05 marzo 2008

La vergogna delle nostre poste.

Sempre più spesso, venditori orientali (Hong Kong, Singapore, Filippine) ma ultimamente anche americani che hanno un negozio su Ebay scrivono nelle condizioni di vendita
WE SHIP WORLDWIDE - SORRY WE DON'T SHIP TO ITALY.
Come dire, per Baghdad o una dacia in Siberia non c'è problema, ma se proprio il tuo pacchetto lo vuoi in Italia, attaccati al tram.

E fanno sul serio: chi ha provato a comprare, pagando con PayPal, articoli elettronici o informatici, si è visto rimborsare il denaro e aprire un contenzioso.

Curioso come sono, ho chiesto ad un PowerSeller di Hong Kong perché non vuole spedire in Italia. In capo a poche ore ho ricevuto la risposta:
We dont ship to Italy due to too many lost stolen packets in the Italy post.
Non ha usato perifrasi o eufemismi, non ha parlato vagamente di perdite di corrispondenza. E' stato chiaro. Furto. E piuttosto che menarsela con email di protesta da parte dell'acquirente, preferisce rinunciare alla vendita.

Benissimo. Ora anche nel buco del culo del mondo sanno che le nostre poste non brillano per puntualità né tanto meno per affidabilità (del sistema, del personale, vedete voi).
E quel che è peggio è che l'Italia, per tali arretratezze tecnologiche e logistiche, sta diventando progressivamente un buco del culo del mondo.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Giuseppe,
nonostante l'Italia non sia certo un Paese privo di difetti, hai mai considerato seriamente di andare all'estero?

Probabilmente no, altrimenti non saresti ancora qui!

E sai perche'?
Perche' in fondo in Italia (almeno nel Nord/Centro) per ora si sta bene.

Persino se le poste rubano i pacchi...

Vivi sereno, e ringrazia la Dea Bendata di far parte di quei 600M di persone che possono perdere tempo a "preoccuparsi" di cazzate come questa... perche' a Bagdad penso che di problemi ne abbiano ben altri!

Ciao

Giorgio

Giuseppe ha detto...

ho mandato diversi cv all'estero, ma fin'ora senza esito alcuno.
temo che per le posizioni che mi interessano il mio profilo sia ritenuto non abbastanza tecnico.
o forse non lo so comunicare efficacemente io.
ma mi trovi d'accordo, caro giorgio. in italia si sta bene, a patto - ovviamente - di provenire da una famiglia che sta bene, avere la raccomandazione giusta per ottenere un lavoro interessante, un'altra raccomandazione per fare un po' di carriera, un dottore amico che ti consenta di saltare la fila se devi fare una tac e non hai 3 anni da aspettare, un avvocato aggressivo per recuperare almeno i soldi dopo un'incidente in auto, un commercialista abbastanza valido per farti evadere il giusto e infine tanta, tantissima ingenuità per dire ad alta voce: "come si sta bene, qui!"

Anonimo ha detto...

Beh, in alcune cose concordo con il mio omonimo di sopra, anche se fino ad un certo punto.
Io non ho raccomandazioni, né avvocati o commercialisti, e puntualmente a lavoro eseguo gli ordini di una ragionierina cogliona raccomandata ignorante e maleducata, nonostante io abbia due lauree.
Il fatto che in tanti paesi al mondo i problemi siano ben altri un pochino mi consola, ma mica poi tanto se penso che:
1. i paesi dove si sta peggio si chiamano Afghanistan, Libano, Rwanda, Lesotho...
2. il paese dove vivo, storicamente è la culla della civiltà e sta invece diventando appunto "il buco del culo del mondo".
Per ora non mi sento quotidianamente in pericolo di vita, ma non so quanto ci mancherà, dato che tutta la feccia del pianeta ha capito che nei paesi come il nostro peggio sei e meglio ti trattano, per cui stanno venendo tutti qui.
E figuriamoci che qualcuno per questo potrebbe pure darmi del razzista ...
Tremo al pensiero di mia figlia, anni 5 appena compiuti, l'anno prossimo andrà a scuola: dopo 5 anni di un certo insegnamento filo-meritocratico, come le spiegheremo mia moglie ed io lo schifo che troverà?
Ma sì, oggi non ho niente da fare, quasi quasi mi ubriaco e mi faccio una bella corsa in macchina: tanto, se massacro qualcuno, è omicidio colposo ...
Giorgio