In questi giorni, scrivendo il mio articolo "Due o tre cose che so sui blog", ho riletto il post di Granieri sull'uso dei blog. Il guru indica la ricerca di una identità definita come fattore vincente e premiante della vita d un blog.
Impossibile dargli torto. Io per primo mi scoccio se capito in blog poco coerenti.
Se cerco di leggere il mio blog con gli occhi del visitatore anziché dell'autore, devo ammettere che nel mio caso non c'è mai stata la ricerca di un'identità precisa e definita.
Scrivo quello che sento, che vorrei condividere con gli altri, spesso trascinato da una sorta di istinto a colmare il mio debito informativo nei confronti della rete.
Ancor peggio se cerco di applicare la classificazione di Falso Idillio: tra chi dovrei mettermi: cacciatore, tessitore o sciamano?
Resto al momento in una dimensione meno definita, più fuzzy. Ho i miei tormentoni (la fotografia, le scenette di vita da single, qualche scenario tecnologico) ma temo di non aver dato un'impronta forte a senzainnocenza.
Grave? Non lo so. Di certo qui non c'è la folla, ma mi consolo con la teoria delle distribuzioni statistiche e con quel saggio scritto quasi 60 anni fa da Lasswell e Kaplan: i giochi sono fatti, e chi ha ottenuto popolarità e autorevolezza all'inizio ha la forza per mantenerle nel tempo.
Vabbe, vorrà dire che resterò un blogger di nicchia...
1 commento:
personalmente di questo blog mi sono perso poco (a parte gli articoli rockettari e troppo teconologici che non riesco ad apprezzare..) ma una visita la faccio sempre e quasi mai lascio un commento. ma ci vengo per leggere piu che per scrivere, e se tanti fanno come me allora un certo numero lo siamo, poi che palle quei blog con centinaia di interventi a proposito e a sproposito di tutto...
ste
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