su The Verge porta a pensare che il lancio possa avvenire a brevissimo.
D’altronde è notizia ormai assodata che Amazon stia intrattenendo da tempo rapporti con il costruttore Foxconn; a questo si aggiunga che Amazon ha già sondato il terreno dei dispositivi smart con due classi (ben distinte): il Kindle, nelle sue varie configurazioni ed evoluzioni, e il Kindle Fire, un tablet basato sul sistema operativo Android anche se pesantemente customizzato.
Sono cliente Amazon da anni, prima sullo store americano (organizzando le spedizioni con qualche collega in trasferta negli USA) e poi su quello italiano, da cui mi rifornisco praticamente per tutto, dai regali di Natale per gli amici agli attrezzi da cucina; usufruisco di molti servizi Amazon, come Cloud Drive. Ritengo quindi di conoscere bene l’azienda e il suo ecosistema.
Credo pertanto che Amazon, che è oggi probabilmente il più grande, fornito ed efficiente marketplace di beni materiali, immateriali e servizi IT, possa trarre alcuni interessanti benefici dal lancio di uno smartphone; ci sono però alcuni punti delicati e meritevoli di attenzione.
Iniziamo con i pro di questa azione commerciale.
1. Innanzitutto, come già accennato, Amazon ha acquisito una discreta esperienza sia con lo sviluppo di dispositivi elettronici connessi (Kinlde) che con i rapporti con i Telco (l’accordo con AT&T per la connettività 3G del Kindle negli Usa). L’esperienza si è allargata con lo sviluppo di Fire, un tablet con schermo a colori e OS Android 4.0. E proprio Fire è indicato come la buona base di partenza per lo sviluppo di uno smartphone.
2. Amazon ha realizzato e consolidato uno dei più potenti, capillari, affidabili e riconosciuti (ma il termine corretto sarebbe trusted) canali di distribuzione di beni materiali e immateriali, con esempi di successo di distribuzione esclusiva (Kindle), tanto efficace quanto potenzialmente pericolosa. Un vantaggio competitivo significativo per la vendita di un nuovo smartphone.
3. Come correttamente suggerito da un articolo pubblicato su Business Week, Amazon non è obbligata a realizzare profitti dalla vendita di uno smartphone col proprio brand; può venderli anche in perdita. Uno smartphone non è il core business aziendale, bensì un canale privilegiato, abilitatore e facilitatore per la distribuzione di contenuti e la vendita di beni (il sistema operativo Android, privo delle legacy tipiche di altri OS, è un ulteriore elemento di facilitazione); per citare Free! di Anderson, Amazon può applicare il modello di business inaugurato cent’anni fa con i rasoi Gillette (o le stampanti a getto di inchiostro), ovvero sussidiare il terminale per realizzare profitti dai contenuti. Si tratta di un secondo vantaggio competitivo rispetto ad altri costruttori i cui profitti dipendono dai volumi di vendita dei terminali.
In sintesi, la scelta di Amazon, corredata dalle giuste partnership (ad esempio Nokia per la fornitura di mappe e servizi di navigazione), può rilevarsi un buon successo, ma è innegabile che l’azienda dovrà fare i conti con alcuni punti aperti. Vediamo quali:
1. Nell’arena degli smartphone combattono, senza esclusione di colpi (recentemente più che altro nelle aule di tribunale…), gladiatori del calibro di Apple, Samsung e (in tono minore, ma con il Lumia si sta rifacendo un nome) Nokia. Nessuno di loro è intenzionato a perdere terreno e cedere i propri affezionati clienti all’ultimo arrivato; anzi il loro obiettivo è di fare piazza pulita, e molti obiettivi sono stati raggiunti, dei nomi consolidati della industry.
2. Se da un lato Amazon ha siglato un buon successo con Kindle, non possiamo dare per scontato che l’esperienza acquisita, pur importante, si possa applicare tout court allo sviluppo e alla produzione di un dispositivo complesso come uno smartphone. È sufficiente pensare agli errori progettuali e strategici, anche macroscopici, commessi in passato dai grandi costruttori: solo per citarne due, i problemi elettromagnetici dell’iPhone 4 o il non corretto posizionamento dei terminali Nokia con OS Symbian, a lungo sospesi tra il segmento feature phone e quello smartphone.
3. Quando si tratta di acquisti on line di libri, musica, elettronica di consumo, orologi, abbigliamento e gadget in genere, Amazon è il brand più riconosciuto e affidabile (trusted): non ha concorrenti in termini di rapidità ed economicità della spedizione, gestione del magazzino e dei resi, presentazione e recensione dei prodotti. Ma quando si parla di smartphone, il discorso è diverso: il consumatoretech savvy riconosce Apple, Samsung, Nokia, LG Mobile, RIM… ma quali sentimenti e aggettivi assocerà al marchio Amazon?
Un terreno non facile, insomma, ma anche una sfida che, se accolta con la giusta strategia, può portare a risultati interessanti non solo per i soggetti coinvolti direttamente: si tratterebbe di un modello innovativo di distribuzione, un ecosistema completo e complesso il cui driver principale è il più forte marketplace on line del mondo.
Non resta che attendere la comunicazione ufficiale alla stampa: nuovi rumors non mancheranno.
Originariamente pubblicato su Voices.
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