12 febbraio 2004
Fiumicino.
Mi piacciono le standiste, le promoter. Giovani, raggianti nelle loro improvvisate divise, completamente a digiuno di quello che stanno cercando di venderti - un palmare, l'ennesima carta di credito, una Lexus da quarantamila euro.
Se ho tempo prima dell'imbarco, non mi nego mai. Mi mostro interessato ad un servizio che uso da anni e che mi viene raccontato con cadenza romana e una serie di imprecisioni. Prendo depliant, compilo moduli con nomi di fantasia e li riconsegno con un sorriso. Credo che Giorgio Rocca Ruffini nato a Potenza e residente a Novara – il mio alter ego dal 1998 – abbia richiesto, negli ultimi anni, qualcosa come sei carte di credito, dieci fidelity card per frequent travellers, quattro nuovi contratti con compagnie telefoniche, non meno di cinque preventivi per case vacanze tra la Costa Azzurra e la Valtellina e un numero imprecisato di macchine per caffè da ufficio più relative cialde, bustine di zucchero e cucchiaini. Costa così poco regalare un sorriso che non importa se è finto.
Osservo sempre le loro giovani dita abbellite da impeccabili french manicure, su cui spesso splende un anello di fattura mediocre con un piccolo brillante.
Mi piace immaginarle tornare a casa, lavarsi, fare l'amore col proprio fidanzato (invariabilmente sulla trentina, diplomato, con capelli corti neri, scarpe Adidas ai piedi, e una Punto Sporting di seconda mano), addormentarsi nella penombra di una camera ancora piena di peluche e fotografie delle vacanze.
Mi collego ad un hot spot Wi-Fi col portatile. Sul sito di Secondamano pubblico un annuncio, ovviamente a nome Ditta Rocca Giorgio. Svuoto appartamenti e cantine, con o senza il vostro consenso. Telefonare ore pasti. Non c’è nessun controllo, l’annuncio viene pubblicato subito.
Cerco una toilette per urinare. La trovo. Ho una ventiquattrore e il laptop. Il pavimento sotto gli orinatoi sembra coperto di urina. Ho due valigie, due mani e un pisello. Devo scegliere se non sporcare le valigie e non pisciare, oppure se pisciare e posare le valigie. Opto per la terza via, le appoggio poco distante dall’urina. Ma è un pisciare poco soddisfacente, così preso dall'ansia del furto.
Un cittadino olandese ha fatto una fortuna brevettando un orinatoio che ha una mosca disegnata sul fondo, un poco a sinistra dei buchi in cui entra l'urina. L'istinto e' urinare sulla mosca. Il risultato è non urinare fuori. L’aeroporto internazionale di Amsterdam, il primo ad aver adottato questi nuovi orinatoi, ha potuto ridurre i turni quotidiani di pulizia nelle toilette degli uomini da sette a sei, con un risparmio del 9% circa sulle spese di appalto per le pulizie. L’indice di soddisfazione degli utenti maschi tra i 31 e i 50 anni intervistati dall’ufficio relazioni con il pubblico dell’aeroporto, è rimasto pressoché immutato. L'aeroporto JFK ha ridotto del 15% gli interventi programmati di pulizia delle toilette maschili adottando gli orinatoi con la mosca.
I bagagli mi indolenziscono le mani. Incrocio ancora un paio di standiste (Mazda RX3 con motore rotativo e American Express Alitalia).
Passano due ragazze sul metroeottanta. Aggressive, bellissime, imbarazzanti. Pelle abbronzata, forme in mostra, gioielli da Amex Platinum. Sembra che nemmeno si accorgano di essere in un luogo pubblico frequentato da altre persone.
Sento qualcuno in coda al checkin che mormora Aho, anvedi che bbone ‘ste letterine!
Io non seguo il jetset, quindi compio un atto di fede e le guardo allontanarsi.
Passano indifferenti, continuando a bisbigliare nei microfoni dei loro auricolari bluetooth. Presumibilmente con qualche calciatore che nel frattempo sta facendo i centonovanta sul raccordo a bordo di una Porsche.
(Intermezzo: il correttore automatico di Microsoft Word desidera a tutti i costi correggere il marchio Porsche con il termine Porche. Allievo entusiasta della fuzzy logic di Bart Kosko, posso supporre che l’intelligenza adattiva del mio word processor comprenda che sto scrivendo di due signore dai costumi sessuali disinibiti, e affianchi loro il termine che ritiene più appropriato.)
Mi consolo pensando che, appena sveglie al mattino, sono un po’ meno sexy. Anche solo di poco. Io, più o meno, mi sveglio come mi sono addormentato, e non sono costretto a camminare su quei tacchi per guadagnarmi da vivere.
Una volta tanto, mi sento in netto vantaggio.
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