29 ottobre 2008

Fori stenopeici.

Ieri sera ho (pare brillantemente) concluso il primo dei quattro interventi sulla fotografia digitale al Future Centre.

Poiché il gentile pubblico è solitamente composto da seniores, ho pensato bene di distribuire qualche chicca sull'invenzione della fotografia e la sua evoluzione tecnologica. Ergo, occorre partire dalla camera oscura e dal foro stenopeico.

Mi pareva giusto citare uno dei capisaldi della fotografia, tal Nicephore Niepce, cui è dedicato un sito completo e ben fatto che riporta alcune sue opere tra cui il famoso Paysage à Saint-Loup de Varennes (1827), un'immagine nota per essere stata realizzata con una camera oscura e un tempo di esposizione di 8 ore.


Naturalmente questo anedotto era solo un brevissimo inciso tra i tanti argomenti trattati nei 50 minuti di chiacchierata.

Ma tant'è, finita la prolusione mi sento tirare per la giacchetta da un tale che si presenta come fotografo stenopeico il quale dice di dovermi fare un appunto perché è falso affermare che l'opera di cui sopra sia stata realizzata con la tecnica del foro stenopeioco, e che solo un coraggioso studioso si permette, tra un coro di dissensi sdegnati, di sostenere tale tesi.

In realtà, continua l'esimio, si tratta di un'immagine realizzata con una normale fotocamera dotata di obiettivo, a detta sua già molto diffuse all'epoca dello scatto (datato 1826 circa).
Come no, i negozi pullulavano fotocamere all'inizio del 1800.

Ecco, questo sì che è capire lo spirito di una "conferenza" sulla fotografia digitale.

10 commenti:

maurizio c. ha detto...

ad onor del vero il signore di cui parli potrebbe aver ragione. All'epoca le camere oscure esitevano ed erano in commercio ad uso dei riproduttori di paesaggi (già nel 1600 erano diffuse. Se poi avesse il foro stenopeico oppure un obiettivo mi sembra un problmema di lana caprina.

Giuseppe ha detto...

ciao maurizio!
secondo me non hai letto con attenzione, o forse mi sono spiegato male.
io sostenevo che l'autore dell'immagine avesse usato una camera oscura dotata di foro stenopeico , lui sosteneva che avesse usato una macchina fotografica con lente e tutto.
sarebbe quindi infondata la notizia secondo cui la foto in oggetto sia stata effettuata con una camera oscura.

Giuseppe ha detto...

ps. questa http://www.mauriziochelucci.it/Car/album/slides/sera02.html la trovo molto interessante

Fulvio Bortolozzo ha detto...

Ciao Pippo,
scusami, ma mi accorgo solo ora di questo post.

Per quel che ne so io, la fotocamera, intesa come scatola a tenuta di luce con un'ottica e uno schermo traslucido sul quale poter "ricalcare" a matita l'immagine, era strumento usato dai pittori già alla fine del '500. Giusto a titolo di curiosità, si può vedere esposta al Museo Correr di Venezia, vai a controllare se è vero, la "fotocamera" di Canaletto.

Chiamarla poi "fotocamera", "camera oscura" o "trappola per topi" è indifferente.

Praticamente Niepce, Daguerre e Talbot cercavano il modo di rendere durevoli le tracce luminose, ottenute con le "fotocamere" già esistenti da un paio di secoli, attraverso l'uso di sostanze chimiche che le "trattenessero" su apposite superfici piane.

Detto questo, per sapere con ragionevole certezza se Niepce usò un foro o una lente bisognerebbe fare un esperimento. Seguendo le indicazioni di Niepce preparare due lastre ed esporle alla luce per 8 ore una attraverso un foro e l'altra con una lente.

Vedere per credere. :-)

Giuseppe ha detto...

ciao fulvio

grazie per il tuo intervento. ho cercato di trasferire qualche nozione storica e tecnica sull'uso e sull'evoluzione della camera oscura.
ora ti mando le slide, così mi tiri le orecchie :-)

comunque il signore che ha manifestato il suo dissenso, affermava che niepce avesse usato una fotocamera provvista di lenti e una a foro stenopeico, notizia invece confermata da più fonti.

per questo non capisco la sua obiezione!!

Massimo Stefanutti ha detto...

Egregio sig. Piersantelli, vedo solo ora il blog: sono Massimo Stefanutti e sono quella persona che l'ha avvicinata a Venezia dopo la conferenza al Future Center nella quale ho apprezzatto la chiarezza e la completezza dell'esposizione.
Sono un fotografo stenopeico (per tutti il mio sito www.massimostefanutti.it) e sinceramente non ho apprezzato il Suo tono e le Sue parole irridenti sulla mia osservazione sulla foto di Niepce. Intanto non mi sono espresso in quel modo (non è da me) ma Le ho riferito che Eric Renner (se Lei lo conosce è un vero nume dello stenopeico) è il solo che considera quella foto fatta con una camera stenopeica: cioè senza lenti. Non ho trovato in tutti i testi di storia della fotografia traccia che conforti quello che dice Renner, salvo mio errore: se ha un testo che lo affermi, me lo indichi.
Neppure al Museo Niepce a Chalon-sur-Saone vi è traccia di questo (relativamente alle camere ivi esposte) in quanto usate dal predetto.
Saluti.
Massimo Stefanutti
m.stefanutti@libero.it

Giuseppe ha detto...

sig. stefanutti, ha mai sentito quella della luna e del dito?

Massimo Stefanutti ha detto...

Prendo atto della Suo rifiuto di ogni dialogo ed al rifugio nella facile e sterile ironia, peraltro incomprensibile. Cortesemente provveda alla cancellazione di ogni commento sul sottoscritto nel suo blog (del quale è responsabile) , in quanto offensivo nei miei confronti.
Massimo Stefanutti

Giuseppe ha detto...

sig. stefanutti, temo che la sua conoscenza del termine "offensivo" si discosti un poco dal significato comunemente accettato e condiviso. non se la prenda, su: questa e' la internet, non la televisione. cordialmente, giuseppe

Anonimo ha detto...

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