Cito dal suo post:
Non so perché da noi ci si sia fossilizzati sulle "top 100" dei blogger, ma è vero che in buona parte si sente parlare sempre dello stesso gruppo [...]Curioso. Valdemarin appartiene a pieno titolo alla casta dei soliti 10-12 autori abituati a citarsi l'un l'altro nei post, usando rigorosamente il solo nome di battesimo, come fossero i quattro evangelisti (d'altronde il cognome di una blogstar è ovvio e non saperlo è talmente out),
A questo punto io credo che prima ci dimentichiamo dei blogger meglio è. Passiamo avanti, le cose buone rimarranno, ma non ha senso continuare a parlarne.
Un punto di vista quasi sconcertante, almeno per me, dal momento che l'autore di queste parole è uno dei più rappresentativi esponenti di questa insignificante minoranza (sic) e quindi uno principali responsabili di questo clima fatto di elitismo, autoreferenzialità, chiusura.
Ne è prova la decisione di non consentire i commenti al post. Perché? Teme forse il confronto con la significante maggioranza?
Valdemarin (anzi, Paolo; chi, se no?) chiude il proprio sfogo auspicando l'oblio dei blogger, termine con cui credo si riferisca alla pletora di chi quotidianamente con efficienza, abnegazione e passione, ma lontano dalle scene calcate dalle blogstar (e sotto la soglia degli ennemila unique visitors), indaga, spiega, interpreta e semplifica la rete, facilita la ricerca di informazioni, l'utilizzo dei servizi e la comprensione dei fenomeni del web; in una parola, produce i cosiddetti user generated content che garantiscono la crescita di una rete conversazionale e democratica.
Non sarà un grande sforzo dimenticarsi di noi blogger per l'autorevole Valdemarin anzi, Paolo. La casta delle blogstar lo fa da sempre, ogni giorno, in ogni post.
Perché loro sono loro, e noi non siamo un...
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