Recensione pubblicata su Cantine.
La formazione degli Hand Rolling si presenta con il demo City of Angels del 2003 che raccoglie cinque pezzi originali; nella nota biografica, i quattro ragazzi dichiarano un debito nei confronti della scena di grunge di Seattle. Già i primi secondi di ascolto confermano le influenze di Pearl Jam e Soundgarden, tanto nelle parti strumentali che in quelle vocali.
Bene la sezione ritmica, contraddistinta da una batteria piuttosto precisa; pulite ma meno convincenti le chitarre che formano comunque una linea melodica chiara e piacevole, alternando ritmiche ad arpeggi. Come in buona parte della produzione grunge dei '90, si sente a tratti la mancanza di un intervento solista delle chitarre in grado di spezzare la struttura del brano. La voce, con forti debiti nei confronti di Eddie Vedder, è quasi sempre precisa, ben controllata e con una discreta presenza che fa perdonare la pronuncia e la sintassi non impeccabili dei testi in inglese: questo peccato veniale mi ha fatto meditare su una possibile "via italiana" del combo, sulla scia di formazioni come i Marlene Kuntz.
Gli arrangiamenti sono onesti e ben strutturati anche se a tratti sembra emergere una immaturità compositiva. Non tutte le idee vengono sviluppate appieno lasciando qua e là nell'ascoltatore una sensazione di pensiero sospeso, che l'esperienza di un produttore saprebbe limare
La registrazione del CD è curata e di buon livello sia per la voce che per gli strumenti, dei quali si apprezza un uso maturo degli effetti. Anche il packaging ha un aspetto professionale.
L'ascolto di City of Angels, nonostante alcuni aspetti da migliorare, si rivela piacevole ed interessante. Gli Hand Rolling hanno anche un sito web.
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