Vi è un passaggio che merita di essere citato:
La brama di radici, ancora una volta, impedisce il camminare dell'uomo e lo sguardo oltre la propria persona, il proprio recinto.Mi pare una nota pertinente, corretta: in tempi di grandi cambiamenti, di cui noi cittadini europei (cittadini del benessere e della sicurezza) siamo artefici e vittime al contempo, è forte e presente la tentazione di aggrapparsi a valori di cui si fa un uso strumentale per difendere i privilegi acquisiti o conquistati.
Cittadino europeo, appunto: la possibile revoca o rinegoziazione del trattato di Schengen costituisce, più idealmente che formalmente, una delusione amara, un pesante passo indietro nella costruzione, lunga e faticosa, di una integrazione europea che possa andare al di là dell'adozione della moneta unica: si tratta invero della costruzione di una cultura dell'integrazione che nasce dalla rinuncia a confini e barriere.
Nel delicato Big Game imperialista, per quanto obsoleto suoni questo aggettivo, si doveva tenere conto, quale conseguenza del nostro benessere di lunga data (risorse, manodopera), di movimenti migratori dettati non più dalla ricerca della fortuna ma dalla fuga da un destino infausto. Le reazioni istintive portano alla difesa del proprio territorio, dei propri agi; ma una vera politica comunitaria dovrebbe intervenire a riportare la luce sopra il crepuscolo della nostra ragione, non ad erigere nuovi muri e nuove barriere.
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