Lazare Vittone, avvocato genovese di nascita e milanese d'adozione, esordisce nel mondo della narrativa con un romanzo breve, In fuga dalla data-room, pubblicato (o stampato?) dalle Edizioni Creativa di Gianluca Ferrara.
Ho ricevuto in dono questo libro con immenso piacere perché, per il mio passato di anti-editore, accolgo sempre con entusiasmo le opere di narratori esordienti. Ho deciso quindi di leggerlo senza interruzioni e con grande attenzione, approfittando di un volo transoceanico.
Ammetto che una prima occhiata all'involucro, alla forma, al parallelepipedo cartaceo, mi hanno ha lasciato un po' perplesso, a principiare dalla quarta di copertina il cui testo è scritto in carattere Times, con alcuni errori di spaziatura tra le parole, con un effetto di scarsa cura, poco coerente con la scelta forte del formato libro.
Veniamo alla trama, ricca di richiami autobiografici. Alessandro Meravigli è un giovane avvocato d'affari -- genovese trapiantato a Milano -- che trascorre la propria vita la tra riunioni, due diligence, fusioni societarie, aperitivi e chat su social network che, neanche a dirlo, si concludono sempre tra le lenzuola. Ma Alessandro è anche un esprit de finesse intrappolato in un ruolo che non gli consente di esprimere una vena creativa ed artistica. Da qui la decisione di diminuire progressivamente gli impegni professionali per aprire una piccola galleria d'arte, uno spazio espositivo per giovani talenti.
L'idea, non sgradevole sebbene poco originale, è sminuita da una prosa frettolosa, da un impianto narrativo non privo di approssimazioni, in cui non manca anche un errore piuttosto evidente: Alessandro si reca da una vicina di casa per affittare un piccolo spazio espositivo; l'affare sembra concluso, ma nelle pagine seguenti se ne perde traccia, tanto che il protagonista cercherà un altro locale avvalendosi di un'agente immobiliare (con cui finirà invariabilmente a letto).
Non si salvano nemmeno i dialoghi, privi non tanto della grazia di un Salinger o un Hemingway -- ci mancherebbe -- ma di un uso corretto della punteggiatura, ed affetti sovente da un registro eccessivamente colloquiale, a scapito dell'eleganza stilistica.
Il peggio viene, ahimé, verso la fine. Vittone concentra nell'ultimo capitolo l'epilogo, le riflessioni personali e, quasi cinematograficamente, i titoli di coda e il come è andata a finire?. Ma arriva in fondo col fiato corto, con l'ansia di dire tanto, il piu' possibile. Parole che avevano fretta di uscire dalla bocca, dalla penna e dal cassetto.
Un vero peccato. Senza scomodare Gadda o invocare nostalgicamente un labor limae (termine che suona pure un po' sorpassato nei giorni di Facebook, di Twitter e dei blog), resta da chiedersi come e quanto In fuga dalla data-room avrebbe beneficiato di una revisione piu' scrupolosa e critica e, forse, di un autore meno innamorato della propria idea.
Autore: Lazare Vittone
ISBN: 978-88-89841-34-1
Edizioni Creativa, 2008
30 gennaio 2009
23 gennaio 2009
Grillo censore populista.
Il buffone di Nervi, non pago delle piazzate populiste né delle arringhe da imbonitore di villaggio, non ammette che Gad Lerner esprima il proprio (e il mio) pensiero, e lo censura sul proprio blog (blog?).
Per fortuna c'è Al Jazeera.
Per fortuna c'è Al Jazeera.
16 gennaio 2009
Incidenti aerei: statistiche e superstizione.
Cominciamo il 2009 con questa storiella a lieto fine.
Mercoledi' mattina raccolgo la mia copia di USA Today recapitata fuori dalla porta della camera d'albergo a Boston. Titolo di apertura:
Mercoledi' mattina raccolgo la mia copia di USA Today recapitata fuori dalla porta della camera d'albergo a Boston. Titolo di apertura:
USA Today
Iscriviti a:
Post (Atom)