Questa è la prima parte (di due) della recensione dell'impianto frenante idraulico a disco per mountain bike Ashima PCB, recentemente lanciato sul mercato italiano dal costruttore taiwanese. La seconda parte consisterà in un test vero e proprio che sarà condotto in una località di montagna e sarà pubblicate nelle prossime settimane.
Atteso da lungo tempo, il sistema frenante idraulico Ashima PCB - acronimo che significa PanCake Brake - è finalmente arrivato sul mercato italiano (uno dei più importanti per il costruttore taiwanese)..
Si tratta di un sistema frenante innovativo in quanto all'interno delle pinze i pistoncini sono stati sostituiti da speciali diaframmi che, azionati dal fluido compresso dalla pompe, spingono le pastiglie sulla superficie del disco.
Secondo il costruttore, i diaframmi presenti negli Ashima PCB imprimono una forza equivalente a quella esercitata da pistoncini da 21 mm di diametro e non sono affetti da problemi che comunemente si riscontrano nei freni idraulici quali lentezza o "stickyness" del movimento dei pistoncini e aumenti di temperatura durante la fase di frenata.
Inoltre, Ashima PCB è probabilmente il sistema idraulico più leggero in circolazione: il freno anteriore completo pesa 195 gr, una vera manna per i grammo-maniaci della mountain bike.
I freni sono forniti pronti per funzionare, con il fluido DOT4 nel circuito, spurgati, testati e rodati.
Sono incluse le nuove pastiglie Ashima SOS che presentano tre strati di mescola (sinterizzata ai lati e organica al centro); la disposizione della mescola consente di diminuire la quantità di calore trasferito dalla pastiglia alla pinza nella fase di frenata, garantendo al contempo una migliore potenza frenante.
Per le caratteristiche tecniche ed estetiche qui sommariamente descritte, i freni Ashima PCB sono indicati principalmente per uso in cross country e marathon dove ad un peso molto contenuto si dovrebbe associare (e a noi il compito di verificarlo) una buona potenza frenante, modulabilità della frenata e durata anche in uso prolungato. Al momento non ci sono indicazioni per l’utilizzo dei PCB in ambito gravity, dove non si sta a guardare il grammo ma per contro servono standard di robustezza molto elevati. Anche la lunghezza dei tubi rendono l’impianto d’elezione per una bici front da XC leggera. Non è tuttavia escluso che in futuro Ashima affianchi ai PCB impianti dedicati alla pratica del freeride e del downhill; tuttavia attualmente questo prodotto è consigliato per uso cross country.
Ma passiamo ad una delle attività più divertenti che accompagnano ogni gadget e componente nuovo: l’apertura della scatola. Il packaging si presenta estremamente curato; la confezione in cartoncino bianco, chiusa con una fascetta sagomata, ricorda molto le prime confezioni degli Apple iPod: la scatola si apre in due metà, una contenente un rotore da 160 mm con razze della nuova serie e l’altra l’impianto frenante (anteriore con leva a sinistra o posteriore con leva a destra) accuratamente posizionato e fascettato in modo da non muoversi.
Circa il diamentro dei rotori, 160 mm sono considerati, anche a parere di chi scrive, più che sufficienti per ottenere buone prestazioni frenanti con un peso sempre ridotto. Nulla impedisce che possano essere provate combinazioni differenti: chi è particolarmente attento al peso potrebbe montare 140mm al posteriore e 160mm all’anteriore, chi cerca una frenata più reattiva si potrebbe orientare su una combinazione 160mm rear e 180mm front.
L’impatto estetico dell’impianto è notevole e molto aggressivo, come chesi era già potuto apprezzare dalle immagini pubblicate sul sito Ashima: il gruppo leve-pompe presenta forme prominenti e un collarino con viti e spessori di colore rosso; sulla leva è presente la vite di regolazione della distanza. Il serbatoio è dotato della vite di spurgo.
Il design delle pinze è particolarmente azzeccato: di colore brunito e dall’aspetto solido, sono circondate da un condotto ad alta pressione di colore rosso che fanno molto tuning. Le membrane che agiscono sulle pastiglie sono contenute da anelli assicurati al corpo della pinza mediante viti. Il tubo idraulico è inserito con attacco dritto a vite.
Nelle pinze è inserito uno spessore in gomma, dotato di una linguetta di estrazione, per evitare che le pastiglie si muovano accidentalmente nelle operazioni di montaggio, premendo la leva della pompa. Come vedremo, questo accorgimento ci darà del filo da torcere.
Completano la dotazione un manuale in lingua inglese, molto dettagliato nelle procedure di montaggio, collaudo e addirittura spurgo, e il report del test effettuato sullo specifico componente, con tanto di esiti e grafici.
Ricchissima di accessori la confezione, come si addice ad un prodotto di fascia così alta: sono forniti 6 viti torx in acciaio, un adattatore PM-IS, 4 bulloni per adattatore, ogiva e innesto per tubazione idraulica e anche una brugola da 1mm. Con una chiave torx (o anche il solo inserto per cacciaviti) il bundle sarebbe stato perfetto.
Diverso discorso con i rotori colorati: le combinazioni diametro-colore possibili sarebbero troppe per essere fornite già in specifiche scatole, è più sensato comprare a parte il rotore del colore e della dimensione che meglio si addice alla propria bici.
Diverso discorso con i rotori colorati: le combinazioni diametro-colore possibili sarebbero troppe per essere fornite già in specifiche scatole, è più sensato comprare a parte il rotore del colore e della dimensione che meglio si addice alla propria bici.
Una volta sballato il prodotto passiamo, iniziamo a predisporlo per il montaggio. Anche se si dovrebbe aspettare l’ultimo momento, proviamo ad estrarre il distanziale dalle pinze, ma questo è vincolato dallo stesso perno che tiene le pastiglie, e il perno a sua volta è chiuso da un minuscolo forcellino di metallo (il diametro è così sottile che se si perde non si può sostituire con nulla). Inoltre la gomma morbida dello spessore aderisce fortemente alla superficie delle pastiglie. Il manuale di istruzioni non riporta alcuna indicazione su come procedere per cui si segue il buonsenso: con un po’ di fatica e usando le unghie si sgancia il forcellino e quindi si estrae il pernetto di metallo. Tirandolo verso l’esterno, lo spessore in gomma porta con sé le pastiglie e la molletta, evento forse inatteso ma che ci permette di guardare da vicino la novità introdotta da Ashima, ovvero i diaframmi che sostituiscono i pistonici.
A questo punto è possibile rimontare le pastiglie, la molla, il perno e il forcellino che, a dispetto dell’apparente fragilità, si incastra fortemente sulla sommità del perno. Il nostro impianto Ashima PCB è pronto per essere montato sulla bici.
Difetti riscontrati nei prodotti in esame: nessuno.
Possibili miglioramenti: sostituzione distanziale di gomma con equivalente in plastica non vincolato al perno oppure inserimento di specifiche istruzioni di estrazione del distanziale nel manuale in dotazione. Fornitura di almeno un forcellino di ricambio.
Copyright Giuseppe Piersantelli. Tutti i diritti riservati. E' possibile utilizzare il seguente testo e linkarlo da altri siti previo consenso dell'autore. La fonte va comunque citata.
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1 commento:
Complimenti, mi sa che avranno un successore questi freni. Oramai i pistoni erano troppo obsoleti, era il momento di inventare qualcosa di nuovo.
E le foto della bici con i freni?
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